Appunti di viaggio a Stelle e Strisce: Vail 1999
Nella stagione che porta ai mondiali di Vail la Coppa inizia con il volo leggiadro di Deborah Compagnoni, terza sul podio nel gigante di Soelden, mentre il dopo Tomba è affidato soprattutto a Matteo Nana, Giorgio Rocca, Walter Girardi, Patrick Holzer, Kristian Ghedina, Pietro Vitalini, Werner Perathoner, Alessandro Fattori e altri giovani baldanzosi azzurri. A Deborah si affiancano Isi Kostner, Daniela Ceccarelli, Alessandra e Barbara Merlin, Lara Magoni, Patrizia Bassis, Karen Putzer, Bibi Perez, Sonia Vierin e altre ragazze distribuite nelle varie squadre. Kristian Ghedina trionfa in Val Gardena e tutti noi lo vediamo già sfrecciare sulla insidiosa Birds of Prey del Colorado. Giorgio Rocca infila una serie di risultati eclatanti e Paolo De Chiesa ed io ci prepariamo per il podio iridato; ma la fortuna gira le spalle all'Italia e ai Mondiali di Vail le cose non vanno troppo bene. Nessuna medaglia. Il miglior risultato è quello di Giorgio Rocca, 4/o nello slalom. Un po' poco! Nella breve ed informale conferenza stampa che tiene alla fine della rassegna il Presidente della Federsci Carlo Valentino dice: "Sono molto deluso ed amareggiato, adesso bisognerà capire quali siano i motivi che hanno modificato e stravolto anche le più ragionevoli previsioni, non cerco scuse, le responsabilità sono solo mie e a fine mandato non mi ricandiderò più!" Così avvenne e nel Millennio successivo fu Gaetano Coppi a sedere sulla poltrona più importante di una Federazione che, a quei tempi, riusciva a raccogliere sostegni economici dalle sponsorizzazioni in misura superiore alle assegnazioni del Coni!
I Mondiali a stelle e strisce partono con una medaglia da dividere in due, quella del supergigante maschile. Doveva vincere Hermann Maier invece per 3 millesimi avrebbe vinto Lasse Kjus, alla fine si sono trovati insieme sul gradino più alto del podio! Ricordo che Maier era una belva scatenata, da settimane, mesi, tutti gli chiedevano di vincere e lui uscì dal cancelletto come una furia deciso a mangiarsi le porte. Kjus non era da meno e appena ne aveva la possibilità si accucciava sugli sci per offrire meno resistenza possibile all'aria ; per surriscaldare l'atmosfera la fotocellula dell'intermedio non scattò e Maier all'arrivo non respirava più! Herminator poi non si accorse dello 00 sul tabellone e urlò al cielo la sua rabbia! Cosa dire del povero Knauss che ad un solo centesimo dal titolo mondiale si ritrovò al collo la medaglia di bronzo. Una telecronaca avvincente che ci fece iniziare i mondiali con la giusta adrenalina. Peccato per gli azzurri, ma sapevamo come per Ghedina, Fattori, Runghi e Catonzi questa fosse la prova più debole.
Nella discesa Herminator si vendica, aveva detto che la coabitazione con Kjus non gli era piaciuta e non aveva intenzione di riprovarla! Non ricordo di aver fatto un salto sulla sedia in postazione come quella mattina. Quando abbiamo visto Hermann scattare con il numero 8 di pettorale Paolo ed io pensavamo di assistere ad una cavalcata furiosa, ma quella curva a sinistra, dove è entrato dopo una diagonale fatta con una velocità che nessun altro si poteva permettere...beh!...non la dimentico, una traiettoria al limite delle possibilità umane (e fisiche) puntando contro la porta ed incornando il telo per uscire dall'impatto violento senza fare una piega! Una belva! Ghedo al mattina aveva visto come la luce fosse diversa "Non è più come ieri" sbuffava, tenendo sulla testa il casco rovesciato....
(domenica 1 febbraio 2015)