La Coppa del Gobbo - Ivica sei un Grande
"Ivica si è fatto male poche porte dopo l'inizio dello slalom della superkombinata, si è reso conto subito come qualcosa si fosse inceppato nel suo ginocchio destro, ma nessuno si è accorto e ha tirato sino al traguardo con la determinazione e la serietà di sempre." Le parole sono di Leo Mussi, il prestigioso tecnico italiano della Fischer, approdato di recente alla corte del campione croato per rivitalizzare le sue prestazioni in velocità, un po' deboli in questa stagione. Aggiunge: "Conoscete Ivica, è un duro, uno che ha affrontato situazioni difficili peggiori di questa, non poteva fermarsi, toccarsi il ginocchio e gettare al vento preziosi punti. Quando è uscito dalla zona d'arrivo ci siamo scambiati un'occhiata e...ho capito, solo allora, come fosse accaduto qualcosa di serio!"
In effetti all'arrivo non aveva sorriso come aveva fatto invece sua sorella ed il clan, neppure loro avevano captato la gravità di quella "specie di errore" nelle prime porte, che poi non avesse celebrato troppo la sua leadership era giustificato dal fatto che tanti avversari dovessero ancora scendere. A questo punto entra in scena il regista, un professionista esperto di riprese sportive ma che, nello sci, ha avuto più di un problema nel controllare le telecamere delle discese. Si è fatto perdonare alla grande offrendoci, durante lo slalom, l'immagine di Ivica che, camminando piano piano, esce nel corridoio riservato agli atleti, solo...
E' stato quello il momento giornalistico più importante della giornata e tutti noi abbiamo potuto vedere quello che potrebbe essere stato il momento chiave della Coppa del Mondo.In postazione di commento Alfredo Tradati ed io stavano parlando di un altro argomento, ci siamo guardati...ed abbiamo capito come quel lento incedere di Ivica fosse il triste segnale dell'ennesimo infortunio. Ci sono situazioni in cui chi racconta lo sport debba dire parole che gli costano fatica, esprimendo pensieri che vorrebbe tenere più segreti, questa è stata una di quelle e dover già ipotizzare come l'andatura così "troppo lenta" potesse portarlo direttamente verso i "bisturi elvetici", è stato difficile, difficile anche perchè è necessario rispettare l'atleta e non si può parlare troppo, anzi le parole vanno misurate e soppesate proprio per non rischiare di offendere la dignità della persona! Certo, questo è lo sport e sappiamo - gli atleti in primis - come l'infortunio sia dietro l'angolo, ma Ivica meritava di concludere la stagione difendendo la sua Coppa del Mondo ad armi pari contro Feuz ed Hirscher. Dopo le preolimpiche di Sochi e con i prossimi impegni di Hirscher nella velocità, la sfida sarebbe stata bellissima, per lo sci e per tutti noi! Così non è stato, ma ciò non significa che Kostelic si sia già rassegnato, troppe volte Ivica è caduto, troppe volte è entrato in quelle gelide sale operatorie dove sei sempre solo, solo con i tuoi pensieri, con la tua rabbia, con la tua paura, talvolta con il rimpianto di avere alzato troppo l'asticella chiedendo al tuo corpo, alle tue stanche fibre, ai tuoi muscoli esausti, quell'ultimo sforzo,..l'ultimo guizzo...l'ultimo miracolo! Ed ogni volta che ti risvegliavi eri combattuto tra la voglia di recuperare in fretta il terreno perduto ed il bisogno di respirare un po' di libertà, senza che ci fosse sempre il pettorale ed il podio a correrti dietro, ad inseguirti, come in un incubo ricorrente.
Non posso immaginare come sia la Coppa del Mondo sino al suo rientro e neppure ipotizzarne il risultato finale, questa volta però ho un forte desiderio e mi coccolo una speranza...Ti aspettiamo Ivica!
(mercoledì 15 febbraio 2012)
In effetti all'arrivo non aveva sorriso come aveva fatto invece sua sorella ed il clan, neppure loro avevano captato la gravità di quella "specie di errore" nelle prime porte, che poi non avesse celebrato troppo la sua leadership era giustificato dal fatto che tanti avversari dovessero ancora scendere. A questo punto entra in scena il regista, un professionista esperto di riprese sportive ma che, nello sci, ha avuto più di un problema nel controllare le telecamere delle discese. Si è fatto perdonare alla grande offrendoci, durante lo slalom, l'immagine di Ivica che, camminando piano piano, esce nel corridoio riservato agli atleti, solo...
E' stato quello il momento giornalistico più importante della giornata e tutti noi abbiamo potuto vedere quello che potrebbe essere stato il momento chiave della Coppa del Mondo.In postazione di commento Alfredo Tradati ed io stavano parlando di un altro argomento, ci siamo guardati...ed abbiamo capito come quel lento incedere di Ivica fosse il triste segnale dell'ennesimo infortunio. Ci sono situazioni in cui chi racconta lo sport debba dire parole che gli costano fatica, esprimendo pensieri che vorrebbe tenere più segreti, questa è stata una di quelle e dover già ipotizzare come l'andatura così "troppo lenta" potesse portarlo direttamente verso i "bisturi elvetici", è stato difficile, difficile anche perchè è necessario rispettare l'atleta e non si può parlare troppo, anzi le parole vanno misurate e soppesate proprio per non rischiare di offendere la dignità della persona! Certo, questo è lo sport e sappiamo - gli atleti in primis - come l'infortunio sia dietro l'angolo, ma Ivica meritava di concludere la stagione difendendo la sua Coppa del Mondo ad armi pari contro Feuz ed Hirscher. Dopo le preolimpiche di Sochi e con i prossimi impegni di Hirscher nella velocità, la sfida sarebbe stata bellissima, per lo sci e per tutti noi! Così non è stato, ma ciò non significa che Kostelic si sia già rassegnato, troppe volte Ivica è caduto, troppe volte è entrato in quelle gelide sale operatorie dove sei sempre solo, solo con i tuoi pensieri, con la tua rabbia, con la tua paura, talvolta con il rimpianto di avere alzato troppo l'asticella chiedendo al tuo corpo, alle tue stanche fibre, ai tuoi muscoli esausti, quell'ultimo sforzo,..l'ultimo guizzo...l'ultimo miracolo! Ed ogni volta che ti risvegliavi eri combattuto tra la voglia di recuperare in fretta il terreno perduto ed il bisogno di respirare un po' di libertà, senza che ci fosse sempre il pettorale ed il podio a correrti dietro, ad inseguirti, come in un incubo ricorrente.
Non posso immaginare come sia la Coppa del Mondo sino al suo rientro e neppure ipotizzarne il risultato finale, questa volta però ho un forte desiderio e mi coccolo una speranza...Ti aspettiamo Ivica!
(mercoledì 15 febbraio 2012)