Cracovia rinuncia alle Olimpiadi 2022
Il sindaco di Cracovia Jacek Majchrowski ha annunciato ieri che la città polacca ritira la propria candidatura a ospitare i Giochi Olimpici Invernali del 2022.
In contemporanea alle elezioni europee, a Cracovia i cittadini sono stati chiamati ad un referendum: hanno partecipato solo il 36% degli aventi diritto, di cui il 70% si è definito contrario alla organizzazione dei giochi, dunque il risultato è valido e per legge vincolante.
"Cracovia ha bloccato i suoi sforzi per ospitare i Giochi - ha dichiarato Majchrowski - perchè il progetto non è sostenuto dai cittadini. Sono dispiaciuto del fatto che il referendum abbia messo la parola fine a questo progetto, che consideravo molto importante per lo sviluppo economico dell'intera regione". Il sindaco ha inoltre accusato il governo del primo ministro Donald Tusk di non aver sostenuto a sufficienza e con il giusto entusiasmo la candidatura
Già dal 2012 molti attivisti contrari ai giochi si sono riuniti nell'organizzazione "Krakow against Olympic Games", per denunciare la voracità delle speculazioni e l'attacco ai diritti civili che secondo questa organizzazione le grandi opere portano con sè.
Dunque il sindaco, le autorità cittadine e il comitato promotore hanno dovuto prendere atto dell'esito e ritirare la candidatura.
Allo stesso modo, a seguito di un referendum popolare, era caduta nello scorso novembre la candidature di Monaco di Baviera, pochi giorni prima della chiusura delle candidature ufficiali) e di Stoccolma, ritiratasi "in corsa" nel gennaio 2014 per scelta del consiglio comunale.
Evidentemente i comitati promotori e le autorità non sono state capaci di dare le necessarie risposte alle domande e alle paure dei cittadini: in tempi di crisi è necessario affrontare le spese che eventi del genere portano con se? In che modo vengono gestiti i fondi? Quale è il modello di sviluppo? Esistono priorità di intervento dal punto di vista economico e sociale?
Le continue manifestazioni di piazza che abbiamo visto in Brasile, per gli stessi motivi, chiariscono che il problema è globale.
Per l'organizzazione delle Olimpiadi 2022 rimangono in corsa Oslo (NOR), Pechino (CHI), Leopoli (UKR) e Almaty (KAZ).
Leopoli potrebbe soffrire delle situazione politica del Paese, al momento profondamente instabile; le due candidature asiatiche sono più deboli, anche perchè i prossimi giochi del 2018 si terranno in Corea del Sud, a Pyeong Chang. Pechino vuole diventare la prima città ad ospitare sia le Olimpiadi Estive che le Invernali, mentre Almaty è forte della ricchezza derivata dal petrolio.
Quindi Oslo, la cui cittadinanza ha approvato con leggera maggioranza, rimane nettamente favorita: già sede olimpica dei Giochi 1952, hanno organizzato con successo i Mondiali di sci nordico 2011 (Holmenkollen), senza dimenticare l'edizione 1994 di Lillehammer, considerata tra le migliori di sempre. Ma nella scena politica norvegese si alzano voci contrarie all'evento, ed il dibattito sul finanziamento pubblico è molto acceso.
Tra un mese e mezzo l'executive board del Comitato Olimpico Internazionale si riunirà a Losanna, Svizzera, per selezionare i finalisti, e in seguito, il 31 luglio del 2015, assegnerà i Giochi durante il congresso di Kuala Lumpur.
(martedì 27 maggio 2014)