Coppa del Gobbo - Mamma,mi si è gonfiato l'Air Bag
L'eco delle gare coreane si perde nella notte dei fusi orari ed è un peccato che l'esaltante prova dei discesisti azzurri abbia contorni sfumati. Ma non è la prima volta, accadde già con Peter Runggaldier, in Giappone, e con il duo Simoncelli/Blardone, proprio in Corea del Sud, quale tristezza il tricolore in spalla sventolato davanti ad un parterre ...deserto! Peccato, nel Cinquantenario della Coppa del Mondo, forse si potevano evitare trasferte - seppur preolimpiche – in Asia. Già la Coppa maschile langue per carenza di protagonisti, mettere la sveglia e stropicciarsi gli occhi poi...di certo non aiuta!
Dominique Paris si scrolla di dosso timori e dubbi e indossa la tuta dell'uomo jet, sfrecciando sicuro ed elegante come mai gli era riuscito in questa stagione. Un risultato importantissimo per un campione per il quale i segnali positivi sono cibo prezioso. In casa azzurra, classifica a parte, merita un elogio particolare Peter Fill, la cui condizione tecnica si mantiene ad alti livelli sin dalle gare canadesi di Lake Louise. Il campione gardenese può diventare il protagonista di un evento storico per lo sci italiano, essere il primo italiano capace di vincere la Coppa del Mondo di discesa! Con l'infortunio di Svindal la rincorsa alla Coppa (non chiamatela Coppetta, per favore) si è riaperta e Fill ha tutte le carte in regola per "pensare in grande"!
Competitivo sulle nevi canadesi, protagonista sulla Streif, assolutamente a suo agio sulle nevi coreane, il portacolori dei carabinieri vive un momento magico, frutto di una maturità che esalta la sua figura di marito, padre e...naturalmente atleta.
Caro Peter, non posso pensare a quali siano le ragioni di questo tuo stato di grazia...sarei un tantino presuntuoso, posso credere però come, a monte di tutto questo tuo "grande momento", ci sia la tua "intelligenza agonistica" che si è consolidata di anno in anno, passando attraverso squarci di grande luce e capitomboli pesanti – compresi quelli che non si vedono...ma fanno ancor più male degli infortuni! Dietro il tuo sorriso leale e solare hai saputo nascondere e proteggere i tuoi affetti, senza reagire, senza trascendere! Come osservava il buon Nicola...la tua gara di Kitz è stata fantastica perchè hai saputo leggere la gara sin dal supergigante e, con assoluta intelligenza agonistica, hai capito come quella neve dovesse essere accarezzata il giorno successivo. La brutta esperienza di anni addietro ti è stata utile per avere un colloquio ancor più intimo con la Streif....e lei, questa volta, ti ha accompagnato verso la gloria. Sei un ragazzo speciale Peter, la tua terra ti adora, i tuoi compagni di squadra ti vogliono bene e ti rispettano ed il mondo dello sci fa un gran tifo per te, e ti sostiene con generoso slancio perchè tu possa alzare al cielo quel trofeo che Varallo, Plank, Mair, Ghedina, Heel, hanno accarezzato e che Paris e Innerhofer potranno ancora sognare!
Parlando di Paris ho accennato alle tute...Argomento delicato ed insidioso perchè, non pestando più neve e non frequentando più il "giro che conta", vengono a mancare i contatti importanti. Però qualcosa non funziona, da tempo, e penso che a fine stagione la verità possa venire fuori, qualcosa che ci aiuti a capire, che ci dia elementi per giudicare!
Conosciamo tecnici in grado di farlo, uomini come "l'Amico Claudio" che hanno credibilità e competenza per esprimere valutazioni degne di essere ascoltate.
Ritorniamo a Kitz e alle cadute.... SECONDA PARTE
(sabato 6 febbraio 2016)