Via il tricolore dalle maglie dei sudtirolesi?
L’assessora provinciale allo sport della provincia di Bolzano Martha Stocker è favorevole all’ipotesi di vietare agli atleti sudtirolesi di gareggiare con i colori dell’Italia nelle competizioni internazionali.
L’obiettivo sarebbe quello di arrivare in breve tempo ad una nazionale altoatesina staccata dal contesto italiano secondo un progetto secessionista che, anche in alcuni ambienti della Volkspartei, non sarebbe mai stato del tutto abbandonato nonostante i vantaggi garantiti alla minoranza sudtirolese dall’autonomia. Sono decenni che questo tema torna alla ribalta e ogni volta viene cassato soprattutto dagli stessi atleti altoatesini. Ma una parte della politica locale non sembra tenerlo in conto.
A riproporre questa volta il tema in consiglio provinciale è stata una mozione della Suedtiroler Freiheit, il partito della destra estremista e indipendentista sudtirolese, che è stata bocciata. Però l'assessore Stocker si è detta favorevole alla posizione degli estremisti, ed ha annunciato che la questione sarà portata in discussione nuovamente in occasione della stesura del nuovo statuto di autonomia dell'Alto Adige: "Concordo – annuncia l’assessore Martha Stocker dell’ala oltranzista della Svp – e bisognerà discuterne prossimamente nella Convenzione per l’Autonomia.".
In passato sono stati gli stessi atleti a rinnegare queste posizioni radicali, da cui anche la SVP sembra farsi prendere: vale la pena ricordare le parole della pattinatrice Carolina Kostner, dopo la vittoria dell’oro europeo a Varsavia nel 2007: "Io sono italiana e lo sento dal cuore - aveva detto la ragazza di madrelingua ladina - Lo si è anche visto mentre cantavo l'inno sul podio e si è visto un anno fa quando ho sfilato con orgoglio alle Olimpiadi di Torino portando il tricolore."
Lo stesso Armin Zoeggeler è stato nel 2014 portabandiera dell'Italia alle Olimpiadi invernali di Sochi in Russia. Prima di lui altri due atleti altoatesini avevano avuto questo onore: Paul Hildgartner a Sarajevo 1984 e a Calgary 1988, e Gerda Weissensteiner, a Nagano 1998.
(mercoledì 2 dicembre 2015)