Poslovite Valencic, Sayonara Sasaki
Al termine di un quadriennio olimpico è sempre tempo di bilanci e non sono pochi gli atleti che, giunti a fine stagione, salutano per sempre il Circo Bianco.
Nelle settimane passate hanno già annunciato il ritiro il canadese Micheal Janyk (oggi 15/o), i francesi Bertrand, Bouillot, De Tessieres e Sandrine Aubert e l'elvetica Aufdenblatten. E altri ci stanno pensando, come Manfred Pranger o Tanja Poutiainen.
Al termine dello slalom odierno di Kranjska Gora altri due atleti, due veterani, hanno salutato il Grande Sci: lo sloveno Mitja Valencic e il giapponese Akira Sasaki.
In realtà l'atleta di casa avrebbe voluto arrivare alle Finali, ma l'uscita nella prima manche ha distrutto i suoi sogni: "qui ho esordito in Coppa del Mondo, nel gennaio del 1997, quel giorno in gigante era in gara gente come Alberto Tomba, Kjetil Andre Aamodt, Michael Von Grueningen, Jure Kosir... è significativo che su questo bellissimo pendio chiuda il mio rapporto con lo sci agonistico..." Tra le due gare Mitja, classe 1978, ha indossato 179 pettorali di CdM nell'arco di 16 stagioni.
Due anni fa, nel 2012, la sua miglior stagione: a punti in 8 gare e tre volte nei top10, 14/o nella classifica finale di specialità.
Nel complesso Valencic è entrato 11 volte nei top10, sfiorando il podio a Zagabria nel 2010, in quella che rimane la miglior gara della carriera, nel giorno della prima vittoria di Giuliano Razzoli.
Lo sloveno può vantare ben 7 partecipazioni mondiali, da Vail 1999 a Schladming 2013, e tre Olimpiche (Torino 2006, Vancouver 2010, Sochi 2014). Come un mese prima la sua strada si incrocia con il nostro Razzoli: nella prima manche manche dello slalom olimpico in terra canadese è secondo alle spalle dell'emiliano, ma nella seconda sbaglia troppo e scivola al sesto posto, che rimane comunque uno dei migliori risultati della carriera.
Valencic ha fatto parte di quel gruppo di slalomisti sloveni cresciuti nelle ultime stagioni del grande Jure Kosir, come Drago Grubelnik, Mitja Dragsic, Mitja Kunc, Bernard Vajdic.
"Lo sci mi ha dato tanto - dichiara Mitja - non ho rimpianti. Ci sono stati anche momenti brutti, ma altri molto belli. Se mi guardo indietro forse avrei gestito meglio il materiale, cambiando quando non mi trovavo. Peccato per oggi, avrei voluto fare meglio. Il futuro? Ora voglio pensare un po' alla famiglia, ma un giorno mi piacerebbe tornare nel Circo come allenatore"
Saluti finali anche per Akira Sasaki, tra i più importanti atleti nipponici degli ultimi 20 anni, con Kiminobu Kimura e Kentaro Minagawa. Il simpatico Akira lascia dopo 143 pettorali e 10 stagioni in Coppa del Mondo.
Nel 2001 fa il suo esordio nel circuito maggiore, nella gara casalinga di Shigakogen, ma per 13 gare e due stagioni non riesce neanche a qualificarsi per la seconda manche, quando improvvisamente il 19 gennaio 2003, a Wengen, parte con il pettorale 65 e fa segnare il settimo tempo di manche a meno di mezzo secondo dai leader Rocca-Kostelic. Nella seconda si scatena e con il miglior tempo di frazione chiude a soli 4 centesimi dal livignasco,che quel giorno conquista la prima vittoria in carriera. Salire sul podio con un pettorale superiore al 60 è evento raro, accaduto a Berthod, Janka, Zardini, Kostelic e, appunto, al giapponese che nello stesso giorno conquista i primi punti e il primo podio in carriera.
Chiude quella la stagione al 15/o posto della specialità, crescendo fino all'anno olimpico 2006 in cui è 7/o, stabilmente tra i migliori dei rapid gates, conquistando due podi a Schladming e Shigakogen.
Ha preso il via a tutti a 7 Mondiali e 4 Olimpiadi tra il 2001 e il 2014, per un totale di 20 pettorali tra slalom e gigante. E' stato campione nazionale nel 2007, 2012 e 2013.
(lunedì 10 marzo 2014)