Razzoli si ritira: Grazie di tutto Giuliano!
A inizio marzo Giuliano Razzoli era stato convocato per lo slalom di Kranjska Gora, ultima tappa della stagione regolare prima delle Finali, e proprio lì, in terra slovena, avrebbe voluto salutare tutto il Circo Bianco e congedarsi.
Poi quella tappa è stata cancellata per la pioggia che aveva rovinato la Podkoren3, e così l'ultimo pettorale indossato risale al 3 marzo 2024 ad Aspen, ultimo di un bellissimo viaggio durato oltre 17 anni nel massimo circuito, dove Giuliano si è presentato per 157 volte ad un cancelletto.
Il 'Razzo di Minozzo', 39 anni compiuti lo scorso 18 dicembre, chiude con l'agonismo, e oggi è ufficiale: non vedremo più al via il portacolori dell'Esercito, sposatosi con Elisa nell'estate del 2022 e diventato padre del piccolo Emanuele due mesi fa, e allo sci azzurro mancherà moltissimo.
"Lascio sereno – ha detto Giuliano – perché sono felice di come ho attraversato tutta la mia avventura, e sono grato di averla potuta vivere. La mia grande fortuna è quella di essere nato in un territorio particolare per lo sci, e mi sono reso conto di essere riuscito a trasmettere molte emozioni alle persone. Ma tutto quello che ho dato mi è tornato indietro amplificato. Ringrazio le persone che nella vita mi hanno insegnato qualcosa, e sono state tante, e che mi hanno permesso di crescere come atleta e come uomo: la mia famiglia, mia moglie, mio figlio, i miei genitori e le mie sorelle. Ringrazio la Federazione e il Centro Sportivo Esercito che mi ha supportato e tuttora mi supporta. I tecnici, i compagni di squadra, gli sponsor, gli amici e tutte le persone che mi hanno voluto bene, aiutandomi per tutta la mia vita. Ringrazio anche il mondo dello sci che ha permesso tutto questo."
Nato a Razzolo di Villa Minozzo, in provincia di Reggio Emilia, Giuliano impara a sciare da piccolissimo e nel 2003 lo troviamo in Squadra C, compagno, tra gli altri, di Florian Eisath e Matteo Marsaglia.
Non è facile arrivare (e rimanere) in Nazionale se arrivi dall'Appennino, e ancor di più se il tuo più illustre conterraneo - Alberto Tomba - è stato tra i più grandi sciatori azzurri e mondiali.
Nel febbraio 2006 ci sono i Giochi Olimpici di Torino, sulle nevi italiane, e le speranze di tutto il movimento sono su Giorgio Rocca, in gara con Manfred Moelgg, Patrick Thaler e Hannes Paul Schmid, ma ad aprire le danze - come apripista - fu proprio Giuliano Razzoli, con Luca Moretti e Gianluca Olivero.
In quel momento Giuliano non aveva ancora esordito in Coppa del Mondo, mentre in Coppa Europa aveva da poco conquistato il suo miglior risultato, un decimo posto.
Nei successivi quattro anni succede di tutto e quello sconosciuto apripista arriverà a toccare il cielo con un dito, scrivendo il suo nome nell'albo d'oro più magico, quello olimpico!
Quel 27 febbraio 2010 ci sono quattro moschettieri al via per l'Italia: Manfred Moelgg e Patrick Thaler come quattro anni prima, poi Christian Deville e Giuliano Razzoli che arriva all'appuntamento con un sesto posto in Badia, la prima vittoria della carriera a Zagabria, il terzo posto di Kitzbuehel (un mese prima) e una vittoria sfumata a Kranjska Gora dopo essere stato in testa alla fine della prima manche.
Il 'Razzo di Minozzo', pettorale 13, dopo la prima manche vola in testa alla classifica...inizia una lunga attesa per tutti i tifosi italiani, con la manche decisiva che inizia alle 22.45 e poi finalmente l'urlo liberatorio: Giuliano Razzoli è campione olimpico!
Un oro che arriva 22 anni dopo Alberto Tomba, e ancora di più dopo Zeno Colò, tutti figli dell'Appennino, guarda un po'.
Discese e risalite, gioie e dolori: un anno più tardi Razzo vince per la seconda e ultima volta in carriera a Lenzerheide, nel complesso saranno undici i podi totali conquistati, ma gli ultimi hanno un sapore diverso.
Il penultimo, nel gennaio 2016 a Wengen, arriva dopo una serie di buoni risultati forse inattesi, arriva insieme al compagno di squadra Stefano Gross, e arriva nonostante Giuliano riesca ad allenarsi poco per i dolori al ginocchio e alla schiena.
La gioia dura una settimana esatta: la Ganslern di Kitz stavolta è amarissima e costa la rottura del crociato del ginocchio sinistro.
Operazione, rieducazioni, lotta, risalita: ci vogliono quasi tre anni per tornare nei top10: Razzo ci riesce a Madonna di Campiglio nel dicembre 2018, splendido quinto con il pettorale n.69 ("una soddisfazione enorme" dirà a fine gara)
Nella stagione 2020 coglie un 7/o posto, così come nella 2021: meglio fermarsi? Razzo dice di no, e nella stagione 2022 rinasce ancora una volta, con un 9/o posto in Val d'Isere nel dicembre 2021, 7/o a Madonna di Campiglio, 9/o ad Adelboden e infine terzo - nuovamente sul podio - a Wengen. (e anche 6/o a Garmisch).
Un podio che al momento è l'ultimo per gli slalomisti azzurri in Coppa del Mondo e vale il record per l'atleta più anziano di sempre a salire sul podio di uno slalom di Coppa, a 37 anni e 29 giorni.
Record che poteva essere ritoccato pochi giorni dopo a Kitz, dove chiude quarto, e a Schladming dove è secondo dopo la prima manche ma poi inforca nella seconda.
Giuliano viene convocato anche per 7 Mondiali: Isere 2009, Garmisch 2011, Schladming 2013, Vail 2015, St.Moritz 2017, Are 2019 e Cortina 2021; in Coppa Europa conquista 7 podi di cui tre vittorie e a livello nazionale si mette al collo tre titoli, nel 2006, 2011 e 2015 sempre in slalom.
E le Olimpiadi? Dopo l'oro di Vancouver partecipa ai Giochi di Sochi 2014 dove esce nella seconda manche dopo il 16/o posto nella prima, poi è selezionato anche per Pechino 2022, 12 anni - una eternità - dopo il suo giorno di gloria: con il #18 chiude ottavo a 26 centesimi dal bronzo ed è il miglior azzurro!
"Non è da tutti arrivare a giocarsi il bronzo - le sue parole quel giorno, facendo lo slalom tra le lacrime - so che non è da tutti e devo essere soddisfatto di quello che ho fatto, e lo sono tantissimo. Mi son giocato la medaglia, dopo tutta la stagione ad aver sciato bene ed aver lottato con i giovani."
Nella scorsa stagione Giuliano avrebbe voluto togliersi ancora qualche soddisfazione ma la schiena lo ha rallentato, bloccato: poco allenamento e tra Natale e Capodanno una brutta caduta con due vertebre ammaccate, che gli impediscono di partecipare alle classiche del mese più tosto per gli slalomisti.
Al movimento azzurro mancherà sicuramente Giuliano, con la sua mentalità, la sua gentilezza, il suo entusiasmo, i suoi tifosi numerosi e festosi e pronti ad ogni sacrificio per stargli vicino, apprezzatissimo anche dai colleghi fuori dai confini nazionali.
Una nuova vita è già pronta, nella sua Razzolo: oltre alla famiglia e all'affetto di amici e tifosi, Giuliano è diventato presidente del Consorzio di Tutela dell'aceto balsamico di Reggio Emilia e si dedicherà alla sua ben avviata acetaia, dove far crescere la passione per i prodotti della sua terra.
Prima però bisogna festeggiare: il prossimo 20 luglio, gli amici a Razzolo organizzeranno una grande festa di addio...poi Giuliano vorrebbe trovare l’occasione per salutare il mondo dello sci da una pista di gara...
(lunedì 20 maggio 2024)