La Coppa del Gobbo - Il "bacio" di Manni
Fateci caso. Sfumature ed atteggiamenti infiniti caratterizzano gli stati d'animo degli atleti al termine della loro gara. Rabbia, gioia, amarezza, felicità, disappunto, soddisfazione, sorpresa, invidia...per alleggerire ogni volta la tensione e scaricare quell'adrenalina che ha dato energie e forza a muscoli e cuore. Spesso uno spettacolo, talvolta irriverente... quasi sempre piacevole e coinvolgente, soprattutto per gli appassionati che all'arrivo attendono con trepidazione la prova dei loro campioni.
Le braccia che si slanciano al cielo, il pugno levato verso le tribune, la mano che manda i baci riconoscenti - delicata quella di Joel Chenal, argento olimpico a Torino, per Seve -, i pugni che battono il petto "sono io il più forte", vedi Kristoffersen ad Adelboden (mi chiedo quando possano fare del male al proprio organismo colpi del genere a fine gara)
Poi ci sono i bastoncini, un vero capro espiatorio! Bastoncini spezzati sulle ginocchia, sbattuti contro i teli, sulla neve, lanciati verso il pubblico, usati a guisa di freccia – famoso l'arco del Blarda, che a Crans Montana, dopo la vittoria, si fece ammirare per un prodigioso balzo verso i suoi tifosi!
Le ragazze sono le più eccentriche e non sarà facile dimenticare i tuffi di Anja Paerson, le ruote di Tina Maze, le unghie colorate di Janica Kostelic, le dediche nei guanti delle Fanchini, gli ancheggiamenti sinuosi e sensuali di Mancuso e Stiegler, i sorrisi luminosissimi di Deborah Compagnoni, Denise Karbon, Picabo Street...e quelli più intriganti di Lindsey Vonn.
Tra gli uomini Ivica Kostelic un tempo mimava il suono della chitarra mentre Schoenfelder si lasciava andare a gesti un po' troppo osé! Blarda indossava il mantello di Superman, i norvegesi Kjus ed Aamodt elargivano profondi inchini, Stefano Gross imbracciava lo sci sognano di cacciare nella sua Val di Fassa.
Poi ci sono i baci, le urla nell'occhio della telecamera...talvolta anche con il disegno del cuoricino – come era solito fare Alberto Tomba - lo sci gettato in aria per una capovolta di cui era maestro solo Cuche, la carvata a 360 gradi di Ligety...e tanti...tanti ancora!
Due baci voglio ricordare. Il primo è quello di Alberto Tomba a Crans Montana, al termine dello slalom che lo vide concludere la sua travolgente carriera da vincitore ed è sinora il solo grande campione dello sci capace di una simile impresa. All'arrivo Alberto si sdraiò sulla neve ed in una manciata di secondi rivisse e rivide un film leggendario! La neve aveva il sapore delle lacrime ed in quel bacio c'era la riconoscenza del Campione, il suo Rispetto, il suo Amore, il suo Addio...emozioni e sentimenti che non riusciva più a trattenere come un tempo e che in quel bacio venivano consegnati a tutti noi, per la prima ed ultima volta!
Il bacio di Manni a Zagabria è stato diverso, un bacio delicato e leggero, posato con grande dolcezza, lentamente, nato dall'anima e comandato nei gesti da quel rapporto innato che le
genti di montagna hanno con la natura, a volte matrigna, ma pur sempre genitrice. Le radici di Manfred Moelgg sono saldamente ancorate nel profumo della sua terra ladina dove la
neve è compagna fedele, amica, sorella, amante, complice...La neve avrà di certo apprezzato il bacio di Manni!
(giovedì 12 gennaio 2017)