Colò (1952), Plank (1976), Innerhofer (2014): il 29enne di Gais ha compiuto una impresa storica, conquistando la terza medaglia olimpica in discesa nella storia italiana, a cui vanno aggiunte le tre medaglie conquistate a Garmisch 2011 e i sei sigilli in Coppa del Mondo...Ecco tutta la sua gioia nelle parole raccolte dall'Ufficio stampa FISI: "Questa gara per me è cominciata un paio di giorni fa, durante le prove, non credo ci sia stato alcun atleta che si sia preparato come me, durante i giorni di prova ho fatto un pezzo per volta, anche ieri avevo rallentato tanto ma non avevo perduto troppo tempo. Nel pomeriggio della vigilia mi sembrava di avere le gambe abbastanza molli a dfferenza dei miei compagni, quindi ho cercato di sentire i messaggi che mi mandava il mio corpo. Oggi ero molto tranquillo, era arrivato il giorno della mia vita, quindi sono partito dal cancelletto con tanta serenità. Ho fatto la prima curva che mi sbatteva lo sci, ho capito che non bastava quindi ho aumentato la grinta. Scendendo ho sentito che la mia sciata migliorava, sullo schuss finale ho capito che sarebbe stata una grande gara. Dopo le belle vittorie della passata stagione in Coppa del mondo e le medaglie mondiali, mi rimaneva da vincere qualcosa di importante soltanto alle Olimpiadi, sono molto orgoglioso di me stesso. Nell'ultimo mese sono stato al di sotto delle mie possibilità ma non per colpa mia, non ho mai trovato condizioni di pista adatte alle mie caratteristiche, non sono un tipo di sciatore come Svindal che può andare forte ovunque"
Gli fa eco un altrettando felice ed orgoglioso Claudio Ravetto, DT della squadra maschile: "Sono veramente contento, peccato quei 15 minuti di ritardo perchè la neve si è un po' smollata. Bravissimo Innerhofer, bravissimi anche gli altri. Fill era ben messo, poi ha perso linea in fondo, grandissimo Paris a cui servirà più questo piazzamento che qualsiasi vittoria. Un paio di giorni fa stava mollando di testa, invece ha tenuto fino in fondo. In questi giorni abbiamo fatto più di dieci ore di video per studiare la pista centimetro per centimetro. Partire così tranquillizza molto la squadra, ho guardato i primi tre ma quando è partito Innerhofer mi sono girato dall'altra parte. La stagione fino ad ora era andata così così, però la squadra è rimasta compatta. Lo staff voleva fortemente questo risultato, gli atleti si sono aiutati moltissimo, ognuno dava un consiglio all'altro. Non oso pensare cosa sarebbe stata una vittoria, vuol dire che ci è rimasta un po' di fame per le prossime gare. Si è discusso molto su questa pista e su questo modo di sciare. E' il prototipo delle piste moderne, per me è una pista eccezionale e Innerhofer e Mayer sono due sciatori moderni insieme a Reichelt che non è a Sochi. Noi siamo molto forti quando conta e le condizioni sono buone, non deve essere un demerito ma un vanto. In queste Olimpiadi ci sono tanti fenomeni, bastano pochi centesimi per passare da una medaglia alla quindicesima posizione, queste gare sono da affronbtare senza paura. Sappiamo di avere una squadra forte e ragazzi da stimare".