Coppa del Gobbo: Fill, Miller, Patscheider, Goggia
Che bello poter cantare le lodi di Peter Fill! In questi ultimi anni ha dovuto superare momenti difficili, sopportando delusioni ed amarezze che avevano intiepidito il suo sorriso, non riusciva ad uscire da una spirale maligna che gli impediva di trasformare in gara l'enorme qualità del lavoro al quale si sottoponeva con rigore e metodo. Il calore della famiglia, degli amici, del suo corpo militare non erano sufficienti per ritrovare il guizzo vincente, quelle sensazioni positive che un atleta sa riconoscere subito, piccole ed impercettibili leggerezze dell'animo che ti restituiscono la lucidità agonistica e la gioia di misurarti con quelle sfide che hanno sempre alimentato la tua passione. Me lo ricordo bene Peter quando non riusciva a mettere due curve di seguito, eppure era stato capace di salire sul podio delle discese più prestigiose ed esaltanti! Me lo ricordo lo sfogo di Bad Klein, me le ricordo le ricognizioni con suo padre, e poi gli occhi tristi e lontani al tempo della malattia! Ho conosciuto Peter a Piancavallo quando vinse il titolo mondiale junior di Supergigante...un'amicizia che si è solidificata nel rispetto, rispetto per la persona, per le sue scelte tecniche, per la felicità del giorno in cui, a Garmisch, si è messo al collo il bronzo iridato della superkombinata. "Scia troppo gentile" dicevano i tecnici, dopo la legnata di Kitzbuhel nel gennaio scorso la sua gentilezza si è trasformata e sono sicuro che nella discesa di Sochi anche il "frullatore" dovrà inchinarsi!
Già, a proposito di inchino, cosa dire di Bode Miller?! Per la verità qualche anticipazione mi ero già permesso di darvela, adesso è fin troppo facile e banale fare approfondimenti con la classifica davanti! Mi è piaciuto il gesto di Ligety che, all'arrivo, è andato subito ad abbracciare il suo capitano, mi è piaciuta l'espressione quasi attonita, fanciullesca, di Bode Miller, l'abbraccio con la moglie, l'entusiasmo della squadra, molto coinvolgente. A questo punto credo che l'obiettivo di Miller si possa spostare dalla Streif all'oro della discesa di Sochi. Ricordate la sua gara pre olimpica? Quarto posto finale a 2 cent. da Theaux, in alto ci propose una lezione di cosa fosse la velocità applicata alle difficoltà del tracciato, tanto da avere un vantaggio di 61 cent. su Feuz! Se poi riuscisse in entrambe le sfide...birra a fiumi!
Non mi è piaciuto il nuovo sviluppo della Birds of Prey, con le compressioni centrali troppo disarmoniche, che peccato, restano solo nei ricordi gli angoli di Hermann Maier...
A proposito di velocità, ho letto con grande piacere i risultati di Hagen Patscheider nei giganti Fis della Valgardena, 25 anni (quasi 26), già campione del mondo junior di discesa, uno dei più forti al mondo della sua leva, massacrato da infortuni (l'ultimo: protusione schiena e operazione), sta tentando di rientrare da quella porta che, tante volte ha trovato chiusa! Coraggio...sia ad Hagen sia a Pangrazzi, non mollate ragazzi! Guardate come si possa recuperare e rientrare, certo in questi casi la qualità dell'assistenza è diversa, però si può fare.
Carlo Janka in gigante ha sciato con la stessa disinvoltura di Vancouver, se guardiamo il numero 68 del pettorale ci rendiamo conto di quanto sia stato travagliato il suo recente cammino (oggi è poco sopra il n.30), Patrick Kueng a Crans Montana si fece parecchio male, un infortunio che si aggiungeva a quelli subiti in passato, non si è perso d'animo (così come Feuz) ed è tornato a respirare l'aria privilegiata delle parti alte delle classifiche.... (SECONDA PARTE)
(lunedì 9 dicembre 2013)