La Coppa del Gobbo - Cotelli disse:"Farai discesa"
L'estate della Valtournenche ha portato anche quest'anno, all'ombra della Gran Becca, alcuni grandi nomi dello sci nell'ambito della giornata inaugurale del Cervino Cine Mountain. Sulle nevi di Plateau Rosa, ieri come oggi, il fascino della velocità ha trovato sempre ampi spazi per esaltare doti e sfide, sin dai tempi del celeberrimo Kilometro Lanciato, ed è stato facile per Luca Bich ed i suoi collaboratori allestire una simpatica serata nel Cinema delle Guide per respirare atmosfere e ricordi, cartoline del passato di grande bellezza!
Sul palcoscenico c'erano Herbert Plank, Mauro Cornaz, Antoine Deneriaz e Kristian Ghedina. Era prevista la presenza anche di Luc Alphand ma Lucho, sempre impegnato nell'inseguire i sogni di Ulisse, ha mandato il suo saluto da Long Beach, dove sta per iniziare una corsa transoceanica in barca! Mitico! La tradizionale riservatezza di Herbert Plank si è dissolta nel calore di un gruppo che ha riletto i momenti più esaltanti di ognuno: "Ogni volta che socchiudo gli occhi e mi rivedo sul podio olimpico riprovo le stesse emozioni di allora, una felicità che ancor oggi mi riscalda..." Così Herbert Plank, bronzo in discesa ad Innsbruck nel 1976, l'ultima medaglia olimpica in discesa vinta da un azzurro "Sarebbe bello se mio figlio Andy riuscisse a fare meglio di me. Chissà." I primi punti in CdM Plank li ottenne in gigante con un eccellente decimo posto: "io ero un gigantista, mi piaceva molto, ma in squadra ce n'erano già tanti e Cotelli mi disse 'Tu caro Plank farai la discesa'...e così fu! Devo ammettere che non mi è poi andata male!" Primo italiano a vincere in Valgardena "Che bella pista allora...si sbatteva da matti!"
Mauro Cornaz è stato atleta di Coppa del Mondo ma soprattutto tecnico ed allenatore, 4 anni con gli azzurri e 12 per la Francia, con la quale ha vinto due medaglie d'oro olimpiche, nel '98 a Nagano con Jean Luc Cretier e nel 2006 a Torino con Deneriaz. "Sono molto legato ad Antoine perchè questo successo lo abbiamo costruito e rincorso assieme. Dopo le prime prove lo provocai dicendogli che la parte iniziale proprio non gli si addiceva e avrebbe dovuto fare bene nei tratti successivi se avesse voluto vincere!" Così Deneriaz: "Un anno prima, in pieno infortunio al ginocchio, dissi a Mauro che avrei vinto l'oro a Torino e quella provocazione fu geniale...anche se la compresi solo più tardi! Una medaglia d'oro olimpica ti cambia la vita, dentro e fuori, solo chi ha provato può capirmi..." continua il transalpino. E qualcuno gli fa eco: "Già, io ce l'ho sempre messa tutta ma non ci sono riuscito. Mi sarebbe bastato anche solo salire sul podio. Neppure la coppa di discesa sono riuscito a vincere, ogni volta preceduto da Alphand!" Caro e simpatico Kristian Ghedina, sempre con il sorriso e la battuta pronta, disponibile con tutti ed onesto nel ripercorrere le tappe di una vita sugli sci durata più di dieci anni. Logico tornare sulla spaccata di Kitz: "...mio cugino mi aveva provocato dicendomi 'gnanca bon...gnanca omo...' così quasi senza accorgermene ho fatto un gesto che mi accompagnerà sempre." Non ci sono immagini invece della capriola fatta successivamente, sempre a Kitz, sulla Trappola per topi! Interviene Mauro Cornaz per ricordare come Ghedina, spalleggiato da Fattori, avesse provocato a Valloire un bravo sciatore tedesco nel tentativo di un salto freestyle...conclusosi malamente per l'incauto germanico! Deneriaz ricorda poi la brutta caduta di Are quando si infilò sotto le reti, perdendo nel forte impatto casco e conoscenza: "Furono istanti difficili e da allora cominciai a provare paura per la velocità. L'anno successivo iniziai a Lake Louise ma a Beaver Creek, dopo una sola discesa, mi avvicinai a Mauro e gli dissi che per me era finita, non sarei più sceso con un pettorale!"
(seconda parte)
(martedì 14 agosto 2012)
Sul palcoscenico c'erano Herbert Plank, Mauro Cornaz, Antoine Deneriaz e Kristian Ghedina. Era prevista la presenza anche di Luc Alphand ma Lucho, sempre impegnato nell'inseguire i sogni di Ulisse, ha mandato il suo saluto da Long Beach, dove sta per iniziare una corsa transoceanica in barca! Mitico! La tradizionale riservatezza di Herbert Plank si è dissolta nel calore di un gruppo che ha riletto i momenti più esaltanti di ognuno: "Ogni volta che socchiudo gli occhi e mi rivedo sul podio olimpico riprovo le stesse emozioni di allora, una felicità che ancor oggi mi riscalda..." Così Herbert Plank, bronzo in discesa ad Innsbruck nel 1976, l'ultima medaglia olimpica in discesa vinta da un azzurro "Sarebbe bello se mio figlio Andy riuscisse a fare meglio di me. Chissà." I primi punti in CdM Plank li ottenne in gigante con un eccellente decimo posto: "io ero un gigantista, mi piaceva molto, ma in squadra ce n'erano già tanti e Cotelli mi disse 'Tu caro Plank farai la discesa'...e così fu! Devo ammettere che non mi è poi andata male!" Primo italiano a vincere in Valgardena "Che bella pista allora...si sbatteva da matti!"
Mauro Cornaz è stato atleta di Coppa del Mondo ma soprattutto tecnico ed allenatore, 4 anni con gli azzurri e 12 per la Francia, con la quale ha vinto due medaglie d'oro olimpiche, nel '98 a Nagano con Jean Luc Cretier e nel 2006 a Torino con Deneriaz. "Sono molto legato ad Antoine perchè questo successo lo abbiamo costruito e rincorso assieme. Dopo le prime prove lo provocai dicendogli che la parte iniziale proprio non gli si addiceva e avrebbe dovuto fare bene nei tratti successivi se avesse voluto vincere!" Così Deneriaz: "Un anno prima, in pieno infortunio al ginocchio, dissi a Mauro che avrei vinto l'oro a Torino e quella provocazione fu geniale...anche se la compresi solo più tardi! Una medaglia d'oro olimpica ti cambia la vita, dentro e fuori, solo chi ha provato può capirmi..." continua il transalpino. E qualcuno gli fa eco: "Già, io ce l'ho sempre messa tutta ma non ci sono riuscito. Mi sarebbe bastato anche solo salire sul podio. Neppure la coppa di discesa sono riuscito a vincere, ogni volta preceduto da Alphand!" Caro e simpatico Kristian Ghedina, sempre con il sorriso e la battuta pronta, disponibile con tutti ed onesto nel ripercorrere le tappe di una vita sugli sci durata più di dieci anni. Logico tornare sulla spaccata di Kitz: "...mio cugino mi aveva provocato dicendomi 'gnanca bon...gnanca omo...' così quasi senza accorgermene ho fatto un gesto che mi accompagnerà sempre." Non ci sono immagini invece della capriola fatta successivamente, sempre a Kitz, sulla Trappola per topi! Interviene Mauro Cornaz per ricordare come Ghedina, spalleggiato da Fattori, avesse provocato a Valloire un bravo sciatore tedesco nel tentativo di un salto freestyle...conclusosi malamente per l'incauto germanico! Deneriaz ricorda poi la brutta caduta di Are quando si infilò sotto le reti, perdendo nel forte impatto casco e conoscenza: "Furono istanti difficili e da allora cominciai a provare paura per la velocità. L'anno successivo iniziai a Lake Louise ma a Beaver Creek, dopo una sola discesa, mi avvicinai a Mauro e gli dissi che per me era finita, non sarei più sceso con un pettorale!"
(seconda parte)
(martedì 14 agosto 2012)