Grange iridato sulla Gudiberg; Moelgg di bronzo
LIVE DA GARMISCH-PARTENKIRCHEN (ore 15.40) – Grange oro iridato sulla Gudiberg. Il primo in carriera per il transalpino, in una bacheca di casa ancora troppo vuota per un talento come lui. Se c’era uno che oggi meritava questa medaglia – se non altro per rispettare anche le gerarchie stagionali – questo certamente era il transalpino: il migliore in questo momento tra i pali stretti dall’alto delle sue tre vittorie stagionali (Levi, Kitzbuehel, Schladming) e il podio di Wengen (3/o). Un ruolino di marcia che ha trovato solo una piccola battuta di arresto a cavallo di dicembre e gennaio, poi la macchina ha ripreso il suo cammino fino qui a Garmisch. Grange – il più veloce nella prima, leggermente più lento nella seconda - ha però sofferto. Una pista al limite della praticabilità, la Gudiberg di quest'oggi: dranti e ptx in azione prima e durante la prova - a compattare un fondo che tale non lo era più. Oltre un secondo di vantaggio al cancelletto di partenza per il francese sul redivivo svedese Jens Byggmark, uno che sembrava ormai smarrito per strada, e che oggi si ritrova con un argento al collo, bravo a risalire dalla sesta posizione della prima prova. Un vantaggio assottigliatosi rapidamente quello del transalpino, con quell’oro che negli ultimi metri della Gudiberg sembrava destinato inesorabilmente a cambiare colore. Grange però non c’è voluto stare ed ha trovato il giusto compromesso su questa neve ormai diventata una “pappa”. Un giorno ancora di mondiale e si sarebbe sciato sull’erba.
In tutto ciò spunta la medaglia di bronzo del nostro Manfred Moelgg: una medaglia cercata, ma non trovata nel gigante di venerdì, e rincorsa oggi con tutte le forze, anche con quelle forse della sorella Manuela, purtroppo lei si, ancora a secco di metalli pregiati. Il finanziere altoatesino non riesce a tenere fede alla regola del pettorale numero 1 di questo mondiale nelle discipline tecniche – vedi gli ori di Ligety, Maze e Schild – ma si porta comunque a casa un bronzo, seconda medaglia iridata della carriera dopo l’argento di quattro anni fa ad Aare. Bravo Manfred nella prima, ed altrettanto bravo nella seconda – alla faccia di chi lo dava ormai per spacciato – a conservare la giusta freddezza per aggrapparsi a questo podio iridato. Falliscono, invece, Kostelic, gli austriaci con il solo Matt (4/o) a salvare l’onore, e svizzeri. Il settimo e il ventiduesimo posto dei trentini Christian Deville e Stefano Gross completano una giornata felice in questa conclusione di mondiale per l’Italia. E’ mancato, invece, all’appello il campione olimpico Giuliano Razzoli – ed è quasi una costante quest’anno per l’emiliano con le cinque uscite su otto gare disputate. Il “Razzo” deve a questo punto voltare veramente pagina: troppe le gare non concluse dall’impresa olimpica di Vancouver, per pensare di poter rimanere tra i grandi di questa specialità.
Il bronzo di Manni proietta dunque l’Italia a quota sei, tra le top3 del medagliere di Garmisch, vinto dall’Austria (), con Francia seconda (per numero di ori) e noi terzi. Sei medaglie ad eguagliare anche il record assoluto - non quello però di qualità - per lo sci italiano nella storia dei mondiali di Sestriere ’97. Ora il circo bianco fa i bagagli per rituffarsi nella coppa del mondo: prossima fermata Aare in Svezia per le donne e Bansko in Bulgaria per gli uomini.
(domenica 20 febbraio 2011)
In tutto ciò spunta la medaglia di bronzo del nostro Manfred Moelgg: una medaglia cercata, ma non trovata nel gigante di venerdì, e rincorsa oggi con tutte le forze, anche con quelle forse della sorella Manuela, purtroppo lei si, ancora a secco di metalli pregiati. Il finanziere altoatesino non riesce a tenere fede alla regola del pettorale numero 1 di questo mondiale nelle discipline tecniche – vedi gli ori di Ligety, Maze e Schild – ma si porta comunque a casa un bronzo, seconda medaglia iridata della carriera dopo l’argento di quattro anni fa ad Aare. Bravo Manfred nella prima, ed altrettanto bravo nella seconda – alla faccia di chi lo dava ormai per spacciato – a conservare la giusta freddezza per aggrapparsi a questo podio iridato. Falliscono, invece, Kostelic, gli austriaci con il solo Matt (4/o) a salvare l’onore, e svizzeri. Il settimo e il ventiduesimo posto dei trentini Christian Deville e Stefano Gross completano una giornata felice in questa conclusione di mondiale per l’Italia. E’ mancato, invece, all’appello il campione olimpico Giuliano Razzoli – ed è quasi una costante quest’anno per l’emiliano con le cinque uscite su otto gare disputate. Il “Razzo” deve a questo punto voltare veramente pagina: troppe le gare non concluse dall’impresa olimpica di Vancouver, per pensare di poter rimanere tra i grandi di questa specialità.
Il bronzo di Manni proietta dunque l’Italia a quota sei, tra le top3 del medagliere di Garmisch, vinto dall’Austria (), con Francia seconda (per numero di ori) e noi terzi. Sei medaglie ad eguagliare anche il record assoluto - non quello però di qualità - per lo sci italiano nella storia dei mondiali di Sestriere ’97. Ora il circo bianco fa i bagagli per rituffarsi nella coppa del mondo: prossima fermata Aare in Svezia per le donne e Bansko in Bulgaria per gli uomini.
(domenica 20 febbraio 2011)