Il regolamento FIS peggiora l'infortunio di Giovanni Franzoni
Le regole sono regole, questa la doverosa premessa, ma le regole devono avere un senso, e non andare contro lo sport ed il senso comune.
Cos’è successo, e perché parliamo di regole?
E' successo un fatto purtroppo normale nello sci moderno, un atleta si è infortunato in gara, il 13 gennaio, nel superG di Wengen.
L’atleta è Giovanni Franzoni, polivalente veloce della squadra A, vincitore della Coppa Europa generale nella stagione 2021/2022.
Proprio grazie a quel risultato nella stagione 2022/2023, quella finita un mese e mezzo fa, aveva conquistato il 'posto fisso' in Cdm in tutte le specialità, e quando si è infortunato stava disputando la sua decima gara stagionale nella massima serie.
Convocato per l'opening di Soelden, ha poi gareggiato nella discesa e nel superg di Lake Louise, ha sfiorato il bersaglio grosso nel superG di Beaver, uscendo sul dosso finale, a tre porte dal traguardo. Tornato in Europa era in partenza nel gigante dell'Alta Badia ed era andato a punti in discesa e in superg a Bormio.
Qualche punto, ma non sufficienti per entrare nella top30 della WCSL in almeno una specialità.
Poi Wengen, l’impatto con le reti (che in quel punto erano quelle sbagliate, e Wengen non è nuova ad errori ed orrori di questo tipo), la corsa in ospedale in elicottero, gli accertamenti, la conferma del grave danno ai tendini, l’operazione chirurgica in Finlandia, e la riabilitazione post infortunio in corso...
Tutto più o meno normale, dicevamo.
Ciò che, invece, non è normale è la situazione un po’ grottesca che si è delineata in vista della prossima stagione: per il calcolo dei punti FIS 'base' il regolamento prevede che un atleta - che abbia subito un infortunio - possa accedere alla protezione del punteggio solo se ha disputato al massimo 8 gare in Coppa del Mondo.
Franzoni, quando ha impattato sulle reti di Wengen, aveva già aperto 10 cancelletti in gara, cioè due più del consentito, secondo le regole FIS.
Siamo in presenza di una regola iniqua, sbagliata, che mostra la sua mancanza di logica in modo evidente: come può un atleta polivalente, un giovane di sicuro avvenire che ha appena vinto la Coppa Europa, non essere considerato ‘infortunato’ il 13 gennaio, cioè nemmeno a metà stagione, con gran parte delle gare ancora da disputare, tra le quali quelle dei Mondiali, ai quali probabilmente avrebbe preso parte, almeno in superG?
Le conseguenze: Franzoni vedrà i suoi punti FIS alzarsi in modo considerevole, cosa che farà della sua prossima stagione, quella del rientro, un percorso ad handicap.
I numeri sono già pubblicati sul sito della Federazione: al momento dell'infortunio Giovanni aveva 25.86 punti FIS in discesa, 32.24 in slalom, 18.59 in gigante e 15 in superg.
Nella lista base per la prossima stagione si ritrova con 33.05 in discesa, 48.36 in slalom, 27.30 in gigante, 37.21 in superg.
Chi ha scritto le regole, per tutta evidenza, non ha previsto il caso di specie, cioè quello di un POLIVALENTE giovane con il diritto di partecipare alle gare di CdM in tutte le specialità (in teoria, anche lo slalom) e che per questo entro fine dicembre/metà gennaio ha già superato il limite fissato dalle regole per poter essere considerato ‘infortunato’.
Insomma potendo partecipare a tutte le gare, e volendo crescere in CdM dopo aver vinto il circuito continentale, è più che normale arrivare a gennaio con 10 gare disputate (su 18 in calendario fino a quel momento).
In generale va detto che una regola deve esserci: serve ad evitare che un atleta, infortunatosi per esempio a fine stagione non avendo ottenuto buoni risultati, possa avere un 'vantaggio' dall’infortunio (per dir così...), conservando punti FIS che non aveva confermato in gara.
Non è, tuttavia, il caso di Franzoni che, ripetiamo, si è infortunato il 13 gennaio, persino prima di metà stagione!
I suoi punti, dicevamo: Franzoni si trova con punteggi FIS palesemente ingiusti in tutte le specialità, e per nulla rappresentativi del suo valore.
I punti FIS hanno enorme importanza per determinare le liste di partenza per le gare di Coppa del Mondo: infatti i primi 30 pettorali vengono assegnati in base alla lista WCSL, ma dalla 31/a posizione si considerano i punti FIS. Quindi, ad esempio, un atleta che finisce la stagione in 20/a posizione della WCSL in una determinata disciplina può anche non preoccuparsi dei suoi punti FIS, se continua a fare punti in Coppa del Mondo. Ma se si trova, come Giovanni, fuori dai top30 della WCSl, i suoi punti FIS sono determinanti per abbassare i pettorali di partenza.
Invece con questi punteggi FIS Giovanni rischia di partire tra gli ultimi in tutte le gare.
La FIS si è sempre preoccupata di valutare correttamente il valore degli atleti, graduandoli secondo un sistema di punti che è cambiato nel tempo ma che ha sempre cercato una coerenza interna: dai 'punti' dipende la partecipazione o meno di un atleta ai vari circuiti, ed il suo pettorale nelle gare alle quali prende parte.
La FIS si è anche preoccupata, e con ragione, degli infortunati, fissando regole.
Purtroppo ogni regola è buona (o cattiva) fino a prova contraria, e che il limite di 8 gare di CdM sia troppo basso (nel caso di atleti polivalenti) si è dimostrato con chiarezza.
Mentre scriviamo, la questione è ancora aperta, ma la FIS non sembra disposta a tornare sui propri passi, ammettendo chiaramente di aver scritto un regolamento che presenta una pericolosa incongruenza.
La logica ed il buon senso cui abbiamo fatto riferimento vorrebbero che si trovasse una soluzione: nessuna Nazione, né le grandi né le piccole, è seriamente interessata o vuole che Franzoni sia penalizzato da una regola assurda, anche perché un regolamento sbagliato oggi colpisce lui, ma domani potrebbe colpire un altro...
Ci troviamo in un caso nel quale non si può più dire 'le regole sono regole e vanno rispettate, finché sono in vigore', perché la loro vigenza, quando sono tanto sbagliate, pregiudica lo sport: esse vanno cambiate, anche ‘in corsa’, e l’effetto deve essere retroattivo.
Solo con questo esercizio di elasticità si salva lo sport.
Solo con questo esercizio di buon senso si evita che un atleta come Franzoni si trovi pesantemente danneggiato.
Solo così, insomma, si evita il paradosso ed il grottesco per cui Franzoni risulta - per i ‘punti’ - meno forte di atleti che non hanno mai aperto un cancelletto in CdM, e verosimilmente non lo faranno nel prossimo futuro.
I punti FIS sono una roba seria, non si può farne una barzelletta: che poi Franzoni sarebbe tanto bravo da superare questa ingiustizia, è cosa senz’altro vera, ma il suo percorso deve ricominciare nella prossima stagione secondo un criterio di logica e giustizia, spesso assente in altri ambiti, ma non difficilmente realizzabile in ambito sportivo.
(martedì 9 maggio 2023)