TdG - Bello e impossibile
La FIS con l’esclusione di Hannes Zingerle ha perso una buona occasione per dimostrare elasticità nel tempo-covid che stiamo vivendo.
L’Italia correrà sotto contingente, ed è cosa grave, tanto più in una stagione nella quale l’unica certezza è l’incertezza.
Lo status di infortunato dura 8 mesi, e Zingerle da ‘vecchio’ calendario avrebbe potuto correre senza perderlo, scongiurando le dannose conseguenze sul suo punteggio FIS: invece l’anticipo di una settimana ha fatto cadere Soelden entro gli 8 mesi, da qui la decisione di Zingerle e dello staff della Nazionale di non correre.
Una vicenda che ha del paradossale, un rispetto puntiglioso delle regole da parte della FIS decisamente fuori luogo.
La direzione che Fis dovrebbe prendere è esattamente all’opposto: oltre a consentire a Zingerle di correre, ci vorrebbe molto altro.
Le regole sui requisiti di partecipazione alle gare di Coppa del mondo vanno rivisti, in particolare la regola che limita la partecipazione a gare di Coppa del mondo ad un solo atleta per nazione oltre l’80 del ranking: occorre allargare il limite al 150 del ranking ed aumentare di una unità i contingenti nazionali, almeno nelle discipline tecniche (slalom e gigante).
Così facendo, gli atleti al via aumenterebbero di una decina, perché non tutte le nazioni hanno atleti entro il 150 del ranking.
Dieci atleti, un piccolo rischio salute in più, direbbe qualcuno: non vogliamo rispondere, ci vorrebbe un articolo dedicato, ci limitiamo a dire che dieci atleti in più non sono nulla con controlli e protocolli adeguati.
La regola in vigore, molto stringente, ha senso - anche in tempi normali - soprattutto per le discipline veloci: limitare la partecipazione ai primi 80 garantisce che a Kitz, per esempio, corrano solo gli atleti più forti.
È una regola che guarda alla sicurezza degli atleti.
Nella stagione che si apre come da tradizione a Soelden, la Coppa Europa ha un calendario ma bisognerà vedere, le FIS sono un grosso punto di domanda.
Senza regole nuove, lo spettacolo della Coppa del mondo andrà in scena con protagonisti fortissimi ma senza la possibilità per altri, giovani e meno giovani, di inserirsi, semplicemente perché sarà di fatto impossibile.
In tempi eccezionali occorrono misure eccezionali.
Non vale solo per la salute, deve valere anche per le opportunità offerte agli atleti.
La scorsa stagione è bruscamente terminata, bruciando parte delle gare ed impedendo ad alcuni di emergere: se si lascia tutto com’è, si avrà un circuito di Coppa del mondo che si guarda allo specchio dicendo ‘quanto sono bello’, mentre tutto il resto del movimento agonistico di fatto tace, annichilito.
‘Bello e impossibile’, si potrebbe dire con Gianna Nannini.
(domenica 11 ottobre 2020)