TdG - Allegrini, frangar non flectar
Riccardo Allegrini, nazionale C, classe 2000, si è infortunato nello scorso mese di ottobre. Rottura del crociato, ed è la seconda, prima un ginocchio, poi l’altro.
Il ragazzo è tosto e non ha nessuna intenzione di farsi fermare dalla sfortuna: al rientro dal primo infortunio aveva corso la sua miglior stagione in assoluto, guadagnandosi la giacca della Nazionale con pieno merito.
Riccardo è tenace, tosto, talentuoso, e a suo agio sia tra i rapid gates sia tra le porte larghe del gigante: lo attendiamo in pista, quando il cronometro ricomincerà a misurare il tempo.
Ecco cosa ci ha raccontato.
Un crociato rotto, poi l’altro...come affronti la prossima stagione?
Affronto la prossima stagione come se non fosse successo nulla. Indipendentemente da come sarà l’inizio della stagione, analizzerò le gare nel modo più naturale possibile, senza tenere conto dell infortunio, cosa che mi ha aiutato tanto già in precedenza. Mi concentro quindi solo sulla gara pensando che non mi sia mai successo nulla.
Le regole FIS penalizzano un po’ gli infortunati. Pensi che qualcosa dovrebbe essere cambiato?
Credo che qualcosa più che cambiato vada adeguato. Giustamente la regola del 10% dell’aumento dei punti fis per chi si fosse infortunato era calcolata su una base minima di 6 punti fis in coppa Europa e 9 nelle fis. Ora essendo cambiato tutto, il 10% della base minima della coppa Europa sono 1,5 punti, quindi se ho 15 punti e mi faccio male, mi saliranno a 16,5.... se prima avevo 6 punti e mi facevo male, avrei avuto 6,60 punti. Credo che ci sia una bella differenza!
I punti FIS sono importanti...come giudichi chi va in giro per il mondo per abbassarli?
Andare lontano per fare punti Fis come tutte le cose ha un lato positivo e uno negativo. Sicuramente con il nuovo sistema di punteggi fis andare lontano può essere un aiuto maggiore rispetto a prima, ma va anche valutato che sempre più nazioni tendono ad andare fuori continente per cercare di abbassare il punteggio, alzando quindi il livello delle competizioni stesse. Io rimango fisso nell’idea che chi vale veramente prima o poi arriverà. Con un po’ di ritardo o bruciando le tappe, ma chi veramente vale arriverà anche passando per fis e coppa Europa. Sicuramente abbassare i punti fuori Europa aiuta un atleta di talento ad arrivare più velocemente alla vetta.
Alcuni senior provano anche dopo i 25/26 a entrare nel giro che conta...Cosa pensi di questi atleti?
Io penso che chiunque continui a sciare a 25/26 anni con l’obiettivo di arrivare in alto e rimanerci sia qualcuno che in passato ha già dimostrato di avere un qualcosa in più e che, o per sfortuna o per altri fattori, si è perso. L’ultimo caso è quello di Alex Hofer, che in un anno è passato dalle Fis alla Cdm. Credo che comunque finché ci si diverta in quello che si fa e ciò non si trasformi in un peso, sia giusto continuare.
Cosa pensi dei bambini e degli adolescenti di 13 anni che vengono super-allenati come se fossero Aspiranti?
Penso che ci sia il giusto tempo per ogni cosa. Bambini che vengono gestiti come se fossero già dei professionisti lo capisco finché non gli si precluda il divertimento. Quel periodo di età è fondamentale per acquisire diversi movimenti motori ed equilibri. Un giorno di fuoripista o un giorno diverso tra salti e divertimento non fa male, anzi... bisogna sempre far si che ci sia divertimento e stimoli perché le gare che contano veramente non sono né il Topolino né il Pinocchio.
(giovedì 16 aprile 2020)