TdG - Marsaglia bum a Beaver
Matteo Marsaglia fa il quarto posto nella DH di Beaver Creek.
Miglior risultato in carriera in questa disciplina, ma Matteo in passato è stato capace di vincere in Coppa del mondo, tra le maglie più strette del super g.
Oggi, a 36 anni, arriva vicino al podio, meno di due decimi da Feuz, terzo, che appena arrivato al traguardo aveva la faccia di chi ha trovato la macchina rigata sulla fiancata, ma poi è rimasto terzo, perché il carrozziere gli ha detto ‘no problem, una lucidata e la riga va via’.
Bella storia quella di Marsaglia.
Una carriera lunghissima, passata attraverso infortuni e polivalenza, cadute e rinascite.
Niente di strano, lo sci è così.
Il ‘romano di S.Sicario’, che lasciò il Colosseo per inseguire il sogno (realizzato) di diventare un atleta di Coppa del mondo, con questo quarto posto cala l’asso e mette un’ipoteca pesante sulla sua presenza all’appuntamento olimpico, almeno in DH.
Lo fa ripartendo dalla A2: sì, perché Marsaglia a maggio è stato collocato nel gruppo dei più giovani, Bosca, Zazzi, Schieder e Molteni, quattro velocisti dai 23 ai 28 anni. Matteo di anni ne ha 36, e forse ha anche sorriso vedendosi ‘retrocesso’.
Personalmente non ho capito la ragione di questa scelta, se si voleva dare una guida ai più giovani era sufficiente farli allenare (come accade spesso, e molto giustamente) con Paris & co.
Formalizzare la retrocessione di un atleta come Matteo, che l’anno scorso ha comunque fatto risultati intorno alla 20esima posizione, non è stato bello.
Ma non importa, tutto bene, tutto giusto (quasi), le nevi americane hanno parlato, e speriamo che parlino anche quelle europee.
Due parole sulla discesa di Beaver: segnali da Paris, quinto. Ha faticato in superg, ma lui è Paris, il velocista italiano più vincente della storia, il plurivincitore di Kitz e Bormio...
Casse buono nei superg, soprattutto nel primo, Inner discreto, Buzzi in difficoltà, i giovani della A2 (Bosca, Zazzi, Molteni), schierati a rotazione, hanno faticato, ma qualche parziale buono c’è stato, niente drammi, please.
Ci sono dei film con un finale a sorpresa, altri con un lieto fine.
Il film di Beaver Creek ha un finale aperto, interpretatelo come volete.
Non è nemmeno un finale, in realtà, perché la stagione è appena cominciata.
La sceneggiatura nello sport la scrivono gli atleti, aiutati da altri professionisti, ma in pista poi ci vanno loro.
Buon lavoro, Matteo, hai scritto una bella scena.
(domenica 5 dicembre 2021)