Gli svizzeri Kueng e Murisier criticano la FIS
Dopo l'ennesima stagione travagliata, la scorsa è finita ai primi di gennaio per una lesione al tendine rotuleo del ginocchio sinistro, Patrick Kueng è pronto per tornare a pieno ritmo in Coppa del Mondo, a cominciare dalla libera di Lake Louise.
Settimana scorsa, prima della gara inaugurale di Soelden cui non ha partecipato, l'elvetico ha alzato la voce e i toni, e in una videointervista per la serie "Audi - Road to St.Moritz" ha dichiarato: "nello sci alpino non è possibile formare un consiglio degli atleti come nel tennis. Non capisco perchè. Gli sciatori sono stupidi? No, semplicemente non riusciamo a metterci insieme."
Dunque Patrick punta il dito contro l'incapacità, o la mancanza di consuetudine, di fare gruppo tra gli atleti top. A onor del vero uno di quelli più attivi è sempre stato il suo connazionale Didier Cuche, ma è vero che su questo argomento rimangono moltissimi passi da fare.
Qualche giorno più tardi su facebook Patrick ha pubblicato l'intera intervista chiarendo il suo pensiero: "non volevo offendere nessuno, potete farvi un'idea sentendo direttamente la mia voce."
Nella stessa intervista il 32enne velocista affronta un altro argomento spinoso, ovvero la perdita costante di appeal della Coppa del Mondo, frutto, a suo dire, di scelte tecniche e di marketing sbagliate, che portano la FIS ad essere sempre in ritardo.
"Non è cambiato molto negli ultimi anni in termini di marketing. Le gare di oggi o di 10 anni fa sono praticamente le stesse. I premi gara sono bassi, dovremmo essere notevolmente aumentati. Rischiamo la vita e la salute e dobbiamo essere ricompensati adeguatamente."
Ed ecco qualche idea dello svizzero, che vanta 2 vittorie e 3 podi in CdM: più gare notturne, per slalom e gigante, aumentare il numero di gare ospitate dalle tappe classiche, come Kitzbuehel, Schladming o Wengen. E mandare in pensione, subito, le supercombinate.
Non meno duro l'attacco di un altro elvetico, Justin Murisier, raccolto dal magazine Blich.ch.
Murisier, ottimo 7/o domenica sul Rettenbach, attacca la federazione sulla questione sponsorizzazioni: "una volta gli atleti riuscivano a vivere grazie ai contratti con i fornitori di materiali. Ma a causa della crisi nell'industria dello sci girano sempre meno soldi, e i più giovani devono trovare nuovi modi per raccogliere fondi. Ma la FIS, spesso, non lo permette. Ad esempio alcuni atleti sono stati capaci di vendere la propria immagine a produttori di bibite e bevande ma ora, secondo le regole FIS, non possiamo portare le bibite al leader corner e mostrarle alle telecamere. Dunque siamo privati di una importante fonte di guadagno."
La Blick.ch riporta anche le parole del Direttore Marketing della FIS, Joerg Capol che spiega: "al leader corner dobbiamo proteggere lo sponsor che paga per essere presente sui pettorali. Non possiamo permettere che gli atleti coprano il pettorale con oggetti o con bottiglie in mano o cose così. Ma gli atleti sono ovviamente autorizzati a bere nel leader corner, ma da bottiglie di dimensioni normali."
(mercoledì 26 ottobre 2016)