Mikaela, ancora tu! Shiffrin miracolo della natura
Tutto come ieri, o quasi. Dai, un errore alla terza porta della seconda manche ha quanto meno aggiunto un pizzico di pepe ad una gara dal destino già segnato, a meno di errori di Mikaela Shiffrin.
Ma la sciocchezza, Mikaela, l'aveva già fatta venerdì ed un regalo a settimana è più che sufficiente e così la ventenne dominatrice dello slalom si è preoccupata di riprendere il giusto assetto e di tornare a macinare pali, pista, avversarie. Ed alla fine è davvero tutto come ieri, con Frida Hansdotter a seguire a debita distanza (2.65), facendosi accompagnare sul podio da Sarka Zahrobska, ovvero le due ragazze che compongono la seconda serie dello slalom attuale, assieme a Veronika Zuzulova, oggi fuori nella prima manche. Poco dietro quella che potrebbe essere definita la terza categoria dello slalom ha rivisto parzialmente in auge Erin Mielzynski, seguita dalle due austriache Carmen Thalmann e Michaela Kirchgasser (chiamatele, se volete, soddisfazioni, per un Wunderteam in gonnella che rischia la crisi d'astinenza) e dalla sempre più convincente Petra Vlhova che in questa due giorni di Aspen ha costruito una significativa dose di sicurezze. Va bene, oggi non sono maturati distacchi record (anche se l'ottava, la dolce Nina Loeseth, se ne torna in albergo comunque appesantita di 4 secondi), ma il motivetto in fondo resta lo stesso. Ovvero che questa Mikaela Shiffrin fa paura, impressiona per quel mix di qualità che riesce a mettere in pista contemporaneamente. Pensate ad una qualità della slalomista perfetta e scoprirete che Mikaela vi eccelle. E a sentire queste parole, nella mente prende forma un'immagine significativa, quella di una sorta di miracolo della natura, una commistione forse irripetibile di doti che ha reso possibile plasmare un simile talento.
Attenzione, perchè in determinati contesti una simile incompetitività potrebbe rischiare di condurre alla noia. Ma non in questo caso: d'accordo, la Shiffrin è unica giudice dello slalom, spetta a lei decidere se vincere o meno (in caso di errori), ma questo non limita affatto la bellezza del vederla in azione, quella danza, quella sinfonia, quell'apoteosi di grazia, potenza e velocità che riesce addirittura a far sbiadire illustri predeccessori. Perchè Mikaela è ammaliante, nella sua essenzialità. E' magnetica nella sua centralità. E' impressionante nella sua stabilità, fisica e mentale. Nessuno oggi può dire quanto possa durare una simile condizione psico-fisica, se sia destinata a riscrivere fino in fondo la storia dello slalom (e della Coppa del Mondo) o se sarà un fugace capitolo in questo compendio di tecnica e classe che è la carriera della Shiffrin. Lo scopriremo in futuro, ma adesso, estasiati da questa due giorni surreale, non possiamo che inneggiare al miracolo sportivo.
Incenso necessario, questo, per tentare di dare misura alla grandezza di questa ragazza. Credo ne conveniate.
Per il resto, c'è da segnalare la sorpresa elvetica Charlotte Chable, ottima nona, e la nerissima giornata azzurra che nella seconda manche vede svanire la possibile rimonta di Chiara Costazza - finalmente incisiva e costante, prima dell'errore di linea - e l'occasione di top ten di Irene Curtoni, causa inforcata nella parte alta. Resta il 23imo posto di Manuela Moelgg, non tanto, in realtà.
Ma per fortuna gli occhi ancora risplendono grazie a Mikaela Shiffrin.
(domenica 29 novembre 2015)