Ligety spaziale, ma Simoncelli è miracoloso!
D'accordo, per sognare il tris azzurro a Beaver Creek bisognava azzoppare Ligety oppure sabotargli in qualche modo gli attacchi. Perchè al momento l'americano è una, due, tre spanne sopra tutti gli altri. Forse non è mai stato così forte, nonostante sci che pare non gli piacciano. Dettagli: a Solden ha seppellito tutti con quasi tre secondi di margine; oggi in Colorado sono stati "solo" poco meno di due, ma la sostanza non cambia, Ligety è semplicemente imperioso.
Ma il terzo posto di Simoncelli vale una vittoria, anzi, vale di più. Perchè permette al trentatreenne trentino di sconfiggere la sfortuna, di cancellare il terribile incubo di quel grave, gravissimo incidente di fine giugno, quando solo un'operazione d'urgenza scongiurò rischi probabilmente tragici.
Cinque mesi dopo, Davide Simoncelli può sorridere al ricordo, dall'alto di un podio nobile, con un Marcel Hirscher umano a separarlo dal fenomeno Ligety. La Birds of Prey insomma sorride ancora all'Italsci: dopo i trionfi di Innerhofer e Marsaglia nella velocità, oggi tocca a Simoncelli sventolare il tricolore sul podio e la differenza tra primo e terzo posto quasi non si sente, perchè, lo ripetiamo, questo risultato vale una vittoria. Impossibile azzardare un risultato così, solo due mesi fa: Simoncelli arrivava a Solden con due settimane complessive di sci "decente" nelle gambe, eppure nella nebbia del Rettenbach seppe difendersi egregiamente, pur con l'uscita finale. Ma ipotizzare che un mese dopo potesse tener testa a Hirscher su una pista sulla carta poco amica poteva sembrare un'eresia. Eppure lo sport sa regalare favole che proprio per la loro imprevedibilità sono gustose, dolci come miele: è sempre rischioso cedere al sentimentalismo, ma in determinate occasioni ci vuole, anche per chiudere il cerchio dopo il miracoloso successo di Winnerhofer, a bersaglio dopo mesi tribolatissimi, ed il bis di Marsaglia, diventato scorrevolissimo lui che fino a poco fa era inesorabilmente aggrappato agli spigoli: il terzo miracolo (sportivo, s'intende) del fine settimana a stelle e strisce benedice Simoncelli ed è un piacere vederlo lì, felice e incredulo, a salire sul terzo gradino del podio.
Quello che più ha impressionato dell'azione di Simoncelli è stata la pulizia: d'accordo, qualche intraversata è inevitabile - mica si può stravolgere il proprio DNA - ma tutto perfettamente inserito in un contesto di resa perfetta; la stessa che invero ha messo in mostra anche Manni Moelgg, eccellente quarto e al terzo risultato utile, utilissimo consecutivo: se due indizi non fossero bastati, oggi è arrivata la prova definitiva. Moelgg è tornato. E con lui anche Simoncelli, mentre Blardone ha lanciato segnali importanti dopo un grave errore nella prima manche per risalire nove posizioni e chiudere nono; davanti a lui il rientrante Pinturault (4°), quindi Svindal, Jansrud e Dopfer..
Vabbè, Ligety è ancora là davanti, imprendibile; Hirscher sa vendere cara la pelle pur non essendo (ancora?) spumeggiante come l'anno passato, ma su di lui pende la possibilità di una preparazione incentrata soprattutto sull'appuntamento iridato sotto casa; dietro c'è l'Italia: piano piano il Dream Team che fu sta tornando a squillare, sull'onda del recupero dei Moelgg e dei Simoncelli e della riconferma di Blardone. A Beaver sono mancati i giovani: Borsotti e De Aliprandini hanno sprecato con errori la chance della qualifica, Eisath (che poi giovane non è) ha svolto il compitino per chiudere 25imo. Ma vabbè, la festa può scoppiare anche oggi: c'è da godersi il terzo miracolo sportivo del week-end. Troppa grazia? Ma no, il bello deve ancora venire, ora si torna in Europa e tra dieci giorni il Circo Bianco sbarca sulle Dolomiti. L'acquolina in bocca è quella giusta.
(domenica 2 dicembre 2012)
Ma il terzo posto di Simoncelli vale una vittoria, anzi, vale di più. Perchè permette al trentatreenne trentino di sconfiggere la sfortuna, di cancellare il terribile incubo di quel grave, gravissimo incidente di fine giugno, quando solo un'operazione d'urgenza scongiurò rischi probabilmente tragici.
Cinque mesi dopo, Davide Simoncelli può sorridere al ricordo, dall'alto di un podio nobile, con un Marcel Hirscher umano a separarlo dal fenomeno Ligety. La Birds of Prey insomma sorride ancora all'Italsci: dopo i trionfi di Innerhofer e Marsaglia nella velocità, oggi tocca a Simoncelli sventolare il tricolore sul podio e la differenza tra primo e terzo posto quasi non si sente, perchè, lo ripetiamo, questo risultato vale una vittoria. Impossibile azzardare un risultato così, solo due mesi fa: Simoncelli arrivava a Solden con due settimane complessive di sci "decente" nelle gambe, eppure nella nebbia del Rettenbach seppe difendersi egregiamente, pur con l'uscita finale. Ma ipotizzare che un mese dopo potesse tener testa a Hirscher su una pista sulla carta poco amica poteva sembrare un'eresia. Eppure lo sport sa regalare favole che proprio per la loro imprevedibilità sono gustose, dolci come miele: è sempre rischioso cedere al sentimentalismo, ma in determinate occasioni ci vuole, anche per chiudere il cerchio dopo il miracoloso successo di Winnerhofer, a bersaglio dopo mesi tribolatissimi, ed il bis di Marsaglia, diventato scorrevolissimo lui che fino a poco fa era inesorabilmente aggrappato agli spigoli: il terzo miracolo (sportivo, s'intende) del fine settimana a stelle e strisce benedice Simoncelli ed è un piacere vederlo lì, felice e incredulo, a salire sul terzo gradino del podio.
Quello che più ha impressionato dell'azione di Simoncelli è stata la pulizia: d'accordo, qualche intraversata è inevitabile - mica si può stravolgere il proprio DNA - ma tutto perfettamente inserito in un contesto di resa perfetta; la stessa che invero ha messo in mostra anche Manni Moelgg, eccellente quarto e al terzo risultato utile, utilissimo consecutivo: se due indizi non fossero bastati, oggi è arrivata la prova definitiva. Moelgg è tornato. E con lui anche Simoncelli, mentre Blardone ha lanciato segnali importanti dopo un grave errore nella prima manche per risalire nove posizioni e chiudere nono; davanti a lui il rientrante Pinturault (4°), quindi Svindal, Jansrud e Dopfer..
Vabbè, Ligety è ancora là davanti, imprendibile; Hirscher sa vendere cara la pelle pur non essendo (ancora?) spumeggiante come l'anno passato, ma su di lui pende la possibilità di una preparazione incentrata soprattutto sull'appuntamento iridato sotto casa; dietro c'è l'Italia: piano piano il Dream Team che fu sta tornando a squillare, sull'onda del recupero dei Moelgg e dei Simoncelli e della riconferma di Blardone. A Beaver sono mancati i giovani: Borsotti e De Aliprandini hanno sprecato con errori la chance della qualifica, Eisath (che poi giovane non è) ha svolto il compitino per chiudere 25imo. Ma vabbè, la festa può scoppiare anche oggi: c'è da godersi il terzo miracolo sportivo del week-end. Troppa grazia? Ma no, il bello deve ancora venire, ora si torna in Europa e tra dieci giorni il Circo Bianco sbarca sulle Dolomiti. L'acquolina in bocca è quella giusta.
(domenica 2 dicembre 2012)