Kilian Albrecht guida la protesta degli atleti
La pagina Facebook di Kilian Albrecht, ex slalomista austriaco ora rappresentante degli atleti, ha ospitato nello scorso weekend un lungo dibattito sulle nuove regole, e facendo seguito alle lamentele di Ligety, Nickerson e Olsson molti altri atleti hanno espresso la propria opinione. Lo stesso Kilian ha lanciato la provocazione: "date voce agli atleti, lo sole persone che sanno come stanno le cose!" Hanno risposto Pernilla Wiberg, Jukka Leino, Julien Lizeroux...Marco Buechel ha parzialmente difeso la FIS, puntando il dito contro le aziende e accusando gli atleti di non essersi fatti vivi prima. Marco è stato uno dei tester dei nuovi sci; sostiene che gli sci da GS devono essere meno aggressivi, e che dagli atleti deve arrivare UNA proposta, non molte.
Poi hanno scritto Hubertus Von Hohenlohe, Kjetil Jansrud, Jon Olsson e il nostro Werner Heel che ha scritto un lunghissimo post, ribadendo che senza atleti non ci può essere lo sport, e senza aziende non ci sono sponsort: "Corriamo sulle piste a 140 km/h, chi altro se non noi può dire cosa va bene e cosa no?"
Gli atleti non sono rimasti con le mani in mano ed hanno pubblicato ieri sul sito ski.freesponsible.info una lunga lettera formale indirizzata alla FIS che pubblichiamo separatamente. Lo stesso Kilian Albrecht ha introdotto l'iniziativa con questo pensiero: "Come avevo già detto durante il meeting di Portoroz, ho raccolto molti commenti da parte degli atleti circa la preparazione delle piste. L'opinione unanime è che avere condizioni uniformi dalla partenza all'arrivo possa aiutare a prevenire gli infortuni più che nuove regole sulle misure degli sci. Voglio precisare che sono gli atleti a fare lo sport, sono loro che rischiano la salute e anche la vita. Sono tutti maturi e responsabili e sanno quello che fanno e perciò spero che la FIS tenga in seria considerazione la loro opinione. Voglio dire subito che speriamo che la FIS non dica di aver voluto rendere più sicuro lo sci e che gli atleti si sono opposti. Se ci sono idee intelligenti come la larghezza dello sci o altre gli atleti sono i primi a considerarli. Per il futuro spero che la voce degli atleti sia maggiormente ascoltata perchè si parla della sicurezza del nostro sport. Possiamo rendere lo sport più sicuro solo se la FIS e le federazione terranno conto degli atleti nelle loro decisioni. L'atleta è colui che meglio di tutti conosce e capisce le forze e i pericoli che si creano durante una gara, sulla pista, sui tracciamenti ed è quindi la miglior risorsa. Gli atleti non vogliono che lo sci alpino perda di interesse perchè siamo consapevoli che ci sono molti altri grandi sport nel mondo. Dunque spero che riusciremo ad avere un miglior dialogo con la FIS in futuro e come tutti possono vedere gli atleti possono essere compatti e farsi sentire."
(martedì 30 agosto 2011)
Poi hanno scritto Hubertus Von Hohenlohe, Kjetil Jansrud, Jon Olsson e il nostro Werner Heel che ha scritto un lunghissimo post, ribadendo che senza atleti non ci può essere lo sport, e senza aziende non ci sono sponsort: "Corriamo sulle piste a 140 km/h, chi altro se non noi può dire cosa va bene e cosa no?"
Gli atleti non sono rimasti con le mani in mano ed hanno pubblicato ieri sul sito ski.freesponsible.info una lunga lettera formale indirizzata alla FIS che pubblichiamo separatamente. Lo stesso Kilian Albrecht ha introdotto l'iniziativa con questo pensiero: "Come avevo già detto durante il meeting di Portoroz, ho raccolto molti commenti da parte degli atleti circa la preparazione delle piste. L'opinione unanime è che avere condizioni uniformi dalla partenza all'arrivo possa aiutare a prevenire gli infortuni più che nuove regole sulle misure degli sci. Voglio precisare che sono gli atleti a fare lo sport, sono loro che rischiano la salute e anche la vita. Sono tutti maturi e responsabili e sanno quello che fanno e perciò spero che la FIS tenga in seria considerazione la loro opinione. Voglio dire subito che speriamo che la FIS non dica di aver voluto rendere più sicuro lo sci e che gli atleti si sono opposti. Se ci sono idee intelligenti come la larghezza dello sci o altre gli atleti sono i primi a considerarli. Per il futuro spero che la voce degli atleti sia maggiormente ascoltata perchè si parla della sicurezza del nostro sport. Possiamo rendere lo sport più sicuro solo se la FIS e le federazione terranno conto degli atleti nelle loro decisioni. L'atleta è colui che meglio di tutti conosce e capisce le forze e i pericoli che si creano durante una gara, sulla pista, sui tracciamenti ed è quindi la miglior risorsa. Gli atleti non vogliono che lo sci alpino perda di interesse perchè siamo consapevoli che ci sono molti altri grandi sport nel mondo. Dunque spero che riusciremo ad avere un miglior dialogo con la FIS in futuro e come tutti possono vedere gli atleti possono essere compatti e farsi sentire."
(martedì 30 agosto 2011)