Gigante Ligety sulla Kandahar; affonda l'Italia
LIVE DA GARMISCH-PARTENKIRCHEN (ore 14.30) – Oro Stati Uniti. Finalmente la squadra a stelle e strisce si sdogana a questo mondiale. Persa l’alfiera Lindsey Vonn per strada, questa volta tocca a Ted Ligety riporre la medaglia più pregiata in bacheca, soffiandola via dalle mani del gigante Svindal, risvegliatosi – dopo una manche troppo fallosa - ai piedi del podio, dopo aver cullato i sogni di una storica doppietta. Ligety, il vincitore quest’anno di 3 giganti in coppa del mondo, timbra il cartellino in un gigante versione sprint. Tutta colpa della nebbia che ha costretto gli organizzatori tedeschi e Guenther Hujara ad optare per una partenza ribassata, dunque con circa 100 metri di tracciato in meno e una dozzina di porte mancanti. Lo statunitense rimane già nella prima a tiro di medaglia e poi con una seconda manche tutta all’attacco e sfruttando qualche leggera sbavatura dei suoi diretti avversari trova il treno giusto per mettersi al collo la seconda medaglia per lui ad una rassegna iridata dopo il bronzo di due anni fa a Val d’Isere. Ligety condivide il podio con il francese Cyprien Richard, e con il giovane austriaco Philipp Schoerghofer, il vincitore dell’ultimo gigante di Hinterstoder. Solo quarto, dunque, il norvegese Aksel Lund Svindal che aveva chiuso al comando la prima manche. Restano a bocca asciutta gli svizzeri. Janka e Cuche, alle prese con problemi fisici, non riescono ad infiammare il loro coloriti e rumorosi fans e si devono accontentare del 7/o ed 8/o posto. Tra i top10 troviamo altri francesi oltre all’argento di Richard: Fanara (6/o) e De Tessieres (9/o), insieme al finlandese Sandell (10/o). Subito fuori Bode Miller: il crazy boy di Franconia, mattatore delle serate bavaresi – ritrova lo smalto dei bei tempi passati e con il miglior tempo nella seconda prova risale quattordici posizioni chiudendo 12/o. Dopo l’ubriacatura di questi giorni, con il tornado Innerhofer e con Fill e Brignone, brusco risveglio, invece, in Casa Italia. Eravamo la squadra più forte del mondo in gigante, ora, alla luce del risultato odierno, ma non solo di quello, restano le macerie da sgombrare immediatamente se si vuole ripartire subito ed aprire un nuovo ciclo. Di questo ne dovrà tenere conto la nostra guida tecnica – Ravetto o chi verrà dopo di lui – quando dovrà programmare in chiave Sochi 2014. Oggi è forse stata scritta una delle pagine più buie di questa specialità ad una rassegna iridata per la nostra squadra. Non partivamo da favoriti, ma non si poteva minimamente immaginare alla vigilia di raccogliere solo un 17/o posto con Manfred Moelgg ed un 20/o con Davide Simoncelli. Una Caporetto, dunque, resa tale anche dal buco nero nel quale è precipitato fin dalla prima manche Max Blardone, finito addirittura fuori dai trenta della prima prova, per poi risalire qualcosa (30/o) nella seconda, preceduto di due posti anche dal giovane debuttante piemontese Giovanni Borsotti. Domani l’appuntamento è con lo slalom speciale donne con la nostra Manuela Moelgg in corsa per una medaglia e per risollevare l'umore odierno.
(venerdì 18 febbraio 2011)
(venerdì 18 febbraio 2011)