Innerhofer trasforma il ghiaccio in oro. Che gara!
Brividi lungo la schiena, brividi lungo la Kandahar per una delle gare più emozionanti degli ultimi anni. Brividi per il ghiaccio, brividi per un Christof Innerhofer perfetto come mai, brividi per la medaglia d'oro che il pusterese di Gais si è messo al collo in questa seconda giornata dei Campionati Mondiali di Garmisch Partenkirchen.
E non sono iperboli, tutti questi richiami al brivido, alla tensione, allo spettacolo. Non è campanilismo per la vittoria di un azzurro. No, nulla di tutto ciò: questo SuperG di Garmisch è stato un concentrato di spettacolo con tutti gli ingredienti del caso, tecnicità, passaggi da pelle d'oca, picchiate, tornantoni, dossi, ghiaccio vivo. Una gara per uomini duri, tosti, con gli attributi.
Una gara per uomini come Inner.
Ed Inner lo sapeva che poteva essere il suo giorno, questo mercoledì di febbraio. Lo sapeva e ha fatto tutto perchè lo diventasse, cercando di lasciarsi alle spalle i piazzamenti di Vancouver o di Val d'Isere, per scaricare tutta la propria potenza e tecnica sul ghiaccio della Kandahar. Ha studiato alla perfezione ogni passaggio, compreso quel dosso dopo un minuto di gara che complice il fondo di vetro scaricava notevolmente a valle. Ha studiato bene, ha sciato anche meglio. E così è maturato l'oro mondiale, così è maturata la gara della vita, o almeno, di questa prima parte di carriera. Sessanta centesimi di vantaggio su Hannes Reichelt, l'austriaco che con il successo di Hinterstoder si è rilanciato in questa disciplina fantastica. Il primo, insieme a Bode Miller, a capire come si sarebbe dovuto affrontare quel critico passaggio a tre quarti di gara. Ma poi Inner ha dimostrato che in fondo si poteva fare anche meglio: "Fino ad oggi ti sei risparmiato qualcosa, Christof: oggi devi dare tutto e vada come vada" si è detto, stamane. E' andata, Christof, è andata bene, è andata che sei stato il migliore, è andata che sei il nuovo campione del Mondo di SuperG, 4 anni dopo Patrick Staudacher.
Si può dire che magari Miller, se non avesse perso il bastoncino, avrebbe potuto contendere il successo a Inner. Forse sì, ma forse no: questo Inner è stato perfetto, ha fatto il meglio possibile in condizioni difficili sia sul piano che sul ripido, con sci che non volevano saperne di seguire la linea migliore, con big incapaci di tenere su questo ghiaccio, con la compressione finale che faceva perdere la bussola per la stanchezza a gente che in genere non si inchina di fronte a nessuno, leggasi Svindal, Ligety, Janka lo stesso Werner Heel, ottimo ottavo nonostante i gravi errori.
Oggi il ghiaccio di Garmisch ha incoronato Christof Innerhofer: una sorta di predestinato, perchè tutti erano convinti che prima o poi questo ventiseienne delle Fiamme Gialle avrebbe sfondato; c'era solo da capire quando. Il momento è arrivato e conoscendo la mentalità di questo effervescente ragazzo, ci si può sbilanciare e dire che ai piedi dello Zugspitze potrebbe davvero iniziare la nuova carriera di Innerhofer. Staremo a vedere, nel frattempo ci coccoliamo questo oro brillante, lucido come il ghiaccio su cui è maturato.
Innerhofer, Reichelt e... Kostelic. Il croato si è superato ancora una volta, sciando alla grande per lasciarsi alle spalle Cuche, Raich e Baumann. E la gioia per il trionfo di Innerhofer non deve far passare in secondo piano l'ottavo posto di Heel ed il nono di Fill: ottimi piazzamenti, nella giornata di Christof, così come il 14imo di Matteo Marsaglia. Oggi è festa azzurra, festa per tutti.
(mercoledì 9 febbraio 2011)
E non sono iperboli, tutti questi richiami al brivido, alla tensione, allo spettacolo. Non è campanilismo per la vittoria di un azzurro. No, nulla di tutto ciò: questo SuperG di Garmisch è stato un concentrato di spettacolo con tutti gli ingredienti del caso, tecnicità, passaggi da pelle d'oca, picchiate, tornantoni, dossi, ghiaccio vivo. Una gara per uomini duri, tosti, con gli attributi.
Una gara per uomini come Inner.
Ed Inner lo sapeva che poteva essere il suo giorno, questo mercoledì di febbraio. Lo sapeva e ha fatto tutto perchè lo diventasse, cercando di lasciarsi alle spalle i piazzamenti di Vancouver o di Val d'Isere, per scaricare tutta la propria potenza e tecnica sul ghiaccio della Kandahar. Ha studiato alla perfezione ogni passaggio, compreso quel dosso dopo un minuto di gara che complice il fondo di vetro scaricava notevolmente a valle. Ha studiato bene, ha sciato anche meglio. E così è maturato l'oro mondiale, così è maturata la gara della vita, o almeno, di questa prima parte di carriera. Sessanta centesimi di vantaggio su Hannes Reichelt, l'austriaco che con il successo di Hinterstoder si è rilanciato in questa disciplina fantastica. Il primo, insieme a Bode Miller, a capire come si sarebbe dovuto affrontare quel critico passaggio a tre quarti di gara. Ma poi Inner ha dimostrato che in fondo si poteva fare anche meglio: "Fino ad oggi ti sei risparmiato qualcosa, Christof: oggi devi dare tutto e vada come vada" si è detto, stamane. E' andata, Christof, è andata bene, è andata che sei stato il migliore, è andata che sei il nuovo campione del Mondo di SuperG, 4 anni dopo Patrick Staudacher.
Si può dire che magari Miller, se non avesse perso il bastoncino, avrebbe potuto contendere il successo a Inner. Forse sì, ma forse no: questo Inner è stato perfetto, ha fatto il meglio possibile in condizioni difficili sia sul piano che sul ripido, con sci che non volevano saperne di seguire la linea migliore, con big incapaci di tenere su questo ghiaccio, con la compressione finale che faceva perdere la bussola per la stanchezza a gente che in genere non si inchina di fronte a nessuno, leggasi Svindal, Ligety, Janka lo stesso Werner Heel, ottimo ottavo nonostante i gravi errori.
Oggi il ghiaccio di Garmisch ha incoronato Christof Innerhofer: una sorta di predestinato, perchè tutti erano convinti che prima o poi questo ventiseienne delle Fiamme Gialle avrebbe sfondato; c'era solo da capire quando. Il momento è arrivato e conoscendo la mentalità di questo effervescente ragazzo, ci si può sbilanciare e dire che ai piedi dello Zugspitze potrebbe davvero iniziare la nuova carriera di Innerhofer. Staremo a vedere, nel frattempo ci coccoliamo questo oro brillante, lucido come il ghiaccio su cui è maturato.
Innerhofer, Reichelt e... Kostelic. Il croato si è superato ancora una volta, sciando alla grande per lasciarsi alle spalle Cuche, Raich e Baumann. E la gioia per il trionfo di Innerhofer non deve far passare in secondo piano l'ottavo posto di Heel ed il nono di Fill: ottimi piazzamenti, nella giornata di Christof, così come il 14imo di Matteo Marsaglia. Oggi è festa azzurra, festa per tutti.
(mercoledì 9 febbraio 2011)