Si riparte dalla valanga del nuovo millennio
di Luca Perenzoni
Splinderuv Mlyn, Repubblica Ceca, nel cuore delle Montagne Giganti al confine con la Polonia. E' in questo angolo settentrionale di Boemia che riparte la Coppa del Mondo femminile, dopo le festività di fine anno, dopo l'abbuffata di Lienz. La concomitanza con le festività ha permesso alle eroine dell'Italsci di meritare una vetrina mediatica degna delle loro imprese, pur sempre all'ombra (o al cospetto) della storia. "La Karbon sulle traccie della Compagnoni"; "Denise assomiglia sempre più a Deborah"; "Karbon e Costazza come ai tempi della valanga rosa": sono le frasi che più si sono rincorse in questi giorni, comprese le conferenze stampa post gara in cui non mancano mai riferimenti più o meno espliciti a quello che è stato.
Deborah Compagnoni ha fatto la storia dello sci azzurro, è e sarà per anni l'italiana più vincente della storia, ma nel frattempo molto è cambiato. Si è completata la parabola di Isolde Kostner che può vantare un palmares confrontabile se non superiore a quello di Debby, si è fremuto per l'annata di fuoco di Karen Putzer, ora si esulta per quanto fatto da queste ragazze azzurre. Il tutto in una quindicina d'anni, niente più. Il tutto in contesti profondamente diversi e con protagoniste completamente diverse, sia per estrazione, che per carattere, che per inquadramenti tecnici. Non si possono fare paragoni, rischierebbe di essere lusinghieri da una parte, ma ingenerosi dall'altra: Denise Karbon non è come la Compagnoni, è semplicemente Denise, una campionessa (questo sì accomuna la valtellinese e la Fatina dell'Alpe di Siusi) che con la serenità si è ritagliata un ruolo di leader, di trascinatrice del gruppo, cosa che invero nel passato è spesso, spessissimo mancata in Italia, soprattutto al femminile. Vincente col sorriso, vincente col gruppo: questa è Denise che non deve seguire i miraggi del passato, ma semplicemente continuare a scrivere la sua favola, magari già dai dolci pendii boemi di Splinderuv. Inutile disturbare i paragoni, le similitudini più o meno spinte: Karbon, Costazza, Moelgg, Gius (mettiamoci anche Alfieri, va) sono il presente e come tali meritano la ribalta, senza il continuo raffronto con il passato. Karbon leader del gruppo, si diceva: mai come oggi la squadra azzurra è compatta, unita, spinta a crescere da una "capitana" che vince, sprona, consiglia, sorride, consola. Un elemento che rappresenta la carta vincente in più del presente, perchè in fondo, per fare sport ad alto livello, bisogna anche divertirsi e saperlo fare.
E' così che si riparte da Splinderuv Mlyn: con la freschezza dell'entusiasmo e la voglia di continuare la striscia vincente, tanto in gigante, quanto in slalom. Certo, sulla carta il terreno di gara (pendenze ridotte, neve ancora piuttosto molle) sarà quasi l'opposto di quello proposto dallo Schlossberg di Lienz, ma poco importa; la fiducia e la sicurezza nei propri mezzi potrebbero essere la marcia in più per le azzurre che in questo primo scampolo di stagione hanno dimostrato di sapersi districare alla grande anche su piste teoricamente avverse, come testimoniano il gigante di Panorama e lo slalom di Reiteralm.
L'entusiasmo asso nella manica anche per coinvolgere quelle ragazze che fin qui non si sono messe in particolare mostra: Karen Putzer ha lanciato segnali incoraggianti e sembra pronta a rientrare a spron battuto tra le top; Hilary Longhini, Giulia Gianesini ed Annalisa Ceresa (Irene Curtoni e Giulia Candiago esulano da questi discorsi, devono solo incamerare esperienza) aspettano dal nuovo anno l'opportunità per concretizzare le ottime cose evidenziate in allenamento: si riparte anche da loro; le capacità per fare bene ci sono, manca forse un pizzico di fiducia e fortuna, chissà che il nuovo anno non porti anche tutto ciò!
Quindi si riparte, con la valanga del nuovo millennio.
(venerdì 4 gennaio 2008)
Deborah Compagnoni ha fatto la storia dello sci azzurro, è e sarà per anni l'italiana più vincente della storia, ma nel frattempo molto è cambiato. Si è completata la parabola di Isolde Kostner che può vantare un palmares confrontabile se non superiore a quello di Debby, si è fremuto per l'annata di fuoco di Karen Putzer, ora si esulta per quanto fatto da queste ragazze azzurre. Il tutto in una quindicina d'anni, niente più. Il tutto in contesti profondamente diversi e con protagoniste completamente diverse, sia per estrazione, che per carattere, che per inquadramenti tecnici. Non si possono fare paragoni, rischierebbe di essere lusinghieri da una parte, ma ingenerosi dall'altra: Denise Karbon non è come la Compagnoni, è semplicemente Denise, una campionessa (questo sì accomuna la valtellinese e la Fatina dell'Alpe di Siusi) che con la serenità si è ritagliata un ruolo di leader, di trascinatrice del gruppo, cosa che invero nel passato è spesso, spessissimo mancata in Italia, soprattutto al femminile. Vincente col sorriso, vincente col gruppo: questa è Denise che non deve seguire i miraggi del passato, ma semplicemente continuare a scrivere la sua favola, magari già dai dolci pendii boemi di Splinderuv. Inutile disturbare i paragoni, le similitudini più o meno spinte: Karbon, Costazza, Moelgg, Gius (mettiamoci anche Alfieri, va) sono il presente e come tali meritano la ribalta, senza il continuo raffronto con il passato. Karbon leader del gruppo, si diceva: mai come oggi la squadra azzurra è compatta, unita, spinta a crescere da una "capitana" che vince, sprona, consiglia, sorride, consola. Un elemento che rappresenta la carta vincente in più del presente, perchè in fondo, per fare sport ad alto livello, bisogna anche divertirsi e saperlo fare.
E' così che si riparte da Splinderuv Mlyn: con la freschezza dell'entusiasmo e la voglia di continuare la striscia vincente, tanto in gigante, quanto in slalom. Certo, sulla carta il terreno di gara (pendenze ridotte, neve ancora piuttosto molle) sarà quasi l'opposto di quello proposto dallo Schlossberg di Lienz, ma poco importa; la fiducia e la sicurezza nei propri mezzi potrebbero essere la marcia in più per le azzurre che in questo primo scampolo di stagione hanno dimostrato di sapersi districare alla grande anche su piste teoricamente avverse, come testimoniano il gigante di Panorama e lo slalom di Reiteralm.
L'entusiasmo asso nella manica anche per coinvolgere quelle ragazze che fin qui non si sono messe in particolare mostra: Karen Putzer ha lanciato segnali incoraggianti e sembra pronta a rientrare a spron battuto tra le top; Hilary Longhini, Giulia Gianesini ed Annalisa Ceresa (Irene Curtoni e Giulia Candiago esulano da questi discorsi, devono solo incamerare esperienza) aspettano dal nuovo anno l'opportunità per concretizzare le ottime cose evidenziate in allenamento: si riparte anche da loro; le capacità per fare bene ci sono, manca forse un pizzico di fiducia e fortuna, chissà che il nuovo anno non porti anche tutto ciò!
Quindi si riparte, con la valanga del nuovo millennio.
(venerdì 4 gennaio 2008)