Lucia Recchia dice basta
Mercoledì sera, dopo la prova cronometrata, la decisione è stata netta, sicura. "Basta; mi ritiro". Ecco spiegato il perchè della mancata partenza di Lucia Recchia alla prova di ieri sera, a Lake Louise. Sull'edizione odierna del Dolomiten, quotidiano in lingua tedesca della provincia di Bolzano, tutto prende forma anche la sofferenza di una decisione che matura in avivo di stagione, dopo che i test estivi avevano dato riscontri positivi, incoraggianti.
Ma una volta che il corpo (e la mente) della trentaduenne di Brunico, nativa di Rovereto ma da sempre pusterese, ha affrontato condizioni un po' più difficili ecco che sono affiorate le difficoltà, fisiche e di sicurezza. "E a questo punto non ha più senso andare oltre, devo pensare anche alla mia salute".
Lucia Recchia ha così detto basta e lo fa con lo spirito sereno che ha da sempre caratterizzato una carriera ricca di soddisfazioni ma forse non così tanto ricca come il suo talento avrebbe meritato. E' vero, in bacheca c'è una medaglia mondiale, l'argento in superG a Santa Caterina durante la rassegna iridata di Bormio 2005, ci sono due podi in Coppa del Mondo, ci sono ben tre piazzamenti da top 10 olimpica: un cursus honorum di tutto rispetto, eppure, eppure la capacità, il talento e la grinta di Lucy avrebbero sicuramente meritato di più.
Ma la fortuna è una stella che non si può comprare: può decidere di benedire il tuo cammino o meno, può esserci o può arrivare, ma in linea di massima non dipende da te, se non in minima parte. Ecco, Lucia Recchia di fortuna ne ha avuta ben poca in oltre un decennio di carriera ad alto, altissimo livello. In cuor suo lo sa, forse l'ha sempre saputo, ma non ha mai voluto ergere la sfortuna a scusa, anzi: ogni volta che un ginocchio cedeva, ogni volta che la schiena non la lasciava in pace, ripartiva come se niente fosse, a lavorare, a fatica, a stringere i denti per cercare di sciare più veloce di prima.
Ora a forza di stringere i denti anche la testa non ce la fa più a sopportare il dolore e a combattere contro una situazione ormai insostenibile: ma Lucia, pur nella tristezza del momento, non perderà sorriso e serenità e già oggi, al termine della discesa di Lake Louise sarà la prima a rincuorare una compagna andata meno piano del previsto o a complimentarsi per un buon risultato di qualche altra. Perchè lei è fatta così: serena, sincera, genuina. Buon proseguimento Lucia, che la fortuna possa sorriderti un poì di più.
(venerdì 30 novembre 2012)
Ma una volta che il corpo (e la mente) della trentaduenne di Brunico, nativa di Rovereto ma da sempre pusterese, ha affrontato condizioni un po' più difficili ecco che sono affiorate le difficoltà, fisiche e di sicurezza. "E a questo punto non ha più senso andare oltre, devo pensare anche alla mia salute".
Lucia Recchia ha così detto basta e lo fa con lo spirito sereno che ha da sempre caratterizzato una carriera ricca di soddisfazioni ma forse non così tanto ricca come il suo talento avrebbe meritato. E' vero, in bacheca c'è una medaglia mondiale, l'argento in superG a Santa Caterina durante la rassegna iridata di Bormio 2005, ci sono due podi in Coppa del Mondo, ci sono ben tre piazzamenti da top 10 olimpica: un cursus honorum di tutto rispetto, eppure, eppure la capacità, il talento e la grinta di Lucy avrebbero sicuramente meritato di più.
Ma la fortuna è una stella che non si può comprare: può decidere di benedire il tuo cammino o meno, può esserci o può arrivare, ma in linea di massima non dipende da te, se non in minima parte. Ecco, Lucia Recchia di fortuna ne ha avuta ben poca in oltre un decennio di carriera ad alto, altissimo livello. In cuor suo lo sa, forse l'ha sempre saputo, ma non ha mai voluto ergere la sfortuna a scusa, anzi: ogni volta che un ginocchio cedeva, ogni volta che la schiena non la lasciava in pace, ripartiva come se niente fosse, a lavorare, a fatica, a stringere i denti per cercare di sciare più veloce di prima.
Ora a forza di stringere i denti anche la testa non ce la fa più a sopportare il dolore e a combattere contro una situazione ormai insostenibile: ma Lucia, pur nella tristezza del momento, non perderà sorriso e serenità e già oggi, al termine della discesa di Lake Louise sarà la prima a rincuorare una compagna andata meno piano del previsto o a complimentarsi per un buon risultato di qualche altra. Perchè lei è fatta così: serena, sincera, genuina. Buon proseguimento Lucia, che la fortuna possa sorriderti un poì di più.
(venerdì 30 novembre 2012)