Deville, la prima perla! Secondo solo a Kostelic
Finalmente! Bisognava attendere il nuovo inverno per salutare il primo podio di Cristian Deville, bisognava attendere l'ultima prova della lunghissima turnèè nordamericana per salutare il primo grande risultato dell'Italsci; bisogna aspettare a lungo per ritrovare Patrick Thaler e tirare un sospiro di sollievo nel constatare che il Moelgg dei paletti snodati non è (per fortuna) lo stesso del gigante.
Tante, tantissime notizie positive emergono dallo slalom di Beaver Creek, ma la copertina è tutta per il Devil di Moena, che a 30 anni ha finalmente conosciuto la gioia di quel podio che sembrava stregato dopo i due quarti ed i due quinti posti che l'avevano sempre posizionato nell'anticamera dei grandi, prossimo al decollo, ma troppo spesso costretto a terra da errori, piccolezze, a volte anche solo dal gioco dei centesimi.
Oggi in Colorado tutto è andato come doveva già tempo fa: secondo nella prima manche a soli 14 centesimi dal leader Marcel Hirscher, a braccetto con Ivica Kostelic nella prova disegnata da Jacques Theolier. Poi tre ore più tardi ecco la prova della maturità, tecnica, fisica e mentale. Kostelic ha fatto il numero eccezionale per mettere le mani sulla vittoria, ma il Devil non è stato da meno, concedendogli soli 14 centesimi per mettere in cassaforte un podio trasformato in secondo posto dalla prova meno brillante di Hirscher, sceso sul gradino più basso per regalare la prima vera gioia della carriera al finanziere moenese.
Ha impressionato, in pista, Deville: preciso, agile, costante, senza pause. Esattamente come aveva lasciato intuire nei tanti spezzoni eccellenti di questi anni, mai riuniti in un filotto davvero concreto però. Mai prima di oggi, ovviamente. E fa strano pensare che la miglior gara della carriera sia maturata dopo una preparazione condizionata dalla distorsione alla caviglia rimediata ad agosto ad Ushuaia e che l'ha costretto ai box per l'intero settembre, con tutti i dubbi sull'effettiva condizione del caso. Ed in più l'avvicinamento alla prova di Beaver Creek era vissuto sulla partenza all'ultimo (solo sabato) per lamentare dal resto del Circo Bianco una minor abitudine alla neve americana. Tutto dimenticato dalla prova offerta da Deville e dagli altri azzurri. Una gara maiuscola per la squadra di Theolier che ritrova d'un colpo un Thaler effervescente e capace del miglior tempo nella seconda frazione per risalire dalla 19ima alla 7ima piazza (mancava dai top ten dal podio di Kranjska del gennaio 2009), raccoglie importanti segnali da Manfred Moelgg (ottavo con due prove solide ancorchè non brillantissime, ma è grasso che cola dopo i due giganti) e sorride per l'11 posto di Stefano Gross che agguanta il miglior risulato di sempre. Tutto alla grande insomma, tanto da far passare in secondo piano le difficoltà di Giuliano Razzoli, alle prese con le due spalle doloranti che non gli hanno concesso allenamento nelle ultime due settimane, tenendolo in dubbio in Italia sino a lunedì mattina. Per lui alla fine è arrivato il 26imo posto, ma questa Italia può aspettare il suo campione olimpico.
Così la nazionale torna in Europa rinvigorita da questa prova di grande profilo, ideale per allontanare i fantasmi di un ritardo di condizione emersi dopo queste prime settimane di gara. Si ricomincerà tra una settimana esatta all'ombra delle Dolomiti, per una 4 giorni completa che rivedrà i grandi protagonisti odierni sulla neve della Gran Risa lunedì prossimo. In fondo le pendenze non eccezionali della Birds Of Prey hanno esaltato anche gli amanti del ripido ghiacciato: con queste condizioni psico-fisiche si può andare forte ovunque. Bene così ragazzi, benissimo così grande Devil!
(giovedì 8 dicembre 2011)
Tante, tantissime notizie positive emergono dallo slalom di Beaver Creek, ma la copertina è tutta per il Devil di Moena, che a 30 anni ha finalmente conosciuto la gioia di quel podio che sembrava stregato dopo i due quarti ed i due quinti posti che l'avevano sempre posizionato nell'anticamera dei grandi, prossimo al decollo, ma troppo spesso costretto a terra da errori, piccolezze, a volte anche solo dal gioco dei centesimi.
Oggi in Colorado tutto è andato come doveva già tempo fa: secondo nella prima manche a soli 14 centesimi dal leader Marcel Hirscher, a braccetto con Ivica Kostelic nella prova disegnata da Jacques Theolier. Poi tre ore più tardi ecco la prova della maturità, tecnica, fisica e mentale. Kostelic ha fatto il numero eccezionale per mettere le mani sulla vittoria, ma il Devil non è stato da meno, concedendogli soli 14 centesimi per mettere in cassaforte un podio trasformato in secondo posto dalla prova meno brillante di Hirscher, sceso sul gradino più basso per regalare la prima vera gioia della carriera al finanziere moenese.
Ha impressionato, in pista, Deville: preciso, agile, costante, senza pause. Esattamente come aveva lasciato intuire nei tanti spezzoni eccellenti di questi anni, mai riuniti in un filotto davvero concreto però. Mai prima di oggi, ovviamente. E fa strano pensare che la miglior gara della carriera sia maturata dopo una preparazione condizionata dalla distorsione alla caviglia rimediata ad agosto ad Ushuaia e che l'ha costretto ai box per l'intero settembre, con tutti i dubbi sull'effettiva condizione del caso. Ed in più l'avvicinamento alla prova di Beaver Creek era vissuto sulla partenza all'ultimo (solo sabato) per lamentare dal resto del Circo Bianco una minor abitudine alla neve americana. Tutto dimenticato dalla prova offerta da Deville e dagli altri azzurri. Una gara maiuscola per la squadra di Theolier che ritrova d'un colpo un Thaler effervescente e capace del miglior tempo nella seconda frazione per risalire dalla 19ima alla 7ima piazza (mancava dai top ten dal podio di Kranjska del gennaio 2009), raccoglie importanti segnali da Manfred Moelgg (ottavo con due prove solide ancorchè non brillantissime, ma è grasso che cola dopo i due giganti) e sorride per l'11 posto di Stefano Gross che agguanta il miglior risulato di sempre. Tutto alla grande insomma, tanto da far passare in secondo piano le difficoltà di Giuliano Razzoli, alle prese con le due spalle doloranti che non gli hanno concesso allenamento nelle ultime due settimane, tenendolo in dubbio in Italia sino a lunedì mattina. Per lui alla fine è arrivato il 26imo posto, ma questa Italia può aspettare il suo campione olimpico.
Così la nazionale torna in Europa rinvigorita da questa prova di grande profilo, ideale per allontanare i fantasmi di un ritardo di condizione emersi dopo queste prime settimane di gara. Si ricomincerà tra una settimana esatta all'ombra delle Dolomiti, per una 4 giorni completa che rivedrà i grandi protagonisti odierni sulla neve della Gran Risa lunedì prossimo. In fondo le pendenze non eccezionali della Birds Of Prey hanno esaltato anche gli amanti del ripido ghiacciato: con queste condizioni psico-fisiche si può andare forte ovunque. Bene così ragazzi, benissimo così grande Devil!
(giovedì 8 dicembre 2011)