La Karbon torna alla carica, Rebensburg gigante
Il quarto posto di Garmisch le stava stretto. Con tutti i se, i ma e le scusanti del caso. Sul podio iridato doveva esserci posto anche per lei, in qualche modo. Denise Karbon ne era convinta, nonostante quel quarto posto profumasse di trionfo, nelle sue condizioni. E per sottolineare, per ribadire il concetto la finanziera di Castelrotto ha voluto dimostrarlo stamane, sulle morbide colline del nord-est boemo di Spindleruv Mlyn, una delle maggiori località turistiche della Cechia, adagiato sui Monti dei Giganti. Un palcoscenico che già aveva ospitato un suo acuto, un palcoscenico che oggi ha riproposto in scena uno dei più toccanti spettacoli della Fatina dell'Alpe di Siusi, capace di tornare su quel podio abbandonato da quasi due stagioni, dall'ottobre del 2009. Tutti speravano che quello di Soelden fosse stato un arrivederci al podio di Coppa, non un addio. Anche se successivamente la leggerezza e la grinta della Karbon avevano faticato a portare i giusti frutti, tra un infortunio e l'altro e la perentoria ascesa delle giovani terribili delle porte larghe. Ma stamane la Fatina ha voluto estrerre nuovamente la bacchetta magica per disegnare le curve a modo suo, per accarezzare il manto imbiancato, per riscroprirsi grande nel suo fisico minuto. E poco importa che davanti a lei trionfi una Viktoria Rebensburg in formato gigante, imprendibile. Onore alla bavarese, ma gli applausi sono per la sudtirolese. Applausi, sorrisi e, perchè no, anche qualche lacrima. Perchè a pochi giorni dalla conclusione di un Mondiale ricco di fasti e brindisi, l'Italsci si riappropria anche della sua stella più fulgida del nuovo millennio, della sua principale protagonista del gigante, della guida di una squadra che si conferma potenziale Dream Team. Potenziale, sì. Potenziale perchè per un motivo o per l'altro c'è sempre qualcosa da recriminare ed oggi ci si riferisce agli errori di Federica Brignone e Manuela Moelgg nella seconda manche dopo che avevano chiuso rispettivamente in seconda e terza piazza la prima discesa. Retromarcia inserita sugli scalini della seconda prova per chiudere in quinta e nona posizione: non malaccio, per carità, ma specie per la marebbana si tratta dell'ennesima occasione sprecata.
Un'occasione sprecata nella giornata che ha regalato il suicidio comune tra Maria Riesch e Tessa Worley: la bavarese risente evidentemente della tensione, della vicinanza con la Coppa di Cristallo ed oggi ha interpretato la peggior prova della stagione in gigante, chiudendo a fondoclassifica proprio nel giorno in cui Lindsey Vonn si è inventata un numero impensato, conquistando il terzo gradino del podio grazie al secondo miglior tempo nella manche conclusiva. Non era mai successo che l'americana finisse tra le top3 in gigante. E' successo oggi per ridurre a soli 38 punti il gap dall'amica-rivale. Questa è classe, signori. Poi si discuterà della crisi di febbraio, ma ora le possibilità per la quarta Coppa consecutiva sono molte, moltissime. La francese è invece incappata in un errore nella prima manche, più per sfortuna che per apprensione: ma così facendo ha aperto un'autostrada davanti alla Rebensburg che non si è lasciata sfuggire l'occasione, involandosi verso la coppetta. Lenzerheide darà il responso. Una Lenzerheide che non vedrà (almeno in gigante) Irene Curtoni, oggi 25ima e 26ima per un solo punto in classifica, e nemmeno Maria Rienda e Sandra Gini che hanno salutato il Circo Rosa. Ci sarà invece Giulia Gianesini (16ima): chissà che in Svizzera la vicentina non riesca a sbloccarsi definitivamente.
(venerdì 11 marzo 2011)
Un'occasione sprecata nella giornata che ha regalato il suicidio comune tra Maria Riesch e Tessa Worley: la bavarese risente evidentemente della tensione, della vicinanza con la Coppa di Cristallo ed oggi ha interpretato la peggior prova della stagione in gigante, chiudendo a fondoclassifica proprio nel giorno in cui Lindsey Vonn si è inventata un numero impensato, conquistando il terzo gradino del podio grazie al secondo miglior tempo nella manche conclusiva. Non era mai successo che l'americana finisse tra le top3 in gigante. E' successo oggi per ridurre a soli 38 punti il gap dall'amica-rivale. Questa è classe, signori. Poi si discuterà della crisi di febbraio, ma ora le possibilità per la quarta Coppa consecutiva sono molte, moltissime. La francese è invece incappata in un errore nella prima manche, più per sfortuna che per apprensione: ma così facendo ha aperto un'autostrada davanti alla Rebensburg che non si è lasciata sfuggire l'occasione, involandosi verso la coppetta. Lenzerheide darà il responso. Una Lenzerheide che non vedrà (almeno in gigante) Irene Curtoni, oggi 25ima e 26ima per un solo punto in classifica, e nemmeno Maria Rienda e Sandra Gini che hanno salutato il Circo Rosa. Ci sarà invece Giulia Gianesini (16ima): chissà che in Svizzera la vicentina non riesca a sbloccarsi definitivamente.
(venerdì 11 marzo 2011)