La Görgl concede il bis: oro davanti alle big
Ancora Lizz Görgl, ancora Austria. Anche la terza gara femminile premia il Wunderteam in gonnella, ma soprattutto incorona nuovamente la trentenne stiriana che dopo l'eccellente prova in superG si supera anche nella discesa libera mettendo in cassaforte il secondo oro iridato. E pensare che a momenti riusciva anche a piazzare la zampata in SuperCombinata.
Rispetto a ieri la Kandahar si è presentata più omogenea, meno propensa a disfarsi con l'avanzare della gara ed il prodotto è stata una gara divertente, che con il progredire delle discese è riuscita anche a scaldare un pubblico piuttosto freddino in avvio. Ed è in queste condizioni che ha preso forma il secondo trionfo della Görgl: perfetta, esemplare sia nel toboga centrale sia quando c'era da far scorrere gli sci, spinti anche da una carica mentale figlia del successo nella gara di apertura. Quando l'austriaca è planata sul traguardo si è capito che non ci sarebbe stato nulla da fare: quasi un secondo di margine su una Lara Gut che sembrava aver piazzato la zampata da podio è stato il suggello ad una discesa completamente d'oro, da trionfo ancor prima delle discese delle due campionissime Riesch e Vonn.
Che in discesa, complice un divario decisamente ampio con la concorrenza, sono riuscite a rialzare la testa: l'americana - ritrovata la concentrazione e una neve più apprezzata - è riuscita quanto meno ad inserirsi in coda all'imprendibile Görgl scalzando dal secondo gradino del podio l'amica-rivale che regala comunque al suo pubblico il secondo alloro mondiale, ancora di bronzo.
E così la ticinese si accomoda ancora una volta ai piedi del podio, per seguire da terra la premiazione altrui e rigirarsi tra le mani la figurata medaglia di legno. Una Vonn acciaccata, una Riesch influenzata, una Gut con una caviglia dolorante alle spalle della leader: l'indicazione migliore per capire il netto divario tra le top e le altre. Altre che sono state regolate da una Tina Maze che dopo l'argento in combinata ha ritrovato la piena efficienza, riuscendo a staccare il quinto posto finale davanti all'elvetica Dominique Gisin nonostante si sia presentata per 30ima al cancelletto di partenza. Il riferimento odierno è forse la più forte candidatura per un ruolo da prima donna nel gigante di giovedì da parte della slovena che ha decisamente ritrovato il sorriso. E l'inserimento di Tina fa scivolare in settima piazza Dada Merighetti che pregustava già la possibilità di partecipare quanto mento alla premiazione ufficiale: una discreta gara, quella della bresciana. Onesta, verrebbe da dire: qualche piccola recriminazione c'è ma in fondo il risultato è giusto e per le medaglie il discorso era fuori dalla portata della trentenne delle Fiamme Gialle. Può invece recriminare maggiormente Elena Fanchini: ancora una volta nella parte alta è stata tra le migliori in assoluto, ma nel tratto centrale dell'Inferno - dove c'è da curvare, e bene - come di consueto ha finito col perdere la bussola, intraversandosi di continuo per perdere decimi su decimi; tutto questo per il 16imo posto finale; comunque meglio di quanto proposto da Hanna Schnarf e Verena Stuffer.
Ancora una volta Austria, dunque, ancora una volta a firmare la gara è stata un outsider, un atleta che nei mesi precedenti non era riuscito a conoscere il successo in Coppa del Mondo. Anche se la Görgl, ora, è la vera Donna dei mondiali.
(domenica 13 febbraio 2011)
Rispetto a ieri la Kandahar si è presentata più omogenea, meno propensa a disfarsi con l'avanzare della gara ed il prodotto è stata una gara divertente, che con il progredire delle discese è riuscita anche a scaldare un pubblico piuttosto freddino in avvio. Ed è in queste condizioni che ha preso forma il secondo trionfo della Görgl: perfetta, esemplare sia nel toboga centrale sia quando c'era da far scorrere gli sci, spinti anche da una carica mentale figlia del successo nella gara di apertura. Quando l'austriaca è planata sul traguardo si è capito che non ci sarebbe stato nulla da fare: quasi un secondo di margine su una Lara Gut che sembrava aver piazzato la zampata da podio è stato il suggello ad una discesa completamente d'oro, da trionfo ancor prima delle discese delle due campionissime Riesch e Vonn.
Che in discesa, complice un divario decisamente ampio con la concorrenza, sono riuscite a rialzare la testa: l'americana - ritrovata la concentrazione e una neve più apprezzata - è riuscita quanto meno ad inserirsi in coda all'imprendibile Görgl scalzando dal secondo gradino del podio l'amica-rivale che regala comunque al suo pubblico il secondo alloro mondiale, ancora di bronzo.
E così la ticinese si accomoda ancora una volta ai piedi del podio, per seguire da terra la premiazione altrui e rigirarsi tra le mani la figurata medaglia di legno. Una Vonn acciaccata, una Riesch influenzata, una Gut con una caviglia dolorante alle spalle della leader: l'indicazione migliore per capire il netto divario tra le top e le altre. Altre che sono state regolate da una Tina Maze che dopo l'argento in combinata ha ritrovato la piena efficienza, riuscendo a staccare il quinto posto finale davanti all'elvetica Dominique Gisin nonostante si sia presentata per 30ima al cancelletto di partenza. Il riferimento odierno è forse la più forte candidatura per un ruolo da prima donna nel gigante di giovedì da parte della slovena che ha decisamente ritrovato il sorriso. E l'inserimento di Tina fa scivolare in settima piazza Dada Merighetti che pregustava già la possibilità di partecipare quanto mento alla premiazione ufficiale: una discreta gara, quella della bresciana. Onesta, verrebbe da dire: qualche piccola recriminazione c'è ma in fondo il risultato è giusto e per le medaglie il discorso era fuori dalla portata della trentenne delle Fiamme Gialle. Può invece recriminare maggiormente Elena Fanchini: ancora una volta nella parte alta è stata tra le migliori in assoluto, ma nel tratto centrale dell'Inferno - dove c'è da curvare, e bene - come di consueto ha finito col perdere la bussola, intraversandosi di continuo per perdere decimi su decimi; tutto questo per il 16imo posto finale; comunque meglio di quanto proposto da Hanna Schnarf e Verena Stuffer.
Ancora una volta Austria, dunque, ancora una volta a firmare la gara è stata un outsider, un atleta che nei mesi precedenti non era riuscito a conoscere il successo in Coppa del Mondo. Anche se la Görgl, ora, è la vera Donna dei mondiali.
(domenica 13 febbraio 2011)