Raich torna padrone, Blardone ottimo secondo
Sono brividi autentici quelli che scuotono lo schiena ogni volta che si assiste allo spettacolo del muro finale del Koenigsbergli, così traboccante di tifosi festanti, così fascinoso come pochi altri nell'intero Circo Bianco. Forse nessun'altro. Brividi intensi, capaci da soli di trasformare in suprema una qualsiasi gara, figurarsi una sfida vibrante come quella odierna che ha riproposto il trono del gigante a Benni Raich a cinque settimane dal successo di Beaver Creek, regalando al trentenne della Pitztal il tredicesimo sigillo tra le porte larghe di Coppa del Mondo, il terzo nell'angolo di paradiso di Adelboden. Un successo che vale doppio per il tirolese, che con i 100 punti raccolti oggi torna anche in vetta alla classifica generale di Coppa, lasciandosi in scia il francese Jean Baptiste Grange (oggi 19imo dopo un'ottima prima manche chiusa in quinta piazza) ed il norvegese Aksel Lund Svindal, decimo (quarto a metà gara).
Una vittoria, quella di Raich, costruita già nella prima frazione, grazie ad un vantaggio cospicuo al limite dell'imbarazzante su tutta la concorrenza, con l'eccezione di un fulgido Max Blardone, l'unico capace di tenere il passo con il "fulmine del Pitz": due decimi di distacco a metà gara si sono trasformati in 26 centesimi dopo la seconda discesa, poca roba ma oltremodo sufficiente per sancire nuovamente come l'ossolano sia ancora il faroguida della squadra azzurra che invece fatica a ritrovare il giusto passo. Blardone ha sciato alla grande entrambe le manche, lamentando solo qualche imprecisione nel corso della seconda discesa, ha trovato le giuste movenze su un tracciato che ha sempre amato, ha lasciato scorrere i fiammanti Dynastar, accarezzando il manto nella parte alta più filante, per graffiarlo poi in basso, dove le pendenze diventano vertiginose. E proprio sul muro finale, nella prima manche, si è realizzato il capolavoro del piemontese: linee dirette come non mai, coraggio da campione e Raich nel mirino. La rincorsa non si è poi materializzata nella seconda discesa, quando però bisognava anche guardarsi le spalle dal prepotente ritorno degli outsider di turno, panni vestiti dal norvegese Kjetill Jansrud, dal padrone di casa Sandro Viletta (unico rossocrociato capace di salvare il bilancio nel giorno della parata casalinga) ed il francese Cyprien Richard, autori in modi diversi di una poderosa rimonta nella seconda frazione. Con gli altri big attardati sin dalla prima manche (Albrecht, Cuche, Ligety, lo stesso Simoncelli, Miller out) sono stati attenti a sfruttare l'occasione per mettersi in mostra sulla Scala del gigante, raccogliendo piazzamenti di grandissimo valore. Discorso che calza a pennello anche per Alexander Ploner, ottimo ottavo e pronto a strappare in terra elvetica un possibile pass per i mondiali: la gara di Adelboden è infatti l'ultimo gigante in calendario prima dell'appuntamento iridato ed il piazzamento del carabiniere marebbano sembra essere garanzia per l'ingresso nel quartetto del gigante: con lui dovrebbero farne parte Blardone, Manfred Moelgg (ingiudicabile oggi, uscito dopo 4 porte della prima manche) e Davide Simoncelli, ancora alle prese con un pesante mal di schiena e debilitato nella rincorsa delle giuste movenze, costretto a ripetute scodate e intraversate. Da segnalare anche l'ottimo 15imo tempo di Christof Innerhofer nella prima manche: il pusterese si è poi perso nella seconda, ma il segnale lanciato è estremamente positivo sulle sue potenzialità di polivalente, un po' come il 14imo tempo finale di Peter Fill, tornato in palla anche tra le porte larghe.
Domani tocca allo slalom, sarà probabilmente sfida tra Raich, Grange, Kostelic e...l'Italia: Manni Moelgg avrà senz'altro il dente avvelentato, ed il podio inizia a mancargli.
(sabato 10 gennaio 2009)
Una vittoria, quella di Raich, costruita già nella prima frazione, grazie ad un vantaggio cospicuo al limite dell'imbarazzante su tutta la concorrenza, con l'eccezione di un fulgido Max Blardone, l'unico capace di tenere il passo con il "fulmine del Pitz": due decimi di distacco a metà gara si sono trasformati in 26 centesimi dopo la seconda discesa, poca roba ma oltremodo sufficiente per sancire nuovamente come l'ossolano sia ancora il faroguida della squadra azzurra che invece fatica a ritrovare il giusto passo. Blardone ha sciato alla grande entrambe le manche, lamentando solo qualche imprecisione nel corso della seconda discesa, ha trovato le giuste movenze su un tracciato che ha sempre amato, ha lasciato scorrere i fiammanti Dynastar, accarezzando il manto nella parte alta più filante, per graffiarlo poi in basso, dove le pendenze diventano vertiginose. E proprio sul muro finale, nella prima manche, si è realizzato il capolavoro del piemontese: linee dirette come non mai, coraggio da campione e Raich nel mirino. La rincorsa non si è poi materializzata nella seconda discesa, quando però bisognava anche guardarsi le spalle dal prepotente ritorno degli outsider di turno, panni vestiti dal norvegese Kjetill Jansrud, dal padrone di casa Sandro Viletta (unico rossocrociato capace di salvare il bilancio nel giorno della parata casalinga) ed il francese Cyprien Richard, autori in modi diversi di una poderosa rimonta nella seconda frazione. Con gli altri big attardati sin dalla prima manche (Albrecht, Cuche, Ligety, lo stesso Simoncelli, Miller out) sono stati attenti a sfruttare l'occasione per mettersi in mostra sulla Scala del gigante, raccogliendo piazzamenti di grandissimo valore. Discorso che calza a pennello anche per Alexander Ploner, ottimo ottavo e pronto a strappare in terra elvetica un possibile pass per i mondiali: la gara di Adelboden è infatti l'ultimo gigante in calendario prima dell'appuntamento iridato ed il piazzamento del carabiniere marebbano sembra essere garanzia per l'ingresso nel quartetto del gigante: con lui dovrebbero farne parte Blardone, Manfred Moelgg (ingiudicabile oggi, uscito dopo 4 porte della prima manche) e Davide Simoncelli, ancora alle prese con un pesante mal di schiena e debilitato nella rincorsa delle giuste movenze, costretto a ripetute scodate e intraversate. Da segnalare anche l'ottimo 15imo tempo di Christof Innerhofer nella prima manche: il pusterese si è poi perso nella seconda, ma il segnale lanciato è estremamente positivo sulle sue potenzialità di polivalente, un po' come il 14imo tempo finale di Peter Fill, tornato in palla anche tra le porte larghe.
Domani tocca allo slalom, sarà probabilmente sfida tra Raich, Grange, Kostelic e...l'Italia: Manni Moelgg avrà senz'altro il dente avvelentato, ed il podio inizia a mancargli.
(sabato 10 gennaio 2009)