A volte ritornano: Walchhofer vince a Beaver Creek
di Luca Perenzoni
Undici mesi. Tanto lungo è stato il digiuno in discesa di Michael Walchhofer, dalla doppietta di Bormio 2006 al successo odierno su una Birds of Prey accorciata per una violenta nevicata abbattutasi sul Colorado nelle ore antecedenti la gara. Una prova fotocopia della discesa di supercombinata di ieri, ma capace comunque di non alterare più del dovuto il fascino di una delle piste più belle e intriganti del Circo Bianco. Ed il destino ha voluto che proprio sul tracciato intitolato ai rapaci, agli uccelli da preda, l'aquila austriaca ritrovasse lo spunto e la brillantezza per planare diritta sul gradino più alto del podio. Poco più di 70 secondi di gara, 73 e 74 centesimi per la precisione, per donare il primo ampio sorriso al maschile al Wunderteam, ma soprattutto per riportare al mondo dello sci uno dei protagonisti maggiori dell'ultimo decennio, un protagonista che sembrava perso, svuotato, sia nel fisico che nella mente fino a cullare per gran parte della primavera gli stessi intenti di ritiro che ora si affacciano alla mente di Antoine Deneriaz. L'estate ha portato consiglio e Walchhofer ha deciso di andare avanti, anche e nonostante la cancellazione da parte dell'OSV dello storico gruppo di allenamento di discesa. Ma per lui, che ancora può puntare a grandi traguardi, ben poco è cambiato anzi: un gruppo di lavoro o l'altro non fa grossa differenza, dopotutto per un trentaduenne ogni estate segue la falsariga del precedente e tutto dipende dal morale. Il morale. Dopo Lake Louise non era in alta quota, ma oggi, una volta tagliato il traguardo, il sorriso è tornato sul suo volto, pur mascherato dai lineamenti duri del classico austriaco tutto d'un pezzo. E forse solo all'arrivo Walchho ha capito che oggi, a sorridergli, è stato anche il sole, giunto a fare capolino tra le nubi per pochi minuti, quasi a baciare il suo ritorno alla vittoria illuminandolo quel tanto che bastava per sopravanzare di 5 piccolissimi centesimi lo yankee padrone di casa Steven Nyman, sceso invece nel bel mezzo di una ricca bufera invernale. E a seguire le orme dell'aquila salisburghese, ci ha provato il falco dell'Alpe di Siusi, Peter Fill: anche per lui una visibilità ottima nella parte alta, ma gli artigli non sono ancora quelli della passata stagione nonostante l'altoatesino abbia messo in mostra una prova davvero positiva, chiusa in settima piazza a meno di 4 decimi da Walchhofer che alla sua sinistra, sul podio, si è ritrovato un altro grande vecchio, Didier Cuche, al secondo terzo posto consecutivo dopo il superg di Lake Louise. Tra il podio e Fill si trovano anche Defago, Buechel e un Bode Miller capace di incespicare in partenza, stendersi dopo pochi metri e comunque riuscir a far tremare i leader. Bene Fill quindi, apparso decisamente più pimpante rispetto alle precedenti uscite e pronto ad un nuovo passo avanti, magari proprio nel super-g di domani. Ma bene, ancora, anche Kurt Sulzenbacher: quarto una settimana fa sull'autostrada dell'Alberta, nono oggi sulla pista del Colorado che di autostrada ha ben poco, a maggior ragione se privata della parte scorrevole iniziale. Kurt c'è, ormai è consolidato e se tutto va come deve andare in Europa ci sarà da divertirsi nuovamente. Alle spalle del pusterese la sorpresa a stelle e strisce di Andrew Weibrecht (pettorale 53) priva ad Hermann Maier la possibilità di entrare nei 10 e fa scalare un pimpante Benni Raich in 19ima piazza, poco davanti agli altri azzurri: Christof Innerhofer chiude in 26ima posizione, Werner Heel aggiunge un piccolo punticino al cospicuo bottino di Lake Louise soffiando il 30imo posto a Walter Girardi, ma per la seconda discesa consecutiva sono due gli azzurri nei primi 10: bene così. Finisce lontano Roland Fischnaller, non finiscono affatto Silvano Varettoni, Stefan Thanei e un Patrick Staudacher ancora lontano da quello visto l'anno passato. Non solo in Svezia.
(venerdì 30 novembre 2007)
(venerdì 30 novembre 2007)