Alla scoperta del Gruppo Coppa Europa
di Luca Perenzoni
Candiago G.
Prendete una frizzante serata di un incostante giugno trentino, prendete sei ragazze dai venticinque ai ventuno anni e mettetele sedute attorno ad un tavolino all'aperto, a parlare di questo e di quello, di aspettative e di timori, di qualche sogno, obiettivo e soprattutto di cosa sia la nazionale vista dall'interno del Gruppo Coppa Europa.Innanzitutto una cosa va sottolineata. Questo è davvero un gruppo. Nel senso che le ragazze, pur di carattere completamente opposti, sono legate da un qualcosa che sembra andare oltre il semplice senso di squadra, forse proprio perchè all'interno del gruppo, condividendo esperienze, sensazioni ed emozioni, trovano ulteriori stimoli per affrontare col giusto sorriso anche questi mesi turbolenti, in cui parecchie certezze (se non tutte) sembrano vacillare.
Eh, le certezze. Se la stessa federazione è costretta a navigare a vista in un mare che più burrascoso non si può, dove è sempre più difficile trovare punti saldi, non potrebbe essere da meno per queste ragazze che, pur inserite nei quadri nazionali, non smetteranno mai di ringraziare i rispettivi corpi militari (nella fattispecie Esercito e Fiamme Gialle) per il supporto ricevuto in un ambiente incapace di garantire, è il caso di dirlo, la necessaria continuità o di proporre un progetto o piano di lavoro che permetta un qualche sviluppo nel corso degli anni. Difficoltà gestionali, si direbbe. Ma non solo. Il vacillare delle fondamenta si trasforma nei nuclei periferici in autentica oscillazione, e non sempre nel trambusto e nella "precarietà" si riescono a inseguire concentrazione e tranquillità d'animo per dare il meglio di sè. Anzi, si rischia di ritrovarsi con l'acqua alla gola, vivendo la stessa nazionale come una sorta di Spada di Damocle: oggi sì, domani...boh!
Dalle più giovani Larissa Hofer e Giulia Candiago, passando per Anna Marconi, Karoline Trojer, Magdalena Eisath fino alla "chioccia" Claudia Morandini in attesa che le due infortunate Irene Curtoni e Angelika Gruener possano ritornare in gruppo: sono queste le ragazze che fanno parte del nucleo Coppa Europa. L'anticamera della Coppa del Mondo per qualcuna, il purgatorio prima di farci ritorno per qualcun'altra ("Voglio tornare a far parte del circuito che conta, sento che posso farcela sin dall'inizio della prossima stagione; che altrimenti potrebbe anche essere l'ultima" dice la Morandini). L'ultima possibilità, si abbozza a mezza voce: "O la va o la spacca". Il mondo fuori corre, ci sono nazioni che presentano teen-ager capaci di fare la voce grossa in Coppa del Mondo ed il confronto a volte si fa impietoso. Verrebbe la voglia di mollare tutto, di lasciar perdere, di fare una vita magari più regolare ma, quando è la passione a guidare le proprie scelte, diventa più facile andare avanti, mandare giù qualche boccone amaro o fare buon viso alla cattiva sorte che non vuole nemmeno un semplice fisioterapista a disposizione. Con il pericolo infortunio sempre dietro l'angolo... Ma intanto la nuova stagione è iniziata, con i test atletici al Cebism di Rovereto, sotto l'attento sguardo del professor Schena ad analizzare la base di partenza del gruppo curato, in questi mesi estivi, da Simone Sperotti e dal coordinatore Giorgio D'Urbano. Ancora qualche giorno di lavoro, tra palestra, pedali e piscina, prima di riprendere la via dei ghiacciai, sfruttando l'appoggio del gruppo militare in attesa del primo raduno ufficiale sulla neve. Niente Argentina, lo Stelvio e qualche impianto indoor oltre frontiera saranno sufficienti.
Si scherza all'Hotel Conca Verde di Pomarolo, sulla sponda destra dell'Adige lagarino, terra di Marzemino. Il buon umore non manca, la stanchezza nemmeno, e domani si torna a faticare: meglio riposarsi. Buon lavoro ragazze; dopotutto nella difficoltà si cresce. Volontà, dedizione ed impegno permettono di realizzare anche i sogni più arditi. Almeno questa è una certezza.
(giovedì 14 giugno 2007)