Torino 2006, dodicesima giornata
di Luca Perenzoni
E' arrivata proprio in chiusura di programma la maggior soddisfazione azzurra di questa dodicesima giornata olimpica. Proprio quando il podio sembrava stregato dopo i tentativi andati a vuoto dei vari Zorzi, Schwienbacher, Frasnelli e Simionato, la sacrosanta squalifica della compagine cinese ha regalato la medaglia di bronzo alle ragazze della staffetta dei 3000 metri nello short track. Le cugine Mara e Katia Zini, Marta Capurso e la giovanissima Arianna Fontana si sono trovate così promosse sul gradino più basso del podio dopo una gara d'attesa, nella speranza che chi le precedeva (Corea, Canada e Cina, per l'appunto) incappasse in qualche errore. Delle quattro squadre approdate in finale, quella azzurra era sicuramente la meno quotata sulla carta ma le nostre sono state brave e furbe a correre d'attesa, ben conscie che nello short-track l'imprevisto è sempre dietro l'angolo. Questa volta l'imprevisto è arrivato appena conclusa la gara per la felicità di Fontana e socie che hanno potuto così lasciar libero sfogo alla soddisfazione per una medaglia davvero inattesa alla vigilia.
In precedenza, nelle qualificazioni sui 1000 metri, la stessa Marta Capurso si era vista squalificare per una scorrettezza mentre la quindicenne valtellinese Arianna Fontana era riuscita a centrare il passaggio del turno, imitata nel settore femminile da Roberto Serra e Nicola Rodegari, impegnati nelle batterie dei 500 metri.
Le note amare, ma solo per quanto riguarda il discorso medaglie, erano invece arrivate nel primo pomeriggio con le sprint del fondo. Tra gli uomini, nella gara vinta secondo pronostico dallo svedese Lind, i quattro alfieri azzurri hanno corso alla grande, qualificandosi in tre alle semifinali e chiudendo con il quarto (Cristian Zorzi), il quinto (Freddy Schwienbacher), il sesto (Loris Frasnelli) e il diciottesimo (Daniele Pasini) posto. Una prestazione di squadra da antologia, arrivata nonostante qualche passaggio sfortunato nei vari turni di gara: bastoncini rotti e qualche spintarella qua e là di certo non hanno govato agli azzurri. Ma il mondo delle sprint è anche questo e ai nostri non è restato che rassegnarsi ai piazzamenti subito ai piedi del podio. Si sono viste ottime cose anche nella prova femminile con Arianna Follis settima e con Magda Genuin fermatasi ai quarti di finale dopo essere riuscita a strappare un posto tra le 30 qualificate. Vittoria per la giovane canadese Chandra Crawford sulla teutonica Claudia Kuenzel.
Podio sfiorato anche da Chiara Simionato che sui 1500 metri, distanza in cui in genere si esprime meno bene, ha concluso al quinto posto: ottimo risultato con pochi rimpianti visto anche il significativo distacco da chi la precedeva, le canadesi Klassen e Groves e l'olandese Wust. Nel gigante parallelo maschile dello Snowboard, tredicesimo posto finale per Roland Fischnaller che nulla ha potuto contro avversari fuori dalla sua portata, regolati dai fratelli svizzeri Simon e Philipp Schoch.
Il bronzo di oggi, il sesto nella rassegna, porta l'Italia a toccare quota dieci allori nel medagliere, mancano ancora tre giorni di gara per rimpinguare il bottino che ormai poco si discosta da quello ottenuto quattro anni fa in terra statunitense. L'Italia è nona nella classifica guidata dalla Germania davanti all'Austria e agli USA; se la nazione d'oltre Brennero è un po' una sorpresa dei quartieri alti del medagliere, la vera assente e la Norvegia che può vantare sì 18 medaglie ma solo 2 del metallo più pregiato e proprio per questo relegata in dodicesima posizione, alle spalle anche dell'Italia. Gli scandinavi pagano oltremodo le fin qui zero vittorie sugli sci stretti, sia per quanto riguarda il fondo, che il biathlon, che la combinata nordica.
(giovedì 23 febbraio 2006)
In precedenza, nelle qualificazioni sui 1000 metri, la stessa Marta Capurso si era vista squalificare per una scorrettezza mentre la quindicenne valtellinese Arianna Fontana era riuscita a centrare il passaggio del turno, imitata nel settore femminile da Roberto Serra e Nicola Rodegari, impegnati nelle batterie dei 500 metri.
Le note amare, ma solo per quanto riguarda il discorso medaglie, erano invece arrivate nel primo pomeriggio con le sprint del fondo. Tra gli uomini, nella gara vinta secondo pronostico dallo svedese Lind, i quattro alfieri azzurri hanno corso alla grande, qualificandosi in tre alle semifinali e chiudendo con il quarto (Cristian Zorzi), il quinto (Freddy Schwienbacher), il sesto (Loris Frasnelli) e il diciottesimo (Daniele Pasini) posto. Una prestazione di squadra da antologia, arrivata nonostante qualche passaggio sfortunato nei vari turni di gara: bastoncini rotti e qualche spintarella qua e là di certo non hanno govato agli azzurri. Ma il mondo delle sprint è anche questo e ai nostri non è restato che rassegnarsi ai piazzamenti subito ai piedi del podio. Si sono viste ottime cose anche nella prova femminile con Arianna Follis settima e con Magda Genuin fermatasi ai quarti di finale dopo essere riuscita a strappare un posto tra le 30 qualificate. Vittoria per la giovane canadese Chandra Crawford sulla teutonica Claudia Kuenzel.
Podio sfiorato anche da Chiara Simionato che sui 1500 metri, distanza in cui in genere si esprime meno bene, ha concluso al quinto posto: ottimo risultato con pochi rimpianti visto anche il significativo distacco da chi la precedeva, le canadesi Klassen e Groves e l'olandese Wust. Nel gigante parallelo maschile dello Snowboard, tredicesimo posto finale per Roland Fischnaller che nulla ha potuto contro avversari fuori dalla sua portata, regolati dai fratelli svizzeri Simon e Philipp Schoch.
Il bronzo di oggi, il sesto nella rassegna, porta l'Italia a toccare quota dieci allori nel medagliere, mancano ancora tre giorni di gara per rimpinguare il bottino che ormai poco si discosta da quello ottenuto quattro anni fa in terra statunitense. L'Italia è nona nella classifica guidata dalla Germania davanti all'Austria e agli USA; se la nazione d'oltre Brennero è un po' una sorpresa dei quartieri alti del medagliere, la vera assente e la Norvegia che può vantare sì 18 medaglie ma solo 2 del metallo più pregiato e proprio per questo relegata in dodicesima posizione, alle spalle anche dell'Italia. Gli scandinavi pagano oltremodo le fin qui zero vittorie sugli sci stretti, sia per quanto riguarda il fondo, che il biathlon, che la combinata nordica.
(giovedì 23 febbraio 2006)