Michaela Dorfmeister campionessa olimpica
di Luca Perenzoni
Sono lacrime di gioia e commozione quelle che bagnano il viso della trentatreenne Michaela Dorfmeister mentre dal parterre segue sul maxi schermo le discese delle ultime avversarie. Solo dopo l'arrivo di Carole Montillet la campionessa del Niederösterreich si lascia andare ad un ampio sorriso, solo dopo la discesa della campionessa olimpica uscente ha finalmente la certezza di essere salita in vetta all'Olimpo.
La discesa libera di San Sicario è stata letteralmente dominata dall'austriaca, davanti in tutti i parziali e capace di rifilare oltre un secondo di distacco all'elvetica Nadia Styger che fino a quel punto guidava la classifica. Dopo di lei dovevano però ancora partire le varie Gotschl, Aufdenblatten, Paerson, Schild e le miracolate Kildow e Montillet. Solo la sorprendente svizzera Martina Schild è riuscita però a spaventarla, ma i 22 centesimi di distacco registrati al traguardo le hanno permesso di tirare l'ultimo sospiro di sollievo. Tutte le altre finiranno piuttosto lontane, a cominciare da Anja Paerson, terza a 64 centesimi, solo sette meglio dell'altra austriaca Renate Götschl la cui rincorsa alla medaglia olimpica si è così fermata ai piedi del podio.
Fa un po' specie vedere una ragazza come la Dorfmeister sciogliersi in lacrime. Da sempre nascosta dietro ad una maschera burbera e seriosa, la vincitrice della Coppa del Mondo 2002 non ha mai amato lasciar trasparire le proprie emozioni. Ma l'oro olimpico è un'altra cosa. L'unico alloro che davvero mancava alla sua fantastica carriera: un traguardo che sembrava stregato dopo l'argento in super-g di Nagano e le tante delusioni di Salt Lake City. Ma all'ultima possibilità questa grande campionessa non si è lasciata sfuggire l'occasione ed ora potrà davvero terminare la sua carriera nella convinzione che non gli resta più nulla da vincere, dopo aver, tra l'altro, già messo in cassaforte la coppetta di discesa ci questa stagione. Grande successo anche per il wunderteam: la sua grande prestazione permette infatti all'Austria di tornare sul gradino più alto del podio in discesa ben 26 anni dopo la vittoria della Moser-Proell.
Anche oggi non sono mancate le sorprese. Il secondo posto di Martina Schild sa di miracolo. Nelle ultime due stagioni la ventiquattrenne svizzera non si era mai messa in mostre a livelli significativi, mai una buona prova in Coppa del Mondo. Nell'ultimo periodo l'inversione di tendenza, a qualche bell'acuto in Coppa Europa ha fatto seguito un feeling immediato con la pista di San Sicario, subito testimoniata dalle ottime prove disputate. Un argento che vale un sogno, probabilmente qualcosa di più. Medaglia anche per Anja Paerson che inizia la sua personalissima corsa alle cinque medaglie olimpiche con un bronzo, nella disciplina che forse la vedeva meno vicina al podio.
Discreta nel complesso la prova delle ragazze azzurre. Bene soprattutto Nadia Fanchini che ha concluso in decima posizione, alle spalle dell'accoppiata Kildow-Meissnitzer, dopo una prima parte di tracciato davvero notevole. Penalizzata dal tratto centrale di scorrevolezza, la ventenne di Montecampione ha comunque sciato con l'usuale grinta, dando il tutto per tutto ben sapendo che le sue carte migliori le potrà giocare in altre giornate. Poco più dietro di lei Lucia Recchia, tredicesima a quasi due secondi dalla Dorfmeister. Anche per lei un posto sul podio era probabilmente fuori portata ma lei stessa non è sembrata pienamente soddisfatta della propria prova. Attardate invece Elena Fanchini, autrice di un gran numero che l'ha rimessa in piedi dopo una caduta a metà pista, e Daniela Merighetti che non ha trovato le giuste sensazioni sul lungo ed impegnativo tracciato piemontese.
(mercoledì 15 febbraio 2006)
La discesa libera di San Sicario è stata letteralmente dominata dall'austriaca, davanti in tutti i parziali e capace di rifilare oltre un secondo di distacco all'elvetica Nadia Styger che fino a quel punto guidava la classifica. Dopo di lei dovevano però ancora partire le varie Gotschl, Aufdenblatten, Paerson, Schild e le miracolate Kildow e Montillet. Solo la sorprendente svizzera Martina Schild è riuscita però a spaventarla, ma i 22 centesimi di distacco registrati al traguardo le hanno permesso di tirare l'ultimo sospiro di sollievo. Tutte le altre finiranno piuttosto lontane, a cominciare da Anja Paerson, terza a 64 centesimi, solo sette meglio dell'altra austriaca Renate Götschl la cui rincorsa alla medaglia olimpica si è così fermata ai piedi del podio.
Fa un po' specie vedere una ragazza come la Dorfmeister sciogliersi in lacrime. Da sempre nascosta dietro ad una maschera burbera e seriosa, la vincitrice della Coppa del Mondo 2002 non ha mai amato lasciar trasparire le proprie emozioni. Ma l'oro olimpico è un'altra cosa. L'unico alloro che davvero mancava alla sua fantastica carriera: un traguardo che sembrava stregato dopo l'argento in super-g di Nagano e le tante delusioni di Salt Lake City. Ma all'ultima possibilità questa grande campionessa non si è lasciata sfuggire l'occasione ed ora potrà davvero terminare la sua carriera nella convinzione che non gli resta più nulla da vincere, dopo aver, tra l'altro, già messo in cassaforte la coppetta di discesa ci questa stagione. Grande successo anche per il wunderteam: la sua grande prestazione permette infatti all'Austria di tornare sul gradino più alto del podio in discesa ben 26 anni dopo la vittoria della Moser-Proell.
Anche oggi non sono mancate le sorprese. Il secondo posto di Martina Schild sa di miracolo. Nelle ultime due stagioni la ventiquattrenne svizzera non si era mai messa in mostre a livelli significativi, mai una buona prova in Coppa del Mondo. Nell'ultimo periodo l'inversione di tendenza, a qualche bell'acuto in Coppa Europa ha fatto seguito un feeling immediato con la pista di San Sicario, subito testimoniata dalle ottime prove disputate. Un argento che vale un sogno, probabilmente qualcosa di più. Medaglia anche per Anja Paerson che inizia la sua personalissima corsa alle cinque medaglie olimpiche con un bronzo, nella disciplina che forse la vedeva meno vicina al podio.
Discreta nel complesso la prova delle ragazze azzurre. Bene soprattutto Nadia Fanchini che ha concluso in decima posizione, alle spalle dell'accoppiata Kildow-Meissnitzer, dopo una prima parte di tracciato davvero notevole. Penalizzata dal tratto centrale di scorrevolezza, la ventenne di Montecampione ha comunque sciato con l'usuale grinta, dando il tutto per tutto ben sapendo che le sue carte migliori le potrà giocare in altre giornate. Poco più dietro di lei Lucia Recchia, tredicesima a quasi due secondi dalla Dorfmeister. Anche per lei un posto sul podio era probabilmente fuori portata ma lei stessa non è sembrata pienamente soddisfatta della propria prova. Attardate invece Elena Fanchini, autrice di un gran numero che l'ha rimessa in piedi dopo una caduta a metà pista, e Daniela Merighetti che non ha trovato le giuste sensazioni sul lungo ed impegnativo tracciato piemontese.
(mercoledì 15 febbraio 2006)