Sulle piste di Beaver Creek dove il grande Bernard Russi seppe disegnare paurosi vortici per i mondiali del 1999 è tornato a volare Aksel Lund Svindal ed il sicuro planare tra le insidie dei labirinti ha avuto ragione degli uccelli da preda, intimoriti, confusi dalla bellezza dei suoi movimenti! Già, il tempo pare essersi fermato per questo vikingo gentile...forse un gesto di
pietà da parte degli "dei" dei suoi antenati che hanno voluto ridare un pò di calore al cuore di un ragazzo cresciuto troppo presto all'ombra del dolore. La caduta aveva interrotto in modo troppo severo, quasi cattivo, la sua gioia di sciare, imprigionandone le ali, fermando i sogni. Il corpo era stato ferito, non la sua fierezza, non il suo orgoglio, non la sua fede. Quella che lo aveva aiutato a diventare grande dopo che, all'età di otto anni, la sua mammina, Ine, era salita in Cielo, lasciandolo solo con papà ed i nonni, a Kjeller, ad una ventina di kilometri da Oslo. Non conta nulla essere "gente del nord", appartenere a popoli distanti dalla capacità di commuoversi di noi mediterranei...a otto anni un bimbo "cresce subito" nel vedere la sua adorata mamma soffrire per molti mesi e poi morire! Questo fu l'ingresso di Aksel nel mondo degli adulti e se ascoltate le sue interviste, se lo osservate nelle immagini, potete accorgerVi della pacatezza di ogni sua parola, del
controllo assoluto di ogni gesto, del rispetto per tutti. Il suo ritorno al successo è stato accolto da tutti con una straordinaria umanità, un riscatto immenso dello sport che, per un momento ha lasciato da parte ipocrisie e falsi idoli, celebrando con affetto la genuina felicità di Aksel. Era già accaduto, anni fa, quando Hermann Maier si era imposto nel supergigante di Kitz, al rientro dopo il terribile incidente in motocicletta. Allora nevicava e la Streif si era inchinata alle lacrime dell'eroico ragazzone di Flachau...
Torniamo a Svindal, al suo fair play. Svindal vince, Svindal sorride (con dolcezza), Svindal si presenta bene (il ragazzo ideale per ogni madre con figlia da maritare), Svindal rispettoso degli avversari. Nel gigante di Beaver Creek, dopo la ricognizione, aveva capito subito come il tracciato si addicesse in modo assoluto alle caratteristiche di Ligety. "Non c'era nulla che potesse impedire a Ted di vincere. Era il mio favorito". Se Ligety avesse avuto meno timore della velocità nella parte conclusiva della seconda manche sarebbe salito sul gradino più alto del podio...come previsto da Aksel.
Le vittorie nelle prove di velocità non lo hanno colto di sorpresa, sapeva di poterlo fare dopo le ottime impressioni di Lake Louise. "nel gigante invece hai bisogno di sentirti a posto con un sacco di elementi. Quando ci arrivi sai di poter fare bene, anche vincere" Come era accaduto due anni fa a Lenzerheide. Il gabbiano Jonathan ha ripreso a volare...
Bello e sicuro il volo di Christof Innerhofer che si affaccia con crescente maturità tra i grandi. Non bisogna avere fretta con lui...Anche Peter Fill era giunto 4o in superg su questa pista...Proprio bravo Davide Simoncelli che ottiene il suo miglior risultato dopo l'intervento al ginocchio destro...E' vero, avrebbe potuto anche vincere (sarebbe stata megabaracca con Petrulli, Guadagnini&c...), ma è bellissimo rivederlo sciare come sa fare quando sta bene...Continuiamo a sostenere i nostri gigantisti, Blardone, Moelgg, Schieppati (coraggio, torna a credere in te stesso...) e compagni. Messi a punto tutti i piccoli problemi ritorneranno ad essere lo squadrone di sempre. Matteo Guadagnini e tutti i tecnici (skimen in modo particolare) stanno lavorando con serietà...Dai!!! Visto che anche nelle prove veloci il buon Rulfi sta "portando a casa" buoni frutti? Tra poco arrivano le gare italiane e Ravetto sta già studiando...colpi a sorpresa!
(martedì 9 dicembre 2008)