Sylviane Berthod appende gli sci ai chiodi
di Luca Perenzoni
Evidentemente tredici stagioni di Coppa del Mondo sono state sufficienti. Così come le difficoltà di recupero dopo l'operazione alla schiena, problemi e dolori che a 31 anni suonati si affrontano con meno entusiasmo rispetto alle stagioni precedenti, quando all'improvviso la possibilità di fermarsi e di "fare un salto in un'altra vita" non si presenta più come un'occasione remota o lontana, ma si materializza con i tratti precisi di una strada da percorrere con la stessa convinzione con cui si affronta lo schuss delle Tofane.
Un riferimento per nulla casuale, quello a Cortina. Perchè il ricordo migliore e più vivo della Sylviane Berthod sciatrice è sicuramente quello ampezzano, dei tanti dopo gara trascorsi da lei e dai suoi tifosi a ravvivare la pacata quiete del parterre cortinese con abbondanti dosi di formaggio, spesso fuso sul luogo, innaffiando il tutto con quello che passava il convento. Tifosi dal canto loro sempre pronti a seguire la propria campionessa (anche se verrebbe da dire amica) e ad offrire a chiunque passasse a tiro un assaggio di questa o quell'altra specialità della casa.
Scene da Coppa del Mondo, scene che si ripetono in più occasioni ma che quelli della Berthod sanno (sapevano? no dai, continuiamo a tenere il presente) affrontare con uno spirito quasi unico nel panorama del Circo Rosa.
E così Sylviane ha deciso di smettere: una vittoria in carriera sulla pista amica di St. Moritz nel dicembre del 2001 e tanta costanza ad alti livelli. Con lei lascia una delle discesiste più esperte della Coppa del Mondo, lascia un'atleta che pur non avendo i cromosomi della campionessa assoluta non mancherà di lasciare un piccolo vuoto tanto nella formazione elvetica quanto nell'intero circus.
(mercoledì 21 maggio 2008)
(mercoledì 21 maggio 2008)