Svindal imprendibile, Raich cede; Blardone secondo
di Luca Perenzoni
Scacco matto. O quasi. Aksel Lund Svindal nell'ultima occasione per afferrare la Coppa del Mondo ha estratto il coniglio da un cilindro che gli aveva già regalato nell'ultimo mese due brillantissimi ori iridati. Oggi a Lenzerheide il lungagnone norvegese ha raccolto una vittoria magica, incredibile, che vale non doppio, ma triplo. Vale la vittoria in sè, vale la coppetta di specialità, vale la Coppa del Mondo. Dopo l'autoeliminazione di Benjamin Raich che, con il pettorale numero uno, ha visto naufragare i suoi sogni di gloria all'uscita di una lunga curva verso sinistra, la gara ha preso una piega sempre più imprevedibile, con tutte le mosse che, a posteriori, hanno finito col favorire proprio lo stesso Svindal. Implacabile nella prima manche a non cedere a qualche tatticismo di troppo restando incollato alle code di un sontuoso Max Blardone; egregio nella seconda frazione nel'inserire il turbo, per sopravanzare lo sfortunato piemontese di quel tanto che basta (22 centesimi) per conquistare la vittoria nella classifica di specialità. Che beffa, per Max. Se in altre occasioni gli si poteva imputare una certa fragilità psicologica nelle occasioni che contano, oggi ha saputo dare tutto, giocarsi in maniera magistrale le proprie carte verso un traguardo che sembrava se non vicinissimo, quanto meno prossimo. A maggior ragione dopo la prima manche. Ma il ventottenne di Pallanzeno ha trovato sulla sua strada uno Svindal mostruoso che a questo punto diventa inequivocabilmente l'uomo dell'anno, il personaggio della Coppa più pazza degli ultimi anni. A dirla tutta la matematica lascia ancora spazio per ulteriori colpi di scena: lo scandinavo mantiene 97 punti di vantaggio su Raich che, conti alla mano, domani potrebbe anche operare il contro-sorpasso vincendo lo slalom conclusivo con Svindal incapace di chiudere nei primi 15. Una soluzione certamente non fantascientifica ma quanto meno difficilmente pronosticabile, nonostante i rapid gates abbiano già regalato clamorose sorprese nella gara femminile odierna. Giochi non ancora conclusi quindi, anche se a questo punto un finale con vincitore diverso da Svindal sarebbe frutto di una regia pazzesca, maligna, fintanto diabolica.
E mentre Svindal inizia i lunghi festeggiamenti di questo finale di inverno, pochi metri più in là si consuma la rabbia di Max Blardone. La rabbia figlia del non veder ripagati gli sforzi e il tanto lavoro di questi mesi. La rabbia generata dal saper di aver perso (suo malgrado, senza dubbio) un'altra occasione per cogliere la completa consacrazione. La rabbia dovuta dal trovare sempre qualcosa che non va nelle giornate più importanti della sua carriera sportiva. L'altro ieri un errore di troppo, ieri la pressione, oggi un super-man travestito da vichingo. Peccato, Max; ma complimenti lo stesso. Da tre stagioni ai vertici del gigante c'è anche e comunque l'ossolano; questo ennesimo attacco alla coppa di specialità è stato respinto, ma se anche l'anno prossimo l'atteggiamento di Blardone verso le gare sarà come quello odierno, molto probabilmente non basterà nemmeno uno Svindal sovrumano a fermarlo. E sempre dal gigante odierno, una menzione particolare per Alberto Schieppati, incredibilmente nono in una gara affrontata con l'handicap di non poter utilizzare entrambe le mani, vittime di rotture a legamenti e tendini vari. Un'impresa d'altri tempi, un'esaltazione per il coraggio del giovane gigantista trapiantato nelle Marche che oggi vede confermato il suo primo gruppo per la prossima stagione. Poco davanti a Schieppa, ecco Manfred Moelgg, ottavo in gigante e domani possibile protagonista tra i paletti dello slalom. Se dovesse arrivare la prima vittoria in carriera, a brindare con lui ci sarà sicuramente anche Svindal.
(sabato 17 marzo 2007)
E mentre Svindal inizia i lunghi festeggiamenti di questo finale di inverno, pochi metri più in là si consuma la rabbia di Max Blardone. La rabbia figlia del non veder ripagati gli sforzi e il tanto lavoro di questi mesi. La rabbia generata dal saper di aver perso (suo malgrado, senza dubbio) un'altra occasione per cogliere la completa consacrazione. La rabbia dovuta dal trovare sempre qualcosa che non va nelle giornate più importanti della sua carriera sportiva. L'altro ieri un errore di troppo, ieri la pressione, oggi un super-man travestito da vichingo. Peccato, Max; ma complimenti lo stesso. Da tre stagioni ai vertici del gigante c'è anche e comunque l'ossolano; questo ennesimo attacco alla coppa di specialità è stato respinto, ma se anche l'anno prossimo l'atteggiamento di Blardone verso le gare sarà come quello odierno, molto probabilmente non basterà nemmeno uno Svindal sovrumano a fermarlo. E sempre dal gigante odierno, una menzione particolare per Alberto Schieppati, incredibilmente nono in una gara affrontata con l'handicap di non poter utilizzare entrambe le mani, vittime di rotture a legamenti e tendini vari. Un'impresa d'altri tempi, un'esaltazione per il coraggio del giovane gigantista trapiantato nelle Marche che oggi vede confermato il suo primo gruppo per la prossima stagione. Poco davanti a Schieppa, ecco Manfred Moelgg, ottavo in gigante e domani possibile protagonista tra i paletti dello slalom. Se dovesse arrivare la prima vittoria in carriera, a brindare con lui ci sarà sicuramente anche Svindal.
(sabato 17 marzo 2007)