Julia Mancuso ed un 2007 da ricordare
di Luca Perenzoni
Val d'Isere, 19 dicembre 2006. Il giorno della svolta nella stagione e forse nella carriera di Julia Mancuso. Il primo mese di Coppa del Mondo aveva visto la ventunenne californiana rallentata, impallata, incapace di tenere il ritmo delle scatenate ragazze austriache, complice anche l'intervento all'anca subito nello scorso aprile nello Utah. Ma a partire dalla discesa savoiarda, Jules ha cambiato marcia, scalando a suon di successi le graduatorie di Coppa del Mondo: quattro vittorie e sei podi in due mesi e un'impressionante costanza ad altissimo livello che le ha permesso di non scendere mai al di sotto dell'ottava posizione se si escludono i due slalom di Zagabria e Sierra Nevada.
La vorticosa scalata dell'effervescente ragazza di Squaw Valley ha trovato conclusione nel week-end tarvisiano: vittoria in discesa, seconda in combinata e terza in super-g, per un totale di 240 punti che l'hanno portata in vetta alla classifica generale alla soglia delle 1200 lunghezze, le stesse di Renate Goetschl. Ma più della salisburghese, la statunitense ha saputo disimpegnarsi alla grande su tutti i terreni, con l'unica eccezione della rassegna iridata di Aare in cui l'avvenente americana si è limitata all'argento della combinata, perdendo poi la possibilità di confermare l'oro olimpico tra le porte del gigante dilapidando il vantaggio accumulato nella prima manche della gara in notturna. Ma con il senno di poi, quella svedese è solo una parentesi: tornata in Coppa Julia ha ripreso a macinare punti con il ritmo delle grandissime ed ora, a sei gare dalla fine del circuito maggiore, può vantare i favori del pronostico in ottica vittoria finale. Il calendario sembra parlare in suo favore: le due prove veloci di Lenzerheide potrebbero permetterle di allungare ulteriormente su Marlies Schild, tanto che la vittoria finale potrebbe giocarsi a cavallo dei due giganti, prima ed ultima gara di questa appendice di stagione. Se a Zwiesel e Lenzerheide la statunitense riuscisse a tenere il passo di Nicole Hosp, nell'ottica della costanza la sua principale avversaria, il gioco sarebbe pressochè fatto. E sarebbe un gioco a sorpresa. Perchè in avvio di stagione era piuttosto difficile poter pensare che la parabola della giovane californiana fosse così ascendente: fino alla passata annata si era "limitata" a sparuti exploit concentrati sopprattutto nelle grandi rassegne per trasformasi, in questo 2007 da ricordare, nel giovane astro nascente di una Circo Rosa che la vede al momento (a maggior ragione con l'infortunio della compagna-rivale Lindsey Kildow) l'unica alternativa al dominio austriaco.
Oltretutto "Sweet Julie" è un personaggio che fa bene allo sci. Con la sua sensualità e la malizia che la contraddistingue sa incantare il pubblico, coinvolgendo anche chi non troppo legato all'ambiente invernale. Non si prende troppo sul serio, e forse non prende troppo sul serio il lavoro-passione che le sta regalando una vetrina importante. Sacrifici e dedizione nel momento del bisogno affiancati dallo spirito goliardico che trasformano il tutto in un divertimento più che un lavoro. E la consapovelezza di ciò le consente di pensare anche a coloro che non hanno avuto tanta fortuna nella vita: appena rientrata dall'esperienza di Aare, Julia ha indetto un'asta benefica sul suo sito internet, donando al miglio offerente pettorali e caschetti di questi primi anni ai vertici dello sci mondiale: 3600 dollari da devolvere in beneficienza. Il primo passo verso un'ulteriore affermazione.
Good Luck, Sweet Jules!
(martedì 6 marzo 2007)
La vorticosa scalata dell'effervescente ragazza di Squaw Valley ha trovato conclusione nel week-end tarvisiano: vittoria in discesa, seconda in combinata e terza in super-g, per un totale di 240 punti che l'hanno portata in vetta alla classifica generale alla soglia delle 1200 lunghezze, le stesse di Renate Goetschl. Ma più della salisburghese, la statunitense ha saputo disimpegnarsi alla grande su tutti i terreni, con l'unica eccezione della rassegna iridata di Aare in cui l'avvenente americana si è limitata all'argento della combinata, perdendo poi la possibilità di confermare l'oro olimpico tra le porte del gigante dilapidando il vantaggio accumulato nella prima manche della gara in notturna. Ma con il senno di poi, quella svedese è solo una parentesi: tornata in Coppa Julia ha ripreso a macinare punti con il ritmo delle grandissime ed ora, a sei gare dalla fine del circuito maggiore, può vantare i favori del pronostico in ottica vittoria finale. Il calendario sembra parlare in suo favore: le due prove veloci di Lenzerheide potrebbero permetterle di allungare ulteriormente su Marlies Schild, tanto che la vittoria finale potrebbe giocarsi a cavallo dei due giganti, prima ed ultima gara di questa appendice di stagione. Se a Zwiesel e Lenzerheide la statunitense riuscisse a tenere il passo di Nicole Hosp, nell'ottica della costanza la sua principale avversaria, il gioco sarebbe pressochè fatto. E sarebbe un gioco a sorpresa. Perchè in avvio di stagione era piuttosto difficile poter pensare che la parabola della giovane californiana fosse così ascendente: fino alla passata annata si era "limitata" a sparuti exploit concentrati sopprattutto nelle grandi rassegne per trasformasi, in questo 2007 da ricordare, nel giovane astro nascente di una Circo Rosa che la vede al momento (a maggior ragione con l'infortunio della compagna-rivale Lindsey Kildow) l'unica alternativa al dominio austriaco.
Oltretutto "Sweet Julie" è un personaggio che fa bene allo sci. Con la sua sensualità e la malizia che la contraddistingue sa incantare il pubblico, coinvolgendo anche chi non troppo legato all'ambiente invernale. Non si prende troppo sul serio, e forse non prende troppo sul serio il lavoro-passione che le sta regalando una vetrina importante. Sacrifici e dedizione nel momento del bisogno affiancati dallo spirito goliardico che trasformano il tutto in un divertimento più che un lavoro. E la consapovelezza di ciò le consente di pensare anche a coloro che non hanno avuto tanta fortuna nella vita: appena rientrata dall'esperienza di Aare, Julia ha indetto un'asta benefica sul suo sito internet, donando al miglio offerente pettorali e caschetti di questi primi anni ai vertici dello sci mondiale: 3600 dollari da devolvere in beneficienza. Il primo passo verso un'ulteriore affermazione.
Good Luck, Sweet Jules!
(martedì 6 marzo 2007)