Oro a Walchhofer sul record-man Aamodt
(St. Moritz, Sui). Che strano, la Corviglia questa mattina era accarezzata dal sole, dopo una settimana di neve, vento e nebbia. Una novità, come la medaglia d’oro vinta dall’austriaco Michael Walchhofer, gigante di quasi due metri per cento kg. Walchhofer, era stato inserito con Eberharter da subito nella rosa per la libera, visto i risultati conseguiti in Coppa del Mondo. In carriera, una vittoria (quest’anno) in combinata a Kitzbuehel e quattro secondi posti in discesa. Per la gara odierna però non era stato messo nella rosa delle medaglie dagli addetti ai lavori ed all’opinione pubblica, ma il ventisettenne di Altenmark ha stupito tutti pennellando una prova in cui potenza e sensibilità si sono mixate al meglio. Certo, il suo fisico da marcantonio lo ha senz’altro aiutato su una pista dove era fondamentale lasciar correre gli sci e usare il meno possibile gli spigoli. Dal muro iniziale della Corviglia, il Freier Fall, si è scagliato come una scheggia, e da lì è iniziata la cavalcata verso l’oro. Il Freier Fall, è considerata l’uscita dal cancelletto più ripida dell’intero circo bianco: per arrivare in partenza i concorrenti dovevano farsi 150 scalini perché nessun impianto porta alla cima della pista, e in soli sette secondi si raggiungono i 130 km/h. La picchiata verso il trionfo per Michael non è stata indisturbata: il solito immenso Kjetil Andrè Aamodt lo ha impensierito non poco. Solo delle sbavature che gli hanno fatto sbagliare le linee ideali al Mauritius, due curve in cui è molto importante la scelta della traiettoria, e forse un po’di stanchezza nel piano finale che immette sul lunghissimo salto del Rominger (si salta 35/40 m.), non gli hanno consegnato l’oro. Grande e commovente comunque, il trentaduenne norvegese, competitivo da una dozzina di anni su qualsiasi tipo di neve, pista e in ogni specialità. Con questa medaglia è il record-man ai Campionati del Mondo di sci alpino: 12 podi contro gli 11 di Marc Girardelli e Lasse Kjus (oggi solo 13°). 3° Bruno Kernen, felicissimo per questa medaglia che lo conferma sempre tra i più forti nell’arco dell’intera stagione. 4°, il suo connazionale Didier Cuche. Questa volta Stephan Eberharter ed Hermann Maier, non riescono a raggiungere la zona podio, e terminano rispettivamente 5° ed 8°. Gli azzurri puntavano tutto su Kristian Ghedina, che dopo il miglior tempo in prova di ieri, sembrava essere rinato. Il Cortinese finirà 11°, ma la sua prova è stata confortante: in alto, dove bisognava accarezzare la neve senza morderla con gli spigoli limitando al massimo ogni attrito, è stato il Ghedo di una volta. Ha pagato forse un po’ i curvoni tecnici nella parte centrale e la tenuta atletica. Insomma, Kristian sembra essersi ritrovato, e lo si è notato sorridente al parterre, elemento da non sottovalutare per il futuro, visto il suo carattere emotivo. Peter Fill, conclude in 20° piazza, dimostrando di sciare davvero bene. Crescerà, e in futuro dovrà però attaccare e osare di più. Erik Seletto, ieri non male in prova, non è veloce e chiude 26°. Male Kurt Sulzenbacher, 19° e irriconoscibile rispetto alla passata stagione. Conferma la grande prova del super-g, il giovane canadese del Quebec, Erik Guay, ancora oggi splendido 6°.
(sabato 8 febbraio 2003)
(sabato 8 febbraio 2003)