La Rai e le Olimpiadi, vero spettacolo?
a cura della redazione
Che gli sport invernali non abbiano grande presa sul pubblico italiano è, purtroppo, fatto piuttosto noto.
Ma sembra proprio che il comportamento della Rai in questi primi giorni olimpici punti decisamente a volerlo sottolineare a doppio tratto. La tv di stato si era presentata nell'immediata vigilia con un programma di lusso: una rete, Rai2, interamente dedicata all'evento a cinque cerchi; più o meno 24 ore di solo sport, di solo clima olimpico.
Purtroppo dopo quattro giorni ci sembra che tutte le migliori intenzioni non si siano concretizzate in un prodotto di qualità. A cominciare dagli innumerevoli spot pubblicitari che tartassano a ritmo incessante ogni singola gara. Una media di un'interruzione pubblicitaria ogni cinque minuti, in certi casi anche meno. Per non parlare poi dei titoli di coda che riducono ad una semplice finestra l'immagine in diretta, spesso nei momenti più salienti della gara. E che dire delle sfortunate coincidenze che vogliono troppo spesso i cinque tg giornalieri coincidere con il finale di una qualsiasi competizione?
Lungi da noi l'idea di rinunciare all'informazione ma...con tre reti terrestri ed un canale satellitare interamente dedicato allo sport, è proprio impossibile trovare una soluzione per trasmettere comunque il finale di una gara?
E' proprio impossibile "giocare" con il palinsesto per trascinare gli spettatori nelle emozioni di un Olimpiade?
Oggi con la combinata maschile si è forse toccato il fondo: a mezzogiorno la discesa è stata tagliata dopo la performance di Giorgio Rocca quando dovevano ancora scendere "illustri sconosciuti" come Bode Miller e Michael Walchhofer; durante la seconda e decisiva manche di slalom abbiamo assistito a intermezzi pubblicitari dopo ciascun atleta, spesso a nascondere parte della prova successiva. Inolte: titoli di coda a nascondere metà dello schermo e nessuno sforzo per tentare di riproporre la determinante inforcata di Raich.
Insomma, un mezzo disatro.
Viene quasi spontaneo ripensare sorridendo al motto delle Olimpiadi, "l'importante è esserci": sì, per non essere costretti a guardare le gare in tv...E' questo lo spettacolo delle Olimpiadi? Fantaski si augura che la Rai sappia coinvolgere il pubblico grazie al suo prodotto televisivo e non annoiarlo "uccidendo" le gare.
(martedì 14 febbraio 2006)
Ma sembra proprio che il comportamento della Rai in questi primi giorni olimpici punti decisamente a volerlo sottolineare a doppio tratto. La tv di stato si era presentata nell'immediata vigilia con un programma di lusso: una rete, Rai2, interamente dedicata all'evento a cinque cerchi; più o meno 24 ore di solo sport, di solo clima olimpico.
Purtroppo dopo quattro giorni ci sembra che tutte le migliori intenzioni non si siano concretizzate in un prodotto di qualità. A cominciare dagli innumerevoli spot pubblicitari che tartassano a ritmo incessante ogni singola gara. Una media di un'interruzione pubblicitaria ogni cinque minuti, in certi casi anche meno. Per non parlare poi dei titoli di coda che riducono ad una semplice finestra l'immagine in diretta, spesso nei momenti più salienti della gara. E che dire delle sfortunate coincidenze che vogliono troppo spesso i cinque tg giornalieri coincidere con il finale di una qualsiasi competizione?
Lungi da noi l'idea di rinunciare all'informazione ma...con tre reti terrestri ed un canale satellitare interamente dedicato allo sport, è proprio impossibile trovare una soluzione per trasmettere comunque il finale di una gara?
E' proprio impossibile "giocare" con il palinsesto per trascinare gli spettatori nelle emozioni di un Olimpiade?
Oggi con la combinata maschile si è forse toccato il fondo: a mezzogiorno la discesa è stata tagliata dopo la performance di Giorgio Rocca quando dovevano ancora scendere "illustri sconosciuti" come Bode Miller e Michael Walchhofer; durante la seconda e decisiva manche di slalom abbiamo assistito a intermezzi pubblicitari dopo ciascun atleta, spesso a nascondere parte della prova successiva. Inolte: titoli di coda a nascondere metà dello schermo e nessuno sforzo per tentare di riproporre la determinante inforcata di Raich.
Insomma, un mezzo disatro.
Viene quasi spontaneo ripensare sorridendo al motto delle Olimpiadi, "l'importante è esserci": sì, per non essere costretti a guardare le gare in tv...E' questo lo spettacolo delle Olimpiadi? Fantaski si augura che la Rai sappia coinvolgere il pubblico grazie al suo prodotto televisivo e non annoiarlo "uccidendo" le gare.
(martedì 14 febbraio 2006)