Luca De Aliprandini può tornare a gareggiare
a cura della redazione
(da fisi.org) Luca De Aliprandini può riprendere l'attività agonistica. E' il responso della valutazione effettuata oggi dalla Commissione medica FISI, dopo che l'atleta trentino si è sottoposto ai test presso l'Istituto neurologico "Besta" di Milano.
Dopo la caduta di un mese fa a Livigno, nell'allenamento di superG che precedeva l'appuntamento con le gare iridate di St. Moritz, De Aliprandini si era dovuto fermare per le conseguenze del trauma cranico riportato. Neppure i controlli precedenti il gigante iridato avevano dato buon esito. Ora, invece, tutto è rientrato nella normalità e De Aliprandini ha ottenuto l'idoneità per prendere parte alle Finali americane di Aspen, dove gareggerà nel gigante del 18 marzo.
Ecco come lo stesso Luca, una settimana fa, ha raccontato il suo particolare momento dalle pagine del blog, partendo dall'incidente del 4 febbraio: "...una giornata da dimenticare quella sulle nevi livignasche, una caduta mentre stavo svolgendo un allenamento di super gigante in vista della tappa iridata. "Fortunatamente" il mio corpo ha rimosso quella data, meglio ancora ha cancellato quella brutta mattinata dove al primo giro sono caduto ed ho sbattuto violentemente a terra. Sono stato soccorso immediatamente dallo staff della federazione, successivamente sono sceso con le mie gambe fino in hotel, sempre accompagnato dal doc "Zanca", che poi mi ha accompagnato in ospedale per le dovute visite. Tutto questo mi è stato raccontato, personalmente non ricordo neanche un secondo dell'accaduto, tanto meno oserei immaginare di essere riuscito a trascinarmi a valle da solo. Gambe, braccia e schiena sono rimaste intatte, dai vari esami è stato purtroppo riscontrato un forte trauma cranico ed una conseguente amnesia di quasi 24 ore. (...). Dopo la notte in osservazione, sono tornato a casa dove nei 4/5 giorni seguenti ho dormito quasi continuamente, senza mai vedere la luce. Piano piano ho iniziato a stare meglio, anche la medaglia d'argento di Michelle mi ha dato molta energia, tanto che ho sempre sperato di poter gareggiare nel gigante iridato di Sankt Moritz. Cosi il lunedì che precedeva la gara, 10 giorni dopo la caduta, sono andato a Milano per sottopormi ad una visita neurologica, che purtroppo ha dato esito negativo. Questo è stato un duro colpo da accettare, significava che il mondiale per me era gia finito senza mai essere stato in Svizzera.
La mattina dopo a mente fredda ho capito che forse non ero ancora nelle condizioni di gareggiare, da atleta non si vuole mai dover alzare bandiera bianca, purtroppo questa volta era opportuno farlo, soprattutto per la salute. Nelle ultime settimane trascorse tra Tuenno ed Engelberg, la situazione è sicuramente migliorata, ma mai un giorno era uguale ad un'altro. Qualche giorno stavo meglio, altri meno. Nonostante questo non ho mai mollato ed ho sempre sperato di tornare il prima possibile a fare ciò che amo, trascorrere ore e giornate sulla neve, semplicemente sciare. Ogni giorno sedevo sulla bici da spinning, sudavo e mi liberavo di tutta quella rabbia ed energia che volentieri avrei voluto mettere in pista, a Sankt Moritz, ai mondiali.
Venerdì mi sono sottoposto ad un ulteriore visita, quella che speravo fosse definitiva per riavere l'idoneità per poter tornare a sciare. Purtroppo l'elettroencefalogramma non è stato così positivo, ci sono ancora tracce del trauma sofferto ormai quasi un mese fa, dovrò ripetere questo test la settimana prossima e poi valuteremo di giorno in giorno cosa è opportuno fare. Questo significa che non potrò partecipare anche alla prossima tappa di coppa del mondo, il gigante di sabato a Kranjska Gora. Mi brucia forte ma non posso accelerare i tempi di recupero, sarebbe ingenuo, controproducente e soprattutto rischioso."
(martedì 7 marzo 2017)