"La sfiga esiste, ma mi rialzerò", firmato Nadia
Sarà che la dietrologia è ultimamente (e non solo) lo sport nazionale. Sarà che a volte è facile "immedesimarsi" negli altri e profetizzare dall'alto (o dal basso) della propria posizione. Sarà che anche l'appassionato vorrebbe poter applaudire il più possibile le imprese di uno dei migliori talenti dello sci azzurro degli ultimi anni ed il non poterlo fare per i ripetuti guai fisici - forse - è frustrante.
Sarà per tutte queste ragioni, ma già pochi minuti dopo la spigolata con successiva caduta di Nadia Fanchini nella discesa di Cortina d'Ampezzo si sono sprecati ed inseguiti i "lo sapevo", "l'avevo detto, io", "me lo immaginavo".
Per non parlare dei giorni successivi, specie dopo il primo responso medico di ieri in cui si parla di possibile lesione ai legamenti del ginocchio sinistro: qualcuno si è sentito addirittura in dovere di assumersi (da sè, s'intende...) l'incarico di effettuare ulteriori indagini per capire come sia andato il recupero di Nadia dall'ultimo dell'infinita serie di interventi. Quasi che la giovane di Montecampione non avesse una testa per pensare e non fosse seguita e accompagnata per mano da uno staff medico che - la storia parla chiaro - coinvolge esperti federali e non, insomma, non i primi passanti incrociati a caso sulle nevi camune.
Certo, fa male sapere dell'ennesimo infortunio. Sembra impossibile da credere, anche e soprattutto nell'ottica della povera Nadia, unica vittima di tanta sfortuna. E sfortuna, anzi, sfiga è la parola che la stessa finanziera usa per ribattere a certi acidi commenti.
"La sfiga esiste, eccome. E lo dico con cognizione di causa. Se io ed i tecnici abbiamo deciso di andare a Cortina d'Ampezzo per correre come apripista è perché ero nelle condizioni di poterlo fare. Non accetto le polemiche gratuite, chi vuole dirmi cosa avrei dovuto fare o chi attribuisce a me o a componenti della mia famiglia affermazioni mai dette o scelte azzardate. Mi sentivo pronta - precisa la campionessa azzurra -: i test di forza e resistenza che avevo effettuato prima di affrontare lo scorso weekend erano perfetti".
Nadia vuole mettere i puntini sulle "i" riguardo il suo percorso riabilitativo, ed aggiunge: "Ho seguito le fasi di recupero con lo staff personale e i preparatori della Nazionale, rispettando i tempi come da copione. Sapevo quello che stavo facendo. A chi ha insinuato il fatto che ho bruciato le tappe rispondo con un secco "no"".
Ed ancora: "Non accetto che vengano fatte insinuazioni su di me e sulla mia famiglia; non è la prima volta ed ora voglio difendermi da tutte queste maldicenze. Non permetto a nessuno, soprattutto a chi non mi conosce veramente, di scrivere certe cose sul mio conto, cose che, per giunta, non sono assolutamente vere".
Riguardo il suo futuro Nadia precisa: "Ora aspettiamo che il ginocchio si sgonfi, così da poter valutare realmente il referto della prossima risonanza magnetica. Se dovrò essere rioperata tornerò a rimettermi in gioco con caparbia e determinazione. Ci saranno sicuramente momenti difficili, ma mi sono rialzata tante volte e lo farò anche in quest’occasione".
In bocca al lupo Nadia, non sarà facile ma questo sembra essere il destino delle tue ginocchia di cristallo, ormai martoriate e sempre più fragili. Ed un consiglio, come diceva il buon Dante, "Non ragioniam di lor, ma guarda e passa..."
(mercoledì 26 gennaio 2011)
Sarà per tutte queste ragioni, ma già pochi minuti dopo la spigolata con successiva caduta di Nadia Fanchini nella discesa di Cortina d'Ampezzo si sono sprecati ed inseguiti i "lo sapevo", "l'avevo detto, io", "me lo immaginavo".
Per non parlare dei giorni successivi, specie dopo il primo responso medico di ieri in cui si parla di possibile lesione ai legamenti del ginocchio sinistro: qualcuno si è sentito addirittura in dovere di assumersi (da sè, s'intende...) l'incarico di effettuare ulteriori indagini per capire come sia andato il recupero di Nadia dall'ultimo dell'infinita serie di interventi. Quasi che la giovane di Montecampione non avesse una testa per pensare e non fosse seguita e accompagnata per mano da uno staff medico che - la storia parla chiaro - coinvolge esperti federali e non, insomma, non i primi passanti incrociati a caso sulle nevi camune.
Certo, fa male sapere dell'ennesimo infortunio. Sembra impossibile da credere, anche e soprattutto nell'ottica della povera Nadia, unica vittima di tanta sfortuna. E sfortuna, anzi, sfiga è la parola che la stessa finanziera usa per ribattere a certi acidi commenti.
"La sfiga esiste, eccome. E lo dico con cognizione di causa. Se io ed i tecnici abbiamo deciso di andare a Cortina d'Ampezzo per correre come apripista è perché ero nelle condizioni di poterlo fare. Non accetto le polemiche gratuite, chi vuole dirmi cosa avrei dovuto fare o chi attribuisce a me o a componenti della mia famiglia affermazioni mai dette o scelte azzardate. Mi sentivo pronta - precisa la campionessa azzurra -: i test di forza e resistenza che avevo effettuato prima di affrontare lo scorso weekend erano perfetti".
Nadia vuole mettere i puntini sulle "i" riguardo il suo percorso riabilitativo, ed aggiunge: "Ho seguito le fasi di recupero con lo staff personale e i preparatori della Nazionale, rispettando i tempi come da copione. Sapevo quello che stavo facendo. A chi ha insinuato il fatto che ho bruciato le tappe rispondo con un secco "no"".
Ed ancora: "Non accetto che vengano fatte insinuazioni su di me e sulla mia famiglia; non è la prima volta ed ora voglio difendermi da tutte queste maldicenze. Non permetto a nessuno, soprattutto a chi non mi conosce veramente, di scrivere certe cose sul mio conto, cose che, per giunta, non sono assolutamente vere".
Riguardo il suo futuro Nadia precisa: "Ora aspettiamo che il ginocchio si sgonfi, così da poter valutare realmente il referto della prossima risonanza magnetica. Se dovrò essere rioperata tornerò a rimettermi in gioco con caparbia e determinazione. Ci saranno sicuramente momenti difficili, ma mi sono rialzata tante volte e lo farò anche in quest’occasione".
In bocca al lupo Nadia, non sarà facile ma questo sembra essere il destino delle tue ginocchia di cristallo, ormai martoriate e sempre più fragili. Ed un consiglio, come diceva il buon Dante, "Non ragioniam di lor, ma guarda e passa..."
(mercoledì 26 gennaio 2011)