Emily Brydon, buona la seconda! L'Austria insegue
di Luca Perenzoni
Ci aveva provato un paio di mesi fa, inchinandosi soltanto ad un'Anja Paerson ritornata fenomenale per lo spazio di un fine settimana; ma in questa seconda tappa stagionale a St. Moritz Emily Brydon è riuscita a centrare il primo successo in carriera, in un superg tutto da interpretare, cosa che la canadese è riuscita a fare a modo suo, scavando un netto divario tra sè e la concorrenza nel tratto conclusivo della Corviglia, quello in cui gli spigoli vanno accantonati, per lasciar sfogare tutta la velocità dello sci. Magari non sarà bellissima da vedersi in azione, ma in quanto a scorrevolezza la trentaduenne della British Columbia ha ben poche rivali nel Circo Rosa ed ha saputo darne dimostrazione anche sulle nevi svizzere, rifilando consistenti distacchi a tutte le migliori negli ultimi trenta secondi di pista. Una carriera particolare, quella di questa ragazzona nordamericana, 181 centimetri per oltre 70 chili. Un fisico massiccio che col passare degli anni ha saputo sfruttare per raggiungere oggi il miglior risultato della carriera, dopo una manciata di podi conquistati soprattutto in queste ultime stagioni, quando il lavoro di Platter è riuscito a far combinare al meglio due piedi sopraffini ed una tecnica talvolta approssimativa. Ma in fondo vince chi arriva prima al traguardo e poco importa se le curve vengono fatte di traverso: in testa alla classifica c'è la Brydon che in verità oggi è apparsa meno "approssimativa" del solito quando c'erano da usare gli spigoli, pur in un tracciato di certo non semplicissimo. Venticinque centesimi dietro al colosso canadese ci sono i mastini austriaci: un "doberman" (sia passata la metafora) come Lizi Goergl, concentrato di potenza e determinazione, ed un levriero come Renate Goetschl, forse la più bella in pista, ma non a sufficienza per scalzare la velocissima Brydon. Sono quattro i centesimi che dividono le due austriache, mentre solo uno priva a Lindsey Kildow Vonn la gioia del podio: quinta ieri, quarta oggi, la statunitense ha perso forse uno dei treni più importanti verso la Coppa del Mondo, ma se ieri era stata soprattutto colpa sua, oggi era onestamente difficile, se non impossibile, fare meglio.
O forse bisognava chiamarsi Lara Gut. Bisogna ammetterlo, quando si parla di giovani atleti è sempre difficile trovare il giusto compromesso tra l'entusiasmo nel vedere la crescita di un campione e la razionalità per valutare con mente fredda ogni singola prova, senza eccedere in sperticate lodi a tutto campo. Ieri la possibile vittoria al debutto in discesa è franata insieme alla giovane ticinese nelle ultime decine di metri di pista, ma le mutate condizioni meteo l'avevano sicuramente avvantaggiata. Oggi pista e luce erano le stesse di quasi tutte le altre (eccetto forse che per una quasi rassegnata Mancuso) e la sedicenne di Comano è riuscita a trasformare il pettorale numero 33 in una quinta piazza, sciando con un'autorità che testimonia la freschezza e la determinazione di questo baby prodigio dello sci moderno. Va detto che ormai conosce la Corviglia come le sue tasche, ma è altrettanto vero che tra quelle partite dopo il numero 22, nessuna è riuscita ad inserirsi tra le primissime, la Gut sì: deve ancora farsi, ma è un fenomeno vero. Anche di personalità, che non è poco.
Un po' a sorpresa l'Italia si è aggrappata a Wendy Siorpaes, ottima 15ima con un difficile 53 di partenza. Non è il primo acuto stagionale della ventitreenne cortinese che sembra finalmente concretizzare la tanta esperienza accumulata nelle annate precedenti, ora non resta che inseguire una maggiore continuità, traguardo che oggi sembra più alla portata della sbarazzina veneta. Qualche punto (meno del previsto) anche per Daniela Ceccarelli, 28ima, mentre restano a secco le due Fanchini, Schnarf, Longhini e Stuffer. In super-g per le nostre c'è da sudare ancora un po': le azzurre lo sanno e lo stanno facendo, torneranno giorni migliori.
(domenica 3 febbraio 2008)
O forse bisognava chiamarsi Lara Gut. Bisogna ammetterlo, quando si parla di giovani atleti è sempre difficile trovare il giusto compromesso tra l'entusiasmo nel vedere la crescita di un campione e la razionalità per valutare con mente fredda ogni singola prova, senza eccedere in sperticate lodi a tutto campo. Ieri la possibile vittoria al debutto in discesa è franata insieme alla giovane ticinese nelle ultime decine di metri di pista, ma le mutate condizioni meteo l'avevano sicuramente avvantaggiata. Oggi pista e luce erano le stesse di quasi tutte le altre (eccetto forse che per una quasi rassegnata Mancuso) e la sedicenne di Comano è riuscita a trasformare il pettorale numero 33 in una quinta piazza, sciando con un'autorità che testimonia la freschezza e la determinazione di questo baby prodigio dello sci moderno. Va detto che ormai conosce la Corviglia come le sue tasche, ma è altrettanto vero che tra quelle partite dopo il numero 22, nessuna è riuscita ad inserirsi tra le primissime, la Gut sì: deve ancora farsi, ma è un fenomeno vero. Anche di personalità, che non è poco.
Un po' a sorpresa l'Italia si è aggrappata a Wendy Siorpaes, ottima 15ima con un difficile 53 di partenza. Non è il primo acuto stagionale della ventitreenne cortinese che sembra finalmente concretizzare la tanta esperienza accumulata nelle annate precedenti, ora non resta che inseguire una maggiore continuità, traguardo che oggi sembra più alla portata della sbarazzina veneta. Qualche punto (meno del previsto) anche per Daniela Ceccarelli, 28ima, mentre restano a secco le due Fanchini, Schnarf, Longhini e Stuffer. In super-g per le nostre c'è da sudare ancora un po': le azzurre lo sanno e lo stanno facendo, torneranno giorni migliori.
(domenica 3 febbraio 2008)