La Kostelic saluta il Circo Bianco: grazie Janica
di Luca Perenzoni
E' arrivata oggi la notizia ufficiale: Janica Kostelic si ritira. Una scelta paventata da più parti, ipotizzabile dopo l'anno sabbatico che la campionessa di Zagabria si era presa in questa stagione, un'ipotesi più volte smentita nei mesi scorsi ma che ha trovato pieno fondamento nelle parole della stessa Janica che stamane, poco prima di mezzogiorno, ha detto di voler chiudere definitivamente la sua carriera agonistica. I motivi sono, pressapoco, gli stessi che dodici mesi fa l'avevano convinta a prendersi una pausa: i tanti infortuni e malanni fisici che hanno colpito il suo potente fisico di cristallo, lo stress nervoso di una vita da nomade tra una pista di allenamento e l'altra e, non ultimo, la relazione nata con l'istriano Boris, elemento che forse ha giocato in maniera decisamente significativa nella decisione finale della venticinquenne croata.
Forse è stata la più forte di ogni tempo, forse sarebbe potuta diventarlo. Ha fatto sollevare tanti dubbi, simpatie e antipatie. Ha esaltato da sola un intero popolo, ha vinto tutto quello che c'era da vincere, quasi come mai nessun'altra. Ha stupito a Salt Lake City cogliendo quattro medaglie nella stessa Olimpiade, di cui 3 d'oro, anche in discipline in cui non era mai stata primattrice. Ha messo in bacheca un numero impressionante di vittorie, di medaglie, di coppe di cristallo, intervallando stagioni assolutamente strepitose ad altre passate a leccarsi le ferite, tra lesioni ai legamenti del ginocchio fino ai preoccupanti problemi alla tiroide emersi nell'estate di 4 anni fa. Ha dominato la scena dello slalom, ha impressionato per potenza, leggerezza e classe. Ha saputo regalare momenti di intensità enorme, suscitare rabbia e fintanto invidia nelle avversarie, come solo le grandi, i fenomeni, riescono a fare.
Tutto questo in una manciata di stagioni, in una carriera fulminante come la sua sciata che si è quindi chiusa con la stessa velocità con cui è iniziata. Si è guardata dentro e ha deciso che era giunta l'ora di cambiare, di dedicarsi a quella vita privata che agli eroi nazionali è spesso preclusa. Come darle torto?
Ci mancherà, Janica. A prescindere da dubbi, perplessità, tifo o passione. A prescindere da tutto, simpatia o antipatia. Una grande, forse la più grande se il termine ha davvero un significato, ha lasciato la carriera e, probabilmente, c'è soltanto una parola con cui chi ama lo sci può salutare il personaggio Kostelic: Grazie.
(giovedì 19 aprile 2007)
Forse è stata la più forte di ogni tempo, forse sarebbe potuta diventarlo. Ha fatto sollevare tanti dubbi, simpatie e antipatie. Ha esaltato da sola un intero popolo, ha vinto tutto quello che c'era da vincere, quasi come mai nessun'altra. Ha stupito a Salt Lake City cogliendo quattro medaglie nella stessa Olimpiade, di cui 3 d'oro, anche in discipline in cui non era mai stata primattrice. Ha messo in bacheca un numero impressionante di vittorie, di medaglie, di coppe di cristallo, intervallando stagioni assolutamente strepitose ad altre passate a leccarsi le ferite, tra lesioni ai legamenti del ginocchio fino ai preoccupanti problemi alla tiroide emersi nell'estate di 4 anni fa. Ha dominato la scena dello slalom, ha impressionato per potenza, leggerezza e classe. Ha saputo regalare momenti di intensità enorme, suscitare rabbia e fintanto invidia nelle avversarie, come solo le grandi, i fenomeni, riescono a fare.
Tutto questo in una manciata di stagioni, in una carriera fulminante come la sua sciata che si è quindi chiusa con la stessa velocità con cui è iniziata. Si è guardata dentro e ha deciso che era giunta l'ora di cambiare, di dedicarsi a quella vita privata che agli eroi nazionali è spesso preclusa. Come darle torto?
Ci mancherà, Janica. A prescindere da dubbi, perplessità, tifo o passione. A prescindere da tutto, simpatia o antipatia. Una grande, forse la più grande se il termine ha davvero un significato, ha lasciato la carriera e, probabilmente, c'è soltanto una parola con cui chi ama lo sci può salutare il personaggio Kostelic: Grazie.
(giovedì 19 aprile 2007)