La prima volta di Jerman su una Kandahar sfigurata
di Luca Perenzoni
Se la stagione di Andrej Jerman era stata sin qui buonissima, oggi diventa ottima: è sua infatti la vittoria nella prima delle due discese di Garmisch Partenkirchen. E' la prima volta che il ventottenne sloveno riesce a conoscere la gioia di un podio nel massimo circuito mondiale e, per il suo debutto ai vertici, Jerman ha scelto la strada migliore, quella della vittoria. Un successo che però, onoestamente, porta marchiato a fuoco il contributo di una pista sicuramente non all'altezza della storia della Kandahar: le difficoltà degli organizzatori tedeschi delle ultime settimane si sono trasformate oggi in una neve difficile da mantenere compatta con una pista andata sfaldandosi dopo pochissime discese. A trarne giovamento i primi a partire, e così all'acuto di un ritrovato Grugger risponde lo sloveno Jerman, capace di precedere il talentuoso austriaco di 22 centesimi per piazzarsi in vetta alla graduatoria con il pettorale numero 11. Una gara senza dubbio pulita e dignitosa, quella dello sloveno, una prova che in altre giornate avrebbe potuto valere anche un ottimo piazzamento, ma oggi la situazione, è diversa. La temperatura non ha lasciato scampo ai favoriti (tra i primi 10 non compare nessuno con un pettorale superiore al 21) che si sono ritrovati loro malgrado coinvolti in un'inedita lotta nelle retrovie. Così discesa dopo discesa Jerman ha visto prendere forma il sogno della vittoria, dell'affermazione per un ragazzo ed una nazione che, soprattutto al maschile, era digiuna di successi da parecchi anni. Ed accanto a Jerman, sul podio, salgono due discesisti di lusso come Hans Grugger (finalmente ritornato a livelli d'eccellenza anche in discesa) ed Erik Guay, terzo e bravissimo a galleggiare sulle tracce e le buche della pista affrontata con il pettorale numero 21. Si ferma invece ai piedi del podio lo svizzero Didier Defago che va a precedere Pierre Emmanuel Dalcin e Cristoph Gruber con il campione del mondo di super-g Patrick Staudacher a tenere alto il tricolore italiano in decima piazza. Non una gara da antologia quella dell'azzurro, che avrebbe forse potuto sfruttare meglio il pettorale numero 8, ma in una giornata come quella odierna anche una prova "solo" discreta gli è valsa un piazzamento importante. Scendendo la graduatoria si trova l'iridato Aksel Lund Svindal al sedicesimo posto, due posizioni meglio del secondo azzurro di giornata, Kurt Sulzenbacher mentre Peter Fill è naufragato come i colleghi favoriti, chiudendo in 27ima posizione proprio davanti a Bode Miller ed Herman Maier. Fuori gara invece Michael Walchhofer, tradito ancora una volta dalla "sua" curva, l'ultima del tracciato che già tante volte nelle scorse stagioni era riuscita a mettergli i bastoni tra le ruote. Ed ecco quindi che Didier Cuche (fermato per la caduta di Walcho e costretto a risalire in partenza) con il ventesimo posto riesce a difendere egregiamente il pettorale rosso di specialità, a tre gare dalla conclusione della coppa. Fuori dai 30 gli altri azzurri, Walter Girardi, Werner Heel, Alessandro Fattori, Silvano Varettoni e Michael Gufler ma, oggi, non era sicuramente il giorno giusto per cercare l'impresa. Ed il peggio è che tutto lascia intendere che domani la storia sarà pressochè simile. Ma d'altronde alla natura non si comanda...
(venerdì 23 febbraio 2007)
(venerdì 23 febbraio 2007)