Eberharter domina gara e pressioni
(St. Moritz, Sui). Va in onda la prima gara dei Mondiali di St. Moritz, il super-g maschile, ed è subito spettacolo vero: la Corviglia è teatro di un duello affascinante. Hermann Maier, recuperato e rispolverato per spaccare il Mondo dopo il trionfo sulla Streif di Kitzbuehel, contro Stephan Eberharter, vincitore dell’ultima sfera di cristallo e in corsa per il bis questa stagione. Grande rivalità fra i due, a volte addirittura astio, o almeno sicuramente tanta freddezza. Pochi giorni fa, nella lussuosa località dell’Engadina, appena arrivati, i due fuoriclasse, si presentano alla stampa in una conferenza-fiume. Più di cento giornalisti intasano la sala, ma sono tutti per il “muratore di Flachau”, e un malinconico Eberharter se ne sta lì, in un angolo a leggere una rivista. La mente di Steff, sembra tornare indietro di due anni, alle stagioni delle battaglie con Maier. Perdeva quasi sempre le sfide con il compagno-rivale: era definito “eterno secondo”, e anche lui, alla fine, pensava di non scrollarsi più di dosso questo appellativo. Diciamocela tutta: anche l’anno scorso, in cui Stephan sbarazzò la concorrenza stravincendo la Coppa del Mondo, il pensiero della strada lasciatagli aperta dal grave infortunio capitato a Hermann, era ricorrente nella testa della gran parte degli addetti ai lavori. Per questo, il super-g di oggi, serviva a dimostrare che anche con Maier al cancelletto di partenza, poteva giocarsela e puntare alla vittoria. Così è stato: Eberharter, ha trionfato, staccando di 77 centesimi l’accoppiata Maier&Miller, che hanno condiviso l’argento. All’arrivo, prima di esplodere in urlo liberatorio innalzando al cielo i suoi attrezzi, Stephan si è inchinato davanti alle migliaia di persone che si riversavano nel parterre d’arrivo, proprio come un tenore. Del resto, la sua marcia verso la vittoria è stata una suntuosa sinfonia: al primo intermedio paga un paio di decimi, al secondo è davanti di un soffio, e al traguardo, sfruttando la sua tenuta atletica e limitando sbavature, conquista il gradino più alto del podio. Eberharter, ce l’ha fatta: ha vinto con merito quella tanto ambita medaglia d’oro, che fino alla sera prima, stampa e tifosi immaginavano ciondolare dal collo di Maier. Dicevamo che l’argento è stato condiviso da Maier e Miller: i due campioni hanno sciato alla grande, con qualche errore e sbavatura però. Herminator si è sbilanciato al primo salto, compiendo un “presentat-arm”: è rimasto in piedi solo grazie alla sua forza. Poi, ha pagato la sua preparazione atletica precaria nel finale, finendo la benzina e accusando decimi di ritardo: i dossi della Corviglia e quelle porte messe in modo che il tracciato già lungo fosse difficile “da ricordare”, lo hanno sfiancato. Comunque commovente Herminator: argento iridato dopo neanche un mese dal ritorno alle gare, e con quella gamba con infilata nella tibia una stecca di 36 cm. Ottima anche la gara di Bode Miller nonostante sia scattato in ritardo al primo salto e ne abbia fatte di tutti i colori lungo il tracciato. Agli elvetici sfuma anche il metallo meno prezioso: Ambrosi Hoffmann è ottimo terzo, ma per la coincidenza della coppia di argento, è fuori dalle medaglie. Bruno Kernen, finirà 8° e Didier Cuche (ci si aspettava di più da lui) è solo 11°. Delude anche Daron Rhalves che conclude lontano dal podio; vedremo se si rifarà in discesa, gara certamente più adatta alle sue caratteristiche. Kjetil Andrè Aamodt, 5°, non riesce ad eguagliare Marc Girardelli in numero di medaglie iridate. Sorprendono i canadesi, che piazzano Erik Guay 6° e al 7° Jan Hudec. Degli azzurri, privi di Kristian Ghedina, che sta raccogliendo tutte le energie per la libera di sabato prossimo, troviamo Peter Fill in 13° piazza. Il giovane carabiniere scia molto bene, ma rischia poco, forse bloccato dal fatto che i primi due concorrenti a scendere sono usciti subito di scena. Nell’anonimato Michael Gufler e Roland Fischnaller. Martedì prime prove per la discesa.
(domenica 2 febbraio 2003)
(domenica 2 febbraio 2003)