SuperMax!!! E' di Blardone il primo acuto azzurro
di Luca Perenzoni
Arriva dai nuovissimi Atomic di Max Blardone la prima vittoria in questo eccellente avvio di stagione azzurra. Secondo dopo la prima frazione, il ventisettenne ossolano ha saputo precedere di pochi centesimi Svindal, approfittando poi di un errore del capoclassifica Miller finito dodicesimo; terzo Ted Ligety, solo 11imo Benni Raich. Grande Blardone e grande Italia: sesto Simoncelli, tredicesimo Rocca, quindicesimo Roberto, ventuinesimo Mölgg, ventitreesimo Schieppati e ventinovesimo Gufler.
Mancava solo la ciliegina sulla torta per definire superlativa la spedizione americana della pattuglia tricolore. E a mettere il tocco definitivo al "dolce Italia" ci ha pensato lo chef Blardone nel gigante di Beaver Creek, suo terzo sigillo personale in Coppa del Mondo: una prima manche essenziale quanto precisa l'aveva lanciato immediatamente alle spalle di un vivace Miller, a soli nove centesimi di distacco, mentre Palander, Cuche e Ligety conquistavano le posizioni subito a ridosso.
Poi, la seconda manche.
Una frazione al cardiopalmo, aperta dalle ottime prove di Missilier, di Alessandro Roberto (che ritorno per "Branda"!) ma soprattutto del lungagnone Aksel Lund Svindal, undicesimo a metà gara e capace di una seconda manche perfetta. La zampata del norvegese è sembrata subito pericolosa: un brillante Rocca, Schönfleder, Maier, un ottimo Simoncelli non sono riusciti a superare lo scandinavo che, passo dopo passo, ha iniziato così a pregustare il bis dell'anno passato, quando finì quinto. Niente da fare nemmeno per Ligety, dietro di un niente, per l'intramontabile Cuche e per un Palander meno preciso del solito.
Poi, tocca a Blardone.
Coltello tra i denti, aggressività e precisione dei giorni migliori: è un Blardone d'autore che ferma l'intermedio su un vantaggio corposo, rassicurante. Ma il finanziere di Pallanzeno ci ha abituato in questi anni che con lui niente è scontato, ed ecco nel finale l'errore che poteva costare caro. Ha lasciato tutti col fiato sospeso, finchè il cronometro non ha scandito i quattro centesimi quattro di vantaggio. Consegnata la patata bollente nelle mani di Miller, Max è rimasto a guardare l'americano disegnare una prima parte di manche esemplare, sfociata in brutto errore di linea all'ingresso del primo muro del tracciato. La gara di Miller è ormai alle ortiche e Blardone e l'Italia tutta possono festeggiare la prima vittoria di una stagione iniziata, è il caso di dirlo, col piede giusto. E grande è stata la prova di squadra, con 4 azzurri (dei 7 a punti) capaci di entrare nei primi 15 e con un Fill autore di una prima manche da capogiro vanificata con un errore a tre porte dal traguardo.
Che bell'Italia! E domani si torna allo slalom, con Rocca e tutti gli altri.
(sabato 2 dicembre 2006)
Mancava solo la ciliegina sulla torta per definire superlativa la spedizione americana della pattuglia tricolore. E a mettere il tocco definitivo al "dolce Italia" ci ha pensato lo chef Blardone nel gigante di Beaver Creek, suo terzo sigillo personale in Coppa del Mondo: una prima manche essenziale quanto precisa l'aveva lanciato immediatamente alle spalle di un vivace Miller, a soli nove centesimi di distacco, mentre Palander, Cuche e Ligety conquistavano le posizioni subito a ridosso.
Poi, la seconda manche.
Una frazione al cardiopalmo, aperta dalle ottime prove di Missilier, di Alessandro Roberto (che ritorno per "Branda"!) ma soprattutto del lungagnone Aksel Lund Svindal, undicesimo a metà gara e capace di una seconda manche perfetta. La zampata del norvegese è sembrata subito pericolosa: un brillante Rocca, Schönfleder, Maier, un ottimo Simoncelli non sono riusciti a superare lo scandinavo che, passo dopo passo, ha iniziato così a pregustare il bis dell'anno passato, quando finì quinto. Niente da fare nemmeno per Ligety, dietro di un niente, per l'intramontabile Cuche e per un Palander meno preciso del solito.
Poi, tocca a Blardone.
Coltello tra i denti, aggressività e precisione dei giorni migliori: è un Blardone d'autore che ferma l'intermedio su un vantaggio corposo, rassicurante. Ma il finanziere di Pallanzeno ci ha abituato in questi anni che con lui niente è scontato, ed ecco nel finale l'errore che poteva costare caro. Ha lasciato tutti col fiato sospeso, finchè il cronometro non ha scandito i quattro centesimi quattro di vantaggio. Consegnata la patata bollente nelle mani di Miller, Max è rimasto a guardare l'americano disegnare una prima parte di manche esemplare, sfociata in brutto errore di linea all'ingresso del primo muro del tracciato. La gara di Miller è ormai alle ortiche e Blardone e l'Italia tutta possono festeggiare la prima vittoria di una stagione iniziata, è il caso di dirlo, col piede giusto. E grande è stata la prova di squadra, con 4 azzurri (dei 7 a punti) capaci di entrare nei primi 15 e con un Fill autore di una prima manche da capogiro vanificata con un errore a tre porte dal traguardo.
Che bell'Italia! E domani si torna allo slalom, con Rocca e tutti gli altri.
(sabato 2 dicembre 2006)