Ted Ligety la combina grossa: l'oro è suo
di Luca Perenzoni
Le sorprese non finiscono mai. Alzi la mano chi avrebbe scommesso su Ted Ligety campione olimpico di combinata. Nessuno, se non qualche amante del rischio estremo. Invece il ventunenne di Park City ha messo in riga tutti gli avversari al termine di uno slalom che l'ha definitivamente consacrato tra i grandi dello sci. Lo stesso slalom che ha ancora una volta messo in luce i problemi dei due big del circo bianco, Bode Miller e Benjamin Raich: vuoi per scarsa concentrazione, vuoi per difficoltà nel concretizzare classe e talento, entrambi negi ultimi mesi hanno patito oltremisura le gare tra i paletti snodati. Soprattutto il campione di Piztal: quella di oggi è, da dicembre ad oggi, la quarta inforcata in uno slalom che lo vedeva in testa a metà gara.
Ma forse oggi, inforcata o meno, sarebbe stato comunque difficile stare davanti a questo Ted Ligety. Ammettere che volava tra i paletti è dir poco. Dopo una discesa corsa sui tempi di Giorgio Rocca, l'americano ha disegnato una prima manche pressochè perfetta riuscendo a fare altrettanto nella seconda, seppur su di un tracciato rovinato dai 28 passaggi che l'avevano preceduto. La sua performance ha messo parecchia pressione su chi, in alto, aspettava ancora di partire: Ivica Kostelic e Benni Raich, per l'appunto. Il croato non si è preoccupato di Ligety e con la sua onesta gara si è andato ad assicurare il podio precedendo al traguardo Rainer Schönfelder. Raich invece ha cercato di amministrare il vantaggio di 8 decimi nel tratto iniziale per poi lasciar andare gli sci dopo il primo intermedio. Proprio a metà pista, nella leggera compressione, ecco l'inforcata, nascosta agli occhi delle telecamere ma segnalata con estremo fair play dallo stesso ventisettenne austriaco, fermatosi immediatamente. Un errore millimetrico, una semplice imprecisione, ma che materializza di fatto un sogno per questo giovane americano affacciatosi quest'anno alla Coppa del Mondo e capace di sorprendere, quasi impressionare molti intenditori ed esperti. Un oro che non potrà che galvanizzarlo ulteriormente in vista di gigante e slalom: la sua Olimpiade che oggi doveva iniziare in sordina è partita col botto ed è difficile capire cosa aspettarsi da lui nelle prossime gare.
Difficilmente prevedibile era senza dubbio anche l'argento di Kostelic che al Sestriere ha trovato in un colpo solo il pieno risarcimento per tutte le sfortune degli ultimi 2 anni. E che dire del bronzo di Schönfelder? Lui stesso è reduce da una stagione che definire grigia è quasi generoso, con l'unico acuto risalente al gigante di apertura di Sölden. Insomma un podio a sorpresa occupato da tre personaggi che potrebbero rivelarsi pericolosissimi per Rocca anche nello slalom.
Già, Giorgio Rocca. Oggi il livignasco non ha convinto appieno nè in discesa nè in slalom. Incerto e quasi titubante in mattinata, nelle due manche di slalom non è riuscito a dare quell'impressione di superiorità lasciata trasparire in tutte le sue gare di questa stagione. Ha sciato senza errori, ma l'impressione era che non spingesse a tutta, quasi che nella sua testa pensasse già all'obiettivo slalom. Nonostante questo Giorgione può recriminare per quei sette miseri centesimi che separano il suo quinto posto dal podio di Schönfelder; nel mezzo un'altra sorpresa di giornata, il giovane svizzero Daniel Albrecht.
Confortante invece la prova di Peter Fill, nono alla fine dopo un'ottima discesa e uno slalom a due facce: non benissimo nella prima, decisamente meglio nella seconda manche. Ora per il carabiniere di Castelrotto qualche giorno di riposo prima dell'ultima gara delle sue Olimpiadi, il super-g di sabato.
Ma per questo c'è tempo, per il momento limitiamoci a gustarci questo Ligety, capace a ventunanni di succedere sul trono olimpico della combinata ad un grande immortale come Kjetill Andrè Aamodt.
(martedì 14 febbraio 2006)
Ma forse oggi, inforcata o meno, sarebbe stato comunque difficile stare davanti a questo Ted Ligety. Ammettere che volava tra i paletti è dir poco. Dopo una discesa corsa sui tempi di Giorgio Rocca, l'americano ha disegnato una prima manche pressochè perfetta riuscendo a fare altrettanto nella seconda, seppur su di un tracciato rovinato dai 28 passaggi che l'avevano preceduto. La sua performance ha messo parecchia pressione su chi, in alto, aspettava ancora di partire: Ivica Kostelic e Benni Raich, per l'appunto. Il croato non si è preoccupato di Ligety e con la sua onesta gara si è andato ad assicurare il podio precedendo al traguardo Rainer Schönfelder. Raich invece ha cercato di amministrare il vantaggio di 8 decimi nel tratto iniziale per poi lasciar andare gli sci dopo il primo intermedio. Proprio a metà pista, nella leggera compressione, ecco l'inforcata, nascosta agli occhi delle telecamere ma segnalata con estremo fair play dallo stesso ventisettenne austriaco, fermatosi immediatamente. Un errore millimetrico, una semplice imprecisione, ma che materializza di fatto un sogno per questo giovane americano affacciatosi quest'anno alla Coppa del Mondo e capace di sorprendere, quasi impressionare molti intenditori ed esperti. Un oro che non potrà che galvanizzarlo ulteriormente in vista di gigante e slalom: la sua Olimpiade che oggi doveva iniziare in sordina è partita col botto ed è difficile capire cosa aspettarsi da lui nelle prossime gare.
Difficilmente prevedibile era senza dubbio anche l'argento di Kostelic che al Sestriere ha trovato in un colpo solo il pieno risarcimento per tutte le sfortune degli ultimi 2 anni. E che dire del bronzo di Schönfelder? Lui stesso è reduce da una stagione che definire grigia è quasi generoso, con l'unico acuto risalente al gigante di apertura di Sölden. Insomma un podio a sorpresa occupato da tre personaggi che potrebbero rivelarsi pericolosissimi per Rocca anche nello slalom.
Già, Giorgio Rocca. Oggi il livignasco non ha convinto appieno nè in discesa nè in slalom. Incerto e quasi titubante in mattinata, nelle due manche di slalom non è riuscito a dare quell'impressione di superiorità lasciata trasparire in tutte le sue gare di questa stagione. Ha sciato senza errori, ma l'impressione era che non spingesse a tutta, quasi che nella sua testa pensasse già all'obiettivo slalom. Nonostante questo Giorgione può recriminare per quei sette miseri centesimi che separano il suo quinto posto dal podio di Schönfelder; nel mezzo un'altra sorpresa di giornata, il giovane svizzero Daniel Albrecht.
Confortante invece la prova di Peter Fill, nono alla fine dopo un'ottima discesa e uno slalom a due facce: non benissimo nella prima, decisamente meglio nella seconda manche. Ora per il carabiniere di Castelrotto qualche giorno di riposo prima dell'ultima gara delle sue Olimpiadi, il super-g di sabato.
Ma per questo c'è tempo, per il momento limitiamoci a gustarci questo Ligety, capace a ventunanni di succedere sul trono olimpico della combinata ad un grande immortale come Kjetill Andrè Aamodt.
(martedì 14 febbraio 2006)