Walchho saluti col botto! Kostelic ecco il Coppone
Prima di salutare la compagnia, Michael Walchhofer ha voluto conquistare anche l'Olympiabakke di Kvitfjell, l'unica delle classiche del Circo Bianco che ancora non si era completamente inchinata di fronte alla sua grandezza. Ed allora, prima di appendere gli sci ai chiodi come sembra destinato a fare al termine delle finali di Lenzerheide, Walchho ha fatto in modo di sistemare le cose, dominando la seconda discesa consecutiva sulle nevi norvegesi e inanellare quindi la 14ima vittoria nella disciplina, la 19ima nel computo totale. Un successo maturato per soli 13 centesimi sul compagno di colori Klaus Kroell mentre l'elvetico Beat Feuz, vincitore ieri, si è confermato in palla sul tracciato scandinavo mantenendosi sul podio con il terzo tempo.
Una classifica che al pari della gara di ieri risente notevolmente della maggior adattabilità di alcune marche sulle nevi nordiche: Atomic, Salomon, Salomon. Guidati da piedi capaci, gli sci austriaci si sono trovati alla grande sul tracciato olimpico che ha incoronato anche Ivica Kostelic.
Ora anche la matematica ha dato il suo benestare: la Coppa del Mondo approda in Croazia, primizia assoluta nella storia della Coppa del Mondo maschile. Anche se per la sfera di cristallo si tratta di un ritorno a casa Kostelic, considerate le tre vittorie della sorella Janica ('01, '03 e '06); ecco, nemmeno questo è un primato: i Kostelic sono i secondi fratelli ad essersi aggiudicati il Coppone dopo Hanni e Peter Wenzel, trionfatori nel 1980. Potere di una mentalità vincente, potere di una stagione strana, di un gennaio fulminante, della costanza di papà Ante.
Intanto in Norvegia ai piedi del podio trovano spazio gli outsider Sporn e Kueng, con Janka sesto davanti ad un eccellente Matteo Marsaglia che con il pettorale numero 52 ha saputo affiancarsi a sua maestà Didier Cuche. Un autentico miracolo per il laziale di San Sicario, capace di interpretare al meglio un tracciato soggetto a mutevoli cambiamenti durante una semplice mattinata. Il piazzamento di Marsaglia permette alla nazionale azzurra di tirare un sospiro di sollievo visto che anche oggi i risultati non erano dei migliori: Innerhofer ha rialzato un po' la testa chiudendo 13imo, gli altri hanno nuovamente sofferto (insieme ai rispettivi sci) la neve norvegese, con Fill 22imo ed Heel 31imo. Domani il superG potrebbe consentire qualche riscossa, ma nel frattempo c'è tutta la possibilità per complimentarsi con Marsaglia: imprevisto, inatteso, sorprendente. E per questo ancora più bello.
Ma al termine della prova di Kvitfjell, l'immagine che più resta impressa è quella del tedesco Stephan Keppler che dopo un minuto di gara perde la linea, spigola e si infila sotto le reti terminando il suo capitombolo dalle parti di un tronco d'albero. Il tutto anche per l'assenza delle reti A, la prima serie di protezioni che in una pista di discesa non dovrebbero mancare mai. Un'assurdità, una mancanza abnorme che solo per un colpo di fortuna non ha regalato un'altra tragedia. Possibile? A nostro modo di vedere, assolutamente no. Ma in questi casi le voci degli atleti vengono troppo spesso ignorate. Anzi, multate. Come accaduto a Cuche che si è trovato da pagare 5000 franchi svizzeri per aver detto che il salto era troppo pericoloso. Aprite gli occhi, Hujara e soci, per favore.
(sabato 12 marzo 2011)
Ora anche la matematica ha dato il suo benestare: la Coppa del Mondo approda in Croazia, primizia assoluta nella storia della Coppa del Mondo maschile. Anche se per la sfera di cristallo si tratta di un ritorno a casa Kostelic, considerate le tre vittorie della sorella Janica ('01, '03 e '06); ecco, nemmeno questo è un primato: i Kostelic sono i secondi fratelli ad essersi aggiudicati il Coppone dopo Hanni e Peter Wenzel, trionfatori nel 1980. Potere di una mentalità vincente, potere di una stagione strana, di un gennaio fulminante, della costanza di papà Ante.
Intanto in Norvegia ai piedi del podio trovano spazio gli outsider Sporn e Kueng, con Janka sesto davanti ad un eccellente Matteo Marsaglia che con il pettorale numero 52 ha saputo affiancarsi a sua maestà Didier Cuche. Un autentico miracolo per il laziale di San Sicario, capace di interpretare al meglio un tracciato soggetto a mutevoli cambiamenti durante una semplice mattinata. Il piazzamento di Marsaglia permette alla nazionale azzurra di tirare un sospiro di sollievo visto che anche oggi i risultati non erano dei migliori: Innerhofer ha rialzato un po' la testa chiudendo 13imo, gli altri hanno nuovamente sofferto (insieme ai rispettivi sci) la neve norvegese, con Fill 22imo ed Heel 31imo. Domani il superG potrebbe consentire qualche riscossa, ma nel frattempo c'è tutta la possibilità per complimentarsi con Marsaglia: imprevisto, inatteso, sorprendente. E per questo ancora più bello.
Ma al termine della prova di Kvitfjell, l'immagine che più resta impressa è quella del tedesco Stephan Keppler che dopo un minuto di gara perde la linea, spigola e si infila sotto le reti terminando il suo capitombolo dalle parti di un tronco d'albero. Il tutto anche per l'assenza delle reti A, la prima serie di protezioni che in una pista di discesa non dovrebbero mancare mai. Un'assurdità, una mancanza abnorme che solo per un colpo di fortuna non ha regalato un'altra tragedia. Possibile? A nostro modo di vedere, assolutamente no. Ma in questi casi le voci degli atleti vengono troppo spesso ignorate. Anzi, multate. Come accaduto a Cuche che si è trovato da pagare 5000 franchi svizzeri per aver detto che il salto era troppo pericoloso. Aprite gli occhi, Hujara e soci, per favore.
(sabato 12 marzo 2011)