La Coppa del Gobbo - Patrick Jaerbyn...smettere?
Nel prossimo mese di aprile Patrick Jaerbyn festeggerà il suo 42 esimo compleanno, un'età anagrafica che comincia a diventare importante per un discesista...e non solo! Bisognerebbe fare una seria riflessione di carattere neuro-fisio-muscolare per cercare di capire quali possano essere i limiti, al di là dei quali sia preferibile non andare. La caduta di Jaerbyn, secondo il mio parere, dovrebbe dare un segnale preciso alla FIS affinché, anche sotto questo aspetto, ci siano quelle garanzie di sicurezza che, di anno in anno, vengono applicate sulle piste. E' un ragazzo molto simpatico Patrick, un atleta generoso ed intelligente, ma la sua caduta a Wengen non è stata frutto solo dell'errore nell'attacco alla Minschkante, è nata prima , nella parte finale del Traversenschuss, prima dell'ingresso sull'Hundschopf. La sua postura era molto strana, un assetto diverso, che Tradati ed io abbiamo subito voluto sottolineare. Poi c'è stata la caduta, sulla quale ritornerò tra poco, l'ennesima caduta di Jaerbyn, la seconda della stagione dopo quella di Lake Louise. L'ultimo drammatico incidente in pista lo vedemmo ai Giochi Olimpici di Vancouver, nel supergigante, anche allora incoscienza e commozione cerebrale! Capisco come un atleta come lui, dalla solidissima situazione economico-familiare, abbia voglia di sciare, di misurarsi con la velocità, di giocare sugli sci, tentando di spostare sempre più in là il limite della sfida! Lo può fare, è suo diritto, ma non in Coppa del Mondo, non più! E la Fis deve intervenire per aiutarlo proprio perchè, di fronte all'emergenza, le capacità di reazione di un over 40, anche se ottimamente allenato, non sono più quelle di un tempo! Anche nel soccorso dopo la caduta si è ripetuta la situazione di Bormio, Jaerbyn è svenuto (il colpo del casco sulla pista è stato molto forte) ed ha perso conoscenza, finendo tra le reti. Dopo un po' di tempo lo abbiamo rivisto mentre cercava, a fatica, di rimettersi in piedi, poi mentre camminava! Situazione simile a quella di Sullivan, a Bormio. Jaerbyn ha trascorso una notte in ospedale, ad Interlaken...esami clinici..tutto ok! Bene! Ma quando vedremo soccorrere ragazzi che hanno perduto conoscenza nella caduta con quelle modalità che, nel 118, tutti i volontari conoscono? All'arrivo c'era Marco Buechel che, da quest'anno, fa parte di una commissione speciale per la sicurezza degli atleti. Mi auguro che si faccia qualcosa, presto! Ho parlato con Max Carca sull'incidente occorso a Christoph Innerhofer, penso che, pur nella drammaticità della situazione, il bravo Inner sia stato molto, molto fortunato! Episodi simili accadono spesso e ricordo come a Kitzbuehel, nel gennaio di dieci anni fa, lo svedese Fredrik Nyberg avesse subito un infortunio più serio mentre percorreva una stradina di raccordo che portava alla partenza del supergigante, sulla Streif. C'era un pò di "traffico", Freddie perse l'equilibrio e cadde in una scarpata con conseguenze molto serie. Commozione cerebrale, legamenti crociati del ginocchio sinistro e destro! Ritornò in Coppa l'anno successivo. Fortunato dunque Inner e soprattutto grande agonista per avere saputo fare una manche di slalom sotto choc sino alla soglia del podio! Bravo Christoph. Un abbraccio speciale a Peter Fill! Adesso andiamo a Kitz...con rinnovato entusiasmo e la solita grande fiducia negli azzurri..Coraggio ragazzi!!!
(lunedì 17 gennaio 2011)
(lunedì 17 gennaio 2011)