Ho inseguito la serenità ed è tornata la vittoria
LIVE DALL'ALTA BADIA
"E' stato un anno di scelte importanti, questo 2009. Ma sono convinto che ognuno debba soprattutto pensare a stare bene con se stesso, se poi riesce anche in quello che gli piace, allora è il massimo". E' un Max Blardone rilassato quello che ritorna alle due manche giganti dell'Alta Badia. Due manche in cui ha saputo conquistare sempre il miglior tempo, su una Gran Risa lucida e tirata come nei tempi migliori. "Non capisco perchè non è sempre così. A mio modo di vedere con le piste dure e ghiacciate si rischiano meno le ginocchia: con neve morbida o aggressiva tipo quella statunitense, una banale caduta può avere conseguenze decisamente gravi, perchè lo sci può "prendere" all'improvviso e distruggere legamenti e altro. Sul ghiaccio invece si scivola via...per me è molto meno pericoloso". Ma Max Blardone ha tante cose da dire, dopo il quinto successo in Coppa del Mondo, il secondo all'ombra delle Dolomiti. "Mi ha fatto un gran piacere rivincere qui. Perchè la seconda vittoria, la conferma, è sempre più difficile del primo successo. Nella seconda manche credevo di poter vincere, mi sono sentito velocissimo e preciso per l'intero tracciato, ma quando sono arrivato.... il pubblico per un attimo è ammutolito e mi sono detto che avevo perso tutto. Poi c'è stata l'ovazione e mi sono lasciato andare, mi sono commosso..."
Il tema del giorno è il tanto pubblicizzato team privato. Che poi, come vuole precisare Blardone, di team privato non si può parlare. "Semplicemente perchè non c'è alcun allenatore sul mio libro paga. Solo lo skiman, il fido Giuseppe Gianera (per tutti Tello): noi due siamo la nostra squadra. Per gli aspetti tecnici mi affido a due amici, Gabriele Morando e Giorgio Rischetti che mi seguono quando ne hanno possibilità, nei tempi lasciati liberi dai rispettivi impegni. A mio carico sono le spese di alloggio e la ricerca delle piste e delle location di allenamento: nulla di trascendentale, basta solo un minimo di organizzazione. Ma come dicevo prima, la cosa principale è quella di stare bene con se stessi".
E Blardo, la serenità, sembra averla trovata, anche se ad inizio stagione...
"Già a Solden mi era bruciato restare ai piedi del podio ed a Beaver Creek, forse anche per strafare, ho fatto scelte che non mi sono piaciute. Ma ho imparato la lezione e aggiustato la mira già al rientro in Europa. Ora che sono tornato a vincere, vorrei continuare a farlo, anche se non sempre potrà andare così bene. Il lavoro estivo ha dato ottimi frutti, mi sento davvero bene e convinto dei miei mezzi."
Sulla vittoria, ci contava anche Davide Simoncelli. "Quando uno parte nella seconda manche con il secondo tempo, è ovvio che pensi a vincere. E all'arrivo, ci credevo. Ma Max ha fatto il miglior tempo in entrambe le frazioni: complimenti a lui, oggi ha meritato." Simoncelli e la Gran Risa, un binomio che è tornato a fruttare. "Qui mi sento a casa, la pista mi esalta e mi permette di sciare come più mi piace. E poi si respira un'atmosfera paragonabile a quella che c'è in Svizzera e Austria, con lo sciatore che si sente al centro dell'attenzione..." Sorrideva, in avvio, Simoncelli. "E' da agosto che finalmente sono tornato a sorridere mentre scio. Prima la schiena non mi dava pace, ogni allenamento era una sofferenza. Non mi divertivo più a sciare... Tra la primavera e l'estate con la commissione medica della Fisi abbiamo provato nuove vie, speciali magneti per correggere la postura della schiena e ripetuta fisioterapia, anche con agopuntura: i risultati sono stati ottimali ed ora posso sciare senza pensare alla schiena. E divertirmi. Prima delle Olimpiadi avremo ancora le gare di Adelboden e Kranjska Gora: spero che la festa non sia finita qui."
(lunedì 21 dicembre 2009)
"E' stato un anno di scelte importanti, questo 2009. Ma sono convinto che ognuno debba soprattutto pensare a stare bene con se stesso, se poi riesce anche in quello che gli piace, allora è il massimo". E' un Max Blardone rilassato quello che ritorna alle due manche giganti dell'Alta Badia. Due manche in cui ha saputo conquistare sempre il miglior tempo, su una Gran Risa lucida e tirata come nei tempi migliori. "Non capisco perchè non è sempre così. A mio modo di vedere con le piste dure e ghiacciate si rischiano meno le ginocchia: con neve morbida o aggressiva tipo quella statunitense, una banale caduta può avere conseguenze decisamente gravi, perchè lo sci può "prendere" all'improvviso e distruggere legamenti e altro. Sul ghiaccio invece si scivola via...per me è molto meno pericoloso". Ma Max Blardone ha tante cose da dire, dopo il quinto successo in Coppa del Mondo, il secondo all'ombra delle Dolomiti. "Mi ha fatto un gran piacere rivincere qui. Perchè la seconda vittoria, la conferma, è sempre più difficile del primo successo. Nella seconda manche credevo di poter vincere, mi sono sentito velocissimo e preciso per l'intero tracciato, ma quando sono arrivato.... il pubblico per un attimo è ammutolito e mi sono detto che avevo perso tutto. Poi c'è stata l'ovazione e mi sono lasciato andare, mi sono commosso..."
Il tema del giorno è il tanto pubblicizzato team privato. Che poi, come vuole precisare Blardone, di team privato non si può parlare. "Semplicemente perchè non c'è alcun allenatore sul mio libro paga. Solo lo skiman, il fido Giuseppe Gianera (per tutti Tello): noi due siamo la nostra squadra. Per gli aspetti tecnici mi affido a due amici, Gabriele Morando e Giorgio Rischetti che mi seguono quando ne hanno possibilità, nei tempi lasciati liberi dai rispettivi impegni. A mio carico sono le spese di alloggio e la ricerca delle piste e delle location di allenamento: nulla di trascendentale, basta solo un minimo di organizzazione. Ma come dicevo prima, la cosa principale è quella di stare bene con se stessi".
E Blardo, la serenità, sembra averla trovata, anche se ad inizio stagione...
"Già a Solden mi era bruciato restare ai piedi del podio ed a Beaver Creek, forse anche per strafare, ho fatto scelte che non mi sono piaciute. Ma ho imparato la lezione e aggiustato la mira già al rientro in Europa. Ora che sono tornato a vincere, vorrei continuare a farlo, anche se non sempre potrà andare così bene. Il lavoro estivo ha dato ottimi frutti, mi sento davvero bene e convinto dei miei mezzi."
Sulla vittoria, ci contava anche Davide Simoncelli. "Quando uno parte nella seconda manche con il secondo tempo, è ovvio che pensi a vincere. E all'arrivo, ci credevo. Ma Max ha fatto il miglior tempo in entrambe le frazioni: complimenti a lui, oggi ha meritato." Simoncelli e la Gran Risa, un binomio che è tornato a fruttare. "Qui mi sento a casa, la pista mi esalta e mi permette di sciare come più mi piace. E poi si respira un'atmosfera paragonabile a quella che c'è in Svizzera e Austria, con lo sciatore che si sente al centro dell'attenzione..." Sorrideva, in avvio, Simoncelli. "E' da agosto che finalmente sono tornato a sorridere mentre scio. Prima la schiena non mi dava pace, ogni allenamento era una sofferenza. Non mi divertivo più a sciare... Tra la primavera e l'estate con la commissione medica della Fisi abbiamo provato nuove vie, speciali magneti per correggere la postura della schiena e ripetuta fisioterapia, anche con agopuntura: i risultati sono stati ottimali ed ora posso sciare senza pensare alla schiena. E divertirmi. Prima delle Olimpiadi avremo ancora le gare di Adelboden e Kranjska Gora: spero che la festa non sia finita qui."
(lunedì 21 dicembre 2009)