Zuzulova e Grange campioni, Inner e Manni a podio
Sono la slovacca Zuzulova ed il francese Grange i primi campioni incoronati dalla neonata Federazione Europea di Sci. Il battesimo agonistico della federazione continentale nata nello scorso maggio su iniziativa di Francia, Austria, Svizzera e Italia è stato ospitato dall'impianto indoor di Amneville, sede di un KO Slalom che ha saputo riservare un piacevole spettacolo e qualche positiva soddisfazione anche per la nazionale azzurra, che se ne torna a casa con una medaglia d'argento ed una di bronzo, firmate Christof Innerhofer e Manfred Moelgg.
Certo, non è sicuramente un impianto al coperto, specie se con neve mista a sassi (la struttura è aperta all'estremità inferiore ed il passaggio dei mezzi battipista trascina spesso qualche sassolino nuovo), a poter regalare momenti di grande sci dal punto di vista prettamente tecnico; ma pendii dolci, al limite del pianeggiante come quello di Amneville servono per esaltare altre caratteristiche tecniche magari non sempre evidenziabili in prove più impegnative, riferendosi sempre alle pendenze. Perchè sicuramente anche una prova come questa è impegnativa, anzi, per molti addirittura più impegnativa e difficile del più ripido muro del circuito maggiore. E prova ne è stata la veloce dipartita di alcuni big, arresisi nel confronto diretto al cospetto di avversari abituati a vedere i vari Pranger, Hirscher, Kirchgasser prendere il largo. Non qui, non su questo terreno, dove la capacità di spingere senza sosta e la sensibilità per evitare anche il minimo attrito si rivelano qualità inderogabili; bene lo sa il pusterese Innerhofer, senza ombra di dubbio la sorpresa (per i non addetti ai lavori) di giornata, unico in grado di raggiungere la finale partendo dalle qualificazioni che, nella prima mattinata, avevano preceduto la fase ad eliminazione diretta.
Ma per chi conosce questo tipo di pratica, l'exploit del finanziere altoatesino non sorprende: si ricorderà infatti come già negli anni scorsi Innerhofer aveva saputo imporsi in un simile evento di Coppa Europa (si gareggiava su 3 manche invece che a confronto diretto, ma tant'è), a dimostrazione di come il velocista-polivalente di Gais sappia destreggiarsi alla grande tra i paletti snodati, soprattutto se c'è da lasciar correre i suoi sci al solito rapidissimi. Elemento, questo, che di sicuro non era sfuggito a Jean Baptiste Grange, costretto a dar fondo a tutte le riserve per precedere l'azzurro di soli 22 centesimi nella finale conclusiva, mentre poco prima Moelgg si era regalato il primo sorriso della stagione vincendo la finalina ai danni dello svizzero Marc Gini. Più difficile il cammino degli altri azzurri, con Giorgio Rocca eliminato agli ottavi di finale dall'austriaco Konig ed i vari Deville (al rientro dopo l'operazione al tendine rotuleo di febbraio), Thaler, Razzoli, Gross e Simoncelli fermatisi al turno di qualificazione.
Discorso assolutamente analogo per la gara femminile, che ha visto la Zuzulova precedere la francesina Noens (i transalpini sono stati i primi a puntare con continuità sulle gare indoor, e la maggior abitudine traspare evidentemente) con Denise Karbon bravissima a conquistare il quarto posto finale, preceduta dall'altra francese Pellissier nella finalina. Ma si sa, in quanto a sensibilità e leggerezza la fatina di Castelrotto ha poche rivali e la determinazione per emergere completamente anche tra i paletti snodati non manca di certo. Determinazione che si è rivelata insufficiente per Manuela Moelgg e Nicole Gius (ancora, come a Solden, apparsa in evidente ritardo di condizione), eliminate agli ottavi al pari della rientrante Chiara Costazza: dopo l'operazione al tendine d'Achille di 12 mesi fa, la fassana ha rotto il ghiaccio; impossibile aspettarsi Chicca in grande condizione, ma l'importante era rivederla decisa sugli sci. La forma, in fondo, arriverà.
(sabato 7 novembre 2009)
Certo, non è sicuramente un impianto al coperto, specie se con neve mista a sassi (la struttura è aperta all'estremità inferiore ed il passaggio dei mezzi battipista trascina spesso qualche sassolino nuovo), a poter regalare momenti di grande sci dal punto di vista prettamente tecnico; ma pendii dolci, al limite del pianeggiante come quello di Amneville servono per esaltare altre caratteristiche tecniche magari non sempre evidenziabili in prove più impegnative, riferendosi sempre alle pendenze. Perchè sicuramente anche una prova come questa è impegnativa, anzi, per molti addirittura più impegnativa e difficile del più ripido muro del circuito maggiore. E prova ne è stata la veloce dipartita di alcuni big, arresisi nel confronto diretto al cospetto di avversari abituati a vedere i vari Pranger, Hirscher, Kirchgasser prendere il largo. Non qui, non su questo terreno, dove la capacità di spingere senza sosta e la sensibilità per evitare anche il minimo attrito si rivelano qualità inderogabili; bene lo sa il pusterese Innerhofer, senza ombra di dubbio la sorpresa (per i non addetti ai lavori) di giornata, unico in grado di raggiungere la finale partendo dalle qualificazioni che, nella prima mattinata, avevano preceduto la fase ad eliminazione diretta.
Ma per chi conosce questo tipo di pratica, l'exploit del finanziere altoatesino non sorprende: si ricorderà infatti come già negli anni scorsi Innerhofer aveva saputo imporsi in un simile evento di Coppa Europa (si gareggiava su 3 manche invece che a confronto diretto, ma tant'è), a dimostrazione di come il velocista-polivalente di Gais sappia destreggiarsi alla grande tra i paletti snodati, soprattutto se c'è da lasciar correre i suoi sci al solito rapidissimi. Elemento, questo, che di sicuro non era sfuggito a Jean Baptiste Grange, costretto a dar fondo a tutte le riserve per precedere l'azzurro di soli 22 centesimi nella finale conclusiva, mentre poco prima Moelgg si era regalato il primo sorriso della stagione vincendo la finalina ai danni dello svizzero Marc Gini. Più difficile il cammino degli altri azzurri, con Giorgio Rocca eliminato agli ottavi di finale dall'austriaco Konig ed i vari Deville (al rientro dopo l'operazione al tendine rotuleo di febbraio), Thaler, Razzoli, Gross e Simoncelli fermatisi al turno di qualificazione.
Discorso assolutamente analogo per la gara femminile, che ha visto la Zuzulova precedere la francesina Noens (i transalpini sono stati i primi a puntare con continuità sulle gare indoor, e la maggior abitudine traspare evidentemente) con Denise Karbon bravissima a conquistare il quarto posto finale, preceduta dall'altra francese Pellissier nella finalina. Ma si sa, in quanto a sensibilità e leggerezza la fatina di Castelrotto ha poche rivali e la determinazione per emergere completamente anche tra i paletti snodati non manca di certo. Determinazione che si è rivelata insufficiente per Manuela Moelgg e Nicole Gius (ancora, come a Solden, apparsa in evidente ritardo di condizione), eliminate agli ottavi al pari della rientrante Chiara Costazza: dopo l'operazione al tendine d'Achille di 12 mesi fa, la fassana ha rotto il ghiaccio; impossibile aspettarsi Chicca in grande condizione, ma l'importante era rivederla decisa sugli sci. La forma, in fondo, arriverà.
(sabato 7 novembre 2009)